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Biografie e Diari

Questo è un compendio, veramente per sommi capi, di una lunga vita di cui ho omesso importanti passaggi, specialmente per quello che riguarda i miei figli che hanno bisogno di un capitolo a parte,

è un omissione voluta. Il rapporto difficile e pieno d'amore molte volte frainteso , ha un valore che non voglio mischiare alle mie vicende egoistiche che voglio raccontare, del mio travaglio di vita. Loro non fanno parte dei miei dolori, anche se non sono mancati. Affronterò questo difficile argomento prossimamente, forse.

Una calda serata di Agosto, un vestito rosa tutta ruota come era di moda, i miei 14 anni, la prima vera villeggiatura che durava da quasi un mese. Il paese, che era stato spacciato per alta collina, in realtà era una quasi pianura, con una vita un po' squallida, pensavo allora, salvo rimpiangere poi la semplicità di quel tempo e il calore umano fatto di sguardi interessati, di attenzioni e pettegolezzi. Un bacio non proprio rubato, in quella serata che sembrava magica. Il giorno per i campi sconosciuti pieni di papaveri e di odori, il sole, il guado dei ruscelli a piedi nudi. Le sere a ballare vecchie e ignote canzoni gracchianti su una terrazza fiorita. Ero carina, si molto carina, guardata corteggiata e contesa da tutti i giovani del luogo. Camminavo non toccando terra. Comincia così il mio 'amore. Volevo ad ogni costo vivere quel sogno che era vero come il mio desiderio di essere donna. Ricordo, e il tempo passato non lo sbiadisce, la gioia infinita di un inizio di vita, il ricordo del giorno prima era cosparso di giochi infantili, di bambole e favole, il mio primo anno di liceo aveva un sapore anch'esso di fiaba incontro col mondo con le sensazioni . Il destino ha voluto che chi ho incontrato durante quella estate vivesse in città a due passi da me, così ci siamo visti ogni giorno al ritorno; certo la mia età che gli altri consideravano tenera ed io, consideravo adulta, non favoriva gli incontri. I genitori di entrambi, però si arresero presto, troppo presto, ai nostri desideri e, quasi sotto scorta ci fecero uscire insieme. Lui non aveva un buon carattere anzi..,ma io lo amavo, o credevo così,pensavo che l'avrei cambiato con la forza del mio amore con la determinazione del mio sentimento, con la volontà di costruire una vita così come la volevo. La volevo diversa da quella che avevo vissuto nella mia famiglia, volevo correre verso un quadro che mi ero dipinta nell'immaginario e inserirmi in una immagine perfetta, serena. 15 anni, avevo tutte le ragioni e nessuna. …. Era molto geloso, e questo mi inorgogliva, anche se esagerava e mi rendeva la vita difficile e non capivo, non capivo perché, visto che avevo occhi e pensieri tutti verso un'unica direzione, la sua. .A distanza capisco che ho vissuto un incubo che non volevo vedere per la caparbietà dei miei intenti, sono diventata cieca e sorda e soprattutto piccola, adesso so che ero piccola. Mamma stava male, aveva un esaurimento nervoso, la sua vita non era stata un gran che: studio, lavoro, sacrifici per realizzare la “ casarella” , ma non sembrava scontenta, accettava che la vita le venisse incontro, e se non le veniva incontro correva lei senza sforzo o rimpianto, incontro alla vita. Certo la fatica di vivere, anche se non se ne era mai accorta, si faceva sentire, così cedeva ai dolori subiti esagerando le sue ansie e le sue paure che aveva ignorato per anni. Mio padre, con i suoi comportamenti irosi e violenti, maschilisti e fedifraghi contribuì non poco, in più ora stava veramente male, e la mia mamma, dimentica del male ricevuto, era tutta protesa nel cercare una soluzione, una cura, alla malattia incurabile e cadeva inesorabilmente nel baratro della consapevolezza dell'impotenza e nella depressione. Lavorava fino a tardi per raggranellare per le cure costose, anche il superlavoro ebbe il suo peso. Noi, mia sorella ed io, consapevoli solo dell'atmosfera che si respirava, eravamo senza timone, molto molto insofferenti e infastidite. Ricordo un Natale, ma forse non è stato uno solo, in cui i nostri genitori

andarono a letto presto, e noi aspettammo in cucina al freddo, giocando a carte e a mezzanotte, andammo ad accendere le candeline all'albero e a mangiare i cioccolatini appesi. L'immagine che mi evoca è di solitudine più che di tristezza. In questa atmosfera io mi innamorai, mi innamorai di una persona che perpetuava la figura di mio padre e non l'ho saputo riconoscere. Qualcuno, parlando di quell'epoca, mi definiva una bambola, ero vanitosa ma il mio fidanzato diceva che ero bruttina, e che se si giravano a guardarmi, era perché avevo una espressione equivoca. Quindici anni minuta, pulita, ignara. Comincia così un calvario di cui non mi sono resa

conto per anni, sopportando in virtù dei sogni che non volevo si spegnessero e della speranza di un cambiamento mai avvenuto. Ricevevo insulti e botte, vessazioni e tradimenti, se ora ripenso a questo, non mi riconosco, mi sembra un'altra vita, mi sembra un'altra donna. Nel frattempo mio padre moriva . Non posso dire che ne fossi affranta, e ancora, dopo tanti anni non riesco a provare nessuna sensazione di dolore. Me ne vergogno un po', ma è vero. Mi abbarbicai a questo amore doloroso, come se dovesse sostituire una figura che non avevo amato ma che volevo amare. Mamma mamma mamma, aveva capito, ha fatto di tutto, lo ha fatto male, o forse non c'era niente da fare. Sedici anni, aspetto un bambino, sono felice, lui no. Forse vorrebbe lasciarmi, genitori, parenti si adoperano per farci sposare; mia madre no. Fine della storia, o principio? Ci sposiamo ad Agosto, il nostro viaggio di nozze è a Napoli con una topolino A, in albergo non vogliono accettarci a causa della mia giovane età,nonostante sia evidente la mia gravidanza di sette mesi. Non abbiamo disponibilità,abbiamo messo da parte gli oboli dei nostri parenti in un salvadanaio, per le necessità dei primi momenti da genitori. Una carrozzina, un lettino e qualcos'altro. La vaschetta ce l'abbiamo già, una vaschetta di metallo come usava allora. Io sono felice, sono accettata dalla famiglia, e,anche se ancora non si conosce il sesso del bambino, hanno deciso che si chiamerà Isabella. Vivo momentaneamente a casa dei suoceri e mi sembra di vivere un sogno, sarò mamma, avrò un bambino, una famiglia tutta mia, Mi adopererò perché sia meravigliosa piena di amore e serenità e perché no, felicità. Da parte mia ci sono tutti i presupposti, sono innamorata, appagata. Piccola e non me ne accorgo, ho bruciato tutte le tappe per arrivare al traguardo sognato. Scorre serena l'attesa e mi documento sul parto cosiddetto indolore, studio uno dei primi libri, se non il primo, sul parto psicoprofilattico e mi alleno con scrupolo. Quella mattina alle 5 arrivano le prime avvisaglie, si parte per la clinica, ansiosa, preoccupata e felice. Alle 10 nasce Isabella, la cultura sul parto mi è stata molto utile. Che ansia al mattino, aspettando che la portassero per la prima poppata, l'avevo tenuta in grembo per 9 mesi, ma non la conoscevo e volevo guardarla e guardarla, era un capolavoro, sana, perfetta, bella. Con il mio fagottello profumato e tenero, dopo pochi giorni torno a casa. Ora compreremo la carrozzina e il lettino, il salvadanaio è lì in attesa di essere spaccato. Oddio, non ci sono che monetine, mi meraviglio, mi dispero, piango. Come è possibile!!Ho capito dopo un po' qualcuno l'ha rotto l'ha depredato e ne ha messo uno nuovo. Tutto avrei potuto immaginare, meno che il mio maritino nuovo di zecca avesse fatto tutto questo, come poi ho scoperto, per uscire durante la mia permanenza in clinica, con una non meglio identificata donna, per portarla al cinema o chissà dove . Mi è franato tutto addosso il castello di sogni, la delusione si è impossessata della mia anima e del mio corpo adolescente , un senso di ribellione mi ha invasa, ribellione a lui, alla famiglia che lo difendeva, al mondo intero. Il tradimento incomprensibile, aggravato dalle necessità alla nostra piccola. Disorientata, addolorata, disperata torno a casa di mia madre, e intanto la mia cucciola dormiva nella vaschetta. Ho amato, sposato un mostro accattone, irresponsabile, superficiale. Doveva finire lì e non è stato così. Ricordo con dolore profondo e con umiliazione il mio sperare spalmato nel tempo, non sono stata capace di rientrare nel regno degli esseri ragionanti. Certo ero giovane, o potrei dire piccola, ma avevo una bimba in braccio ed ero sola, mia madre aveva tanto combattuto nelle vita e ora fiaccata dai sacrifici e dai dolori non era più in grado di dare conforto, chiusa nella sua nevrosi, bisognosa di aiuto che io non potevo darle, allora mi infastidiva la sua sola presenza pesante, lamentosa, ansiosa e visionaria. Non avevo scelta, o forse non la vedevo, cieca com'ero. Quanto è bella la gioventù, quante volte si rimpiange, in realtà è una vera malattia. Sono tornata nella tana del lupo non senza aver eseguito i riti che molte donne tradite fanno: i miei capelli lunghi e biondi sono diventati scuri e corti, ho punito la mia apparenza cercando forse, per un rigurgito di ragione di annullare la mia stolta immagine. Non era cambiato neanche un po’,forse era peggiorato, forse non sopportava il peso delle responsabilità,o forse è stato sempre irresponsabile.

Raccontare le innumerevoli vessazioni, umiliazioni, insulti e percosse, darebbe un quadro che risulterebbe esagerato agli occhi di chi ascolta, ne risparmierò la maggior parte.

Quanti giri intorno ad un tavolo per evitare violenze, senza un valido motivo.

Come l'araba fenice sono infinite volte risorta dalle mie ceneri per ricadere nello stesso errore. Non mi piace ricordare come ero succube di una situazione che ho difeso per anni nonostante tutto.

Sono di nuovo incinta, la mia felicità è totale, un altro bambino! riprovo le stesse sensazioni di appagamento e gioia che avevo provato la volta precedente, la culla i ricami l'odore di talco che avrebbe accompagnato il mio da fare con lui, la clinica prestigiosa che mia madre mi offre, un'altra creatura che arricchirà la mia vita e che mi impegnerà. Fortunatamente porto con disinvoltura le gravidanze e mi sento completa con il pancione. Quanto egoismo inconsapevole! 19 anni.

No non va bene mi rimprovera mio marito, 2 figli dopo così poco tempo! È troppo,” un altro errore e sarebbero tre” porta un amico per convincermi a rinunciare, ma io sono determinata e non cedo. Il mio bambino è una bambina, un tesoro che si mostra molto differente dall'altra già nei primi momenti di vita .tutte le sensazioni provate per la prima, tornano a riempirmi il cuore di gioia.

Volevo raccontare della mia vita travagliata e sofferta, ma in questo momento mi tornano in mente solo immagini gioiose che allontanano i ricordi tristi. Quanta vita è passata da allora....

mi rifugio nell'amore dei figli e nel lavoro continuo e pesante della casa . Tra l'altro mio marito, che continua a tradirmi e e insultarmi, litiga spesso, fa scenate per qualsiasi motivo e anche senza,. mi insegue, mi minaccia, ha anche la mania esasperata della pulizia che naturalmente devo fare io, scruta negli angoli, mette la lampada sotto il letto e amenità del genere che creano un incubo costante. Per vivere in pace” e per mia volontà, ho imparato a fare di tutto: dall'elettricista all'imbianchino, non c'era cosa in cui non intervenissi. fu il consiglio di una mia amica che ipotizzò che i miei interventi per ogni cosa, fossero castranti per mio marito che si sentiva inutile.,allora una volta mi sono astenuta fingendo di non essere capace, siamo stati al buio per un giorno intero. non c'é psicologia che tenga per chi pretende solo dagli altri e non vuole dare nulla.

Ormai dei tradimenti non mi importa niente o quasi, tesa come sono ad evitare una scenata, non è una cosa facile, ha un umore instabile e non è mai contento. il tutto avviene in presenza delle figlie che nei momenti più gravi, sia di giorno che di notte, rimangono in attesa nascoste aspettando in ansia l'epilogo della storia. Dove ero io? non lo so, non so ancora spiegarmi perché; e sì che non ho un carattere docile, almeno con le parole, infatti era la mia unica arma di ribellione, eseguivo, ma non stavo zitta. Anni addietro, 22 anni, avevo rifiutato un posto alla rai, mi attirava certo, ma mio marito disse che avevo una famiglia..... e io fui d'accordo. Ora senza nessuna possibilità come avrei fatto a tagliare i ponti. Sistemata nel mio vittimismo cresceva per contro un desiderio di rivalsa e perché no di affetto di cui sentivo la mancanza, sono sempre stata innamorata dell'amore, non avevo avuto il tempo di maturare nei sentimenti che erano rimasti adolescenti. Il numero dei figli cresceva ed io ero contenta di rifugiarmi egoisticamente nella loro cura, però mi mancava qualcosa. Ricevevo complimenti da tutti gli uomini che frequentavamo, la mia bellezza era maturata e non credevo più di essere brutta, non c'è stato uomo che non mi abbia corteggiato.. A s. tropez, dove ci sono fior di attrici e modelle, ricevevo tributi di ammirazione coperta dallo sguardo attento e geloso di mio marito che si frapponeva tra me e gli altri per non farmi guardare. A S. Tropez ricevetti anche un bel calcio sul piede da mio marito che mi gonfiò e mi mandò zoppa per una settimana .I suoi tributi erano questi, violenza, sopraffazione cattiverie., ,forse soffro di qualche sindrome masochista .Mia madre mi chiamava la saggia Minerva, quanto si sbagliava!!la remissività che mi aveva insegnato, il non esasperare le situazioni, il cedere per prudenza, tutto era, meno che saggezza. Non voglio negare che la mia indole ha contribuito non poco ad esagerare i miei comportamenti, non voglio attribuire negatività agli insegnamenti ricevuti che hanno un fondo di ragionevolezza. L'importante è non esagerare in tolleranza avendo l'equilibrio di saper valutare la gravità delle azioni e agire di conseguenza. Perchè elencare tutti i “ disagi” esistenziali che questo tipo di vita mi ha riservato, sono diversi ma sempre gli stessi, episodi uguali nel tempo che si ripetono quotidianamente con ansia crescente. Alla fine avevo sfogato le mie paure nell'aspettativa del temporale improvviso. Avevo crisi di panico per un vicino temporale e anche per poche nuvole, tanto da sentirmi male. Sentivo vicina una crisi che mi faceva pensare di trovare una soluzione drastica. L'ultimo tradimento con una mia amica che ricevevamo in casa con il marito mi ha fatto esplodere e non per il, tradimento in sé,ma perché a me chiedeva e alle altre dava. Questo era veramente troppo, o io ero esausta. Ricordo di averlo denunciato per maltrattamenti, ma all’ epoca il marito aveva la facoltà di usa re mezzi di correzione, mi risposero i carabinieri, così ritirai la denuncia, sono nata troppo presto, poi è arrivato in diritto di famiglia e i diritti delle donne..Non parliamo dei soldi, era sempre lo stesso, in casa arrivavano le briciole, spendeva e spandeva, senza rendere conto a nessuno, fuori di casa e non si è mai saputo dove. Se non è abbastanza potrei continuare, ma la vita che vorrei raccontare è quella che verrà dopo, la vera vita con un amore vero, non malato che mi ha abbracciato quando ormai avevo 39 anni e nessuna speranza di riscatto. Devo dire che io mi sento una persona a metà, cioè non mi sento completa senza un'altra persona vicino, ho bisogno di un'altra metà. Questa metà è arrivata inaspettata e incredibile. Per arrotondare gli introiti sono stata costretta a lavorare, ho insegnato nuoto in una piscina vicino casa mia, una grande fatica per me che conosco bene la teoria ma che non so nuotare. Allenavo con buon profitto i piccoli portandoli a buoni livelli anche agonistici. Ero sempre immersa nell'acqua. E’ stato divertente e proficuo, avevo da spendere qualche cosa di mio .Contemporaneamente facevo la segretaria in un ufficio privato della Mobil che poi si è trasformato in un centro enologico, ho imparato a fare le analisi dei vini e a dare le cure, ma non ho abbandonato il mio lavoro di segreteria per poco al mese la mattina ero impegnata lì e il pomeriggio in piscina. Le mie figlie grandi che erano assi nel nuoto, condividevano il lavoro pomeridiano, insegnando agli adulti. Avevano stretto amicizia con coetanei che frequentavano la piscina, quante volte mi sono sentita invitare a partecipare a cene o riunioni, ho sempre rifiutato gentilmente dicendo: ” andate voi che siete giovani”.in realtà mi sono sentita vecchia già a vent'anni. Frequentava spesso la nostra casa un ragazzo dell'età delle mie figlie, molto assiduo e pacatamente insistente nell'invitarmi con loro.,lo consideravo un gentile ragazzo che cercava di ingraziarsi la madre per raggiungere più facilmente una delle figlie e niente di più. D'altra parte chiunque mi manifestasse interesse ingenuamente o per voluta distrazione non lo consideravo . L'assenza di interesse di mio marito e il suo trattarmi male senza rispetto per la presenza altrui, favoriva le iniziative .il giovane era diventato il cavalier servente di tutta la famiglia, quindi un giorno di aAgosto non mi meravigliai che volesse accompagnarmi al mare per una breve gita con le mie figlie piccole. Una normale gitarella in un giorno qualsiasi per interrompere la monotonia di una vita mediocre e di lavoro. Al tramonto, mentre si ripiegavano gli asciugamani per rientrare, ho sentito queste parole che al momento non seppi spiegare, ma che aprirono uno spiraglio di conoscenza nei sentimenti di …. “ una bella giornata, ora però ognuno rientrerà a casa, io nella mia e tu nella tua”. C'era tanta malinconia nell'espressione e nel tono che rimasi meravigliata e sconcertata. Che voleva dire? Forse il suo interesse dopotutto non era che per me. Allontanai l'idea subito attribuendo questo pensiero alla mia presunzione. Ciao mare con un rimpianto sottile per quella sensazione di importanza e di illusione che mi aveva appena sfiorato, ma che mi aveva scaldato il cuore come se fosse stato vero. Tutto cominciò in quel giorno di fine estate, cominciato per gioco e disperazione, una complicità con un giovane che manifestava grande interesse per me. Era vero il giovane si era invaghito di me, della bella triste signora tanto ricca di sentimenti tanto povera di affetti..Sulle prime neanche ci ho creduto, poi ho pensato, ma sì, una distrazione non può che farmi bene, ho tanto sofferto, mi servirà a lenirmi le ferite. . La mia fame d’ affetto, d’ amore ha fatto il resto. Frastornata con un felice brivido di trasgressione, pensavo perché no in fondo è un gioco, durerà lo spazio di poco, poi la vita riprenderà il suo cammino e avrò un ricordo da portare nel cuore. Non senza paure e remore e un certo orgoglio, cedetti volentieri al pensiero di qualche abbandono tra le braccia adoranti del giovane così più giovane di me. Una sera, guardandolo negli occhi, lo stomaco sprofondò,un dolore sordo mi invase e addormentò le membra, il sedile della macchina mi sembrò un pozzo senza fondo e mi sono accorta che il gioco era finito e che subentrava un sentimento profondo, attonito, inaspettato e doloroso. Mi sono innamorata perdutamente. Finalmente avevo un cuore che mi apparteneva e a cui appartenevo, con tutta me stessa annullandomi e sciogliendomi completamente in lui, diventando un unità,dimenticando che eravamo due . . Mi ero creata una necessità di svago il sabato e me lo prendevo senza contestazioni. Sono stati i sabati più intensi della mia vita, mi sembrava di non aver vissuto fino ad allora, il suo grande amore fanciullo mi coinvolgeva in un turbinio di sentimenti contrastanti intensi e profondi, stavo vivendo una giovinezza mai vissuta, ero come un'adolescente avviluppata da un amore sconvolgente quanto irreale. Se avessi dovuto scegliere un amore, avrei scelto questo. Purtroppo o per fortuna tutto questo non si rivelò un gioco, il suo amore incondizionato romantico e pieno di passione mi ha fatto innamorare, sono sempre stata innamorata dell'amore,, in questo momento, l'amore era una persona, una persona che indovinava i miei pensieri che nei brevi momenti divideva la mia vita e la riempiva tutta. . Questa consapevolezza, le difficoltà alle quali sarei andata incontro, la differenza di età,la evidente fugacità che avrebbe accompagnato il passare del tempo; per evadere ero ora prigioniera. Non potevo tacere, tutto è venuto alla luce e dovevo prendere una decisione, ma non ne ero capace, con le barriere che mi tenevano stretta, le mie ancora piccole, l'impossibilità di sostentarmi. comunque la vita in casa non era più possibile .La spinta finale me l'ha data mio marito. In prati avevo la casa di mia madre momentaneamente disabitata. Lui venne a ritirare un materasso e mi abbandonò lì in uno dei suoi scatti d'ira, come aveva fatto altre volte, ero sempre tornata, stavolta sono restata e ho in un momento, non senza sofferenza,” deciso” di vivere quel sogno, costasse quel che costasse. Un unica figlia scelse di seguirmi. Il mio …. venne a vivere con noi e cominciò una vita diversa, piena di amore di dedizione assoluta, di complicità felice, di attenzioni di desideri esauditi come non avevo avuto mai. Una lunga causa di separazione, il mio desiderio e la mia volontà di avere i figli con me, una sfortuna legale senza limiti, i periti che hanno giudicato mio marito più idoneo ad avere i figli con sé,il suo lavoro; tutto ha contribuito. Non descriverò le battaglie legali, i dispetti e le ritorsioni che ha fatto dove a pagare erano solo le piccole. Ora quel tempo è lontano e ora ricordo la nuova vita, il nostro vivere insieme come un sogno reale, quante cene insieme quante felici uscite, anche solo a fare la spesa, piene di gioia,.mi sentivo come una ragazzina che aveva marinato la scuola per correre tra i prati . Avevo scoperto il suo carattere sincero, disponibile, sensibile e un po' selvaggio, diverso dagli altri uomini e dai ragazzi.< Un ragazzo con un'età che non corrispondeva alla sua maturità e al senso di responsabilità. Continuavo a vivere in una realtà sognante senza pensare a domani, del doman non v'è certezza mai.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Un uomo diverso, molto diverso, sincero, sensibile, attento, pulito, quasi ingenuo nel suo essere spontaneo, privo di sovrastrutture e soprattutto innamorato. Mi sono sentita circondata da un caldo alone di protezione e ammirazione e rispetto, una sensazione nuova, piacevole di felicità completa. Non mi sono mai domandata come sarebbe andata a finire, o forse sì,in qualche momento mi ha assalito una certa malinconia, e, in quei momenti affidavo ad un foglietto pensieri che ho chiamato poesia e forse lo è, ma in quel periodo tutto era poesia, stupore e fiducia in un presente meraviglioso . “ Amore mio fanciullo

Che hai imprigionato la mia gioia

Tra le tue dita ignare,

io le guardo paventando un gesto diverso

che la lasci cadere sulla terra arsa.

Poi tu forse la cercherai intorno

E non potrai più nulla,

se non maledire le tue mani

e tenerle ancora serrate

perché non lascino cadere l’ ultimo ricordo.

Cinque lunghi anni passati nella mia casa di Roma,

io a casa a cucinare fettuccine e dolci, lui che tornava dal lavoro e già dalle scale, se aveva ritardato un po’ mi guardava negli occhi con uno sguardo quasi di scusa, e poi abbracci, abbracci forti, come se non ci vedessimo da mesi. All’ alba trovavo bigliettini scritti con una calligrafia infantile che cominciavano con: amore mio meraviglioso con una a immensa, il caffè è pronto, ti amo Il sabato andavamo spesso a cena fuori vicino la nostra casa, a spendere parte del suo piccolo stipendio e una parentesi di vita felice, felice felice.

Con la mia piccola 500 spesso lo accompagnavo alla corriera, per sfruttare gli ultimi minuti insieme.

Una volta ha rischiato la vita investito da un’ auto, si è salvato per miracolo e per prontezza di riflessi

Aggrappandosi al parabrezza, un miracolo.

Pensavamo di trasferirci in campagna, anche perché dopo la morte di mia madre, fui costretta a vendere la casa in prati.

Quanta emozione nello scegliere il terreno e decidere l’ estetica della casa, e quanta gioia.

Dopo un travagliato e guerreggiato divorzio dal mio ex, decidiamo di sposarci in un antico castello,

e festeggiammo in un ristorantino con sei persone oltre noi, ma non sono mancati i fiori, regalati dal

sindaco e il riso dai nostri amici.

,

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Quanti anni sono passati da allora... siamo sposati, abbiamo costruito una casa in campagna con tanto giardino, la nostra dimensione naturale, dopo tanti anni di città,una natura che esprimeva tutta la nostra personalità. Fiori, alberi cespugli, amore per noi e per tutto ciò che ci circondava. Lontano da tutti e da tutto con una strada appena accennata e che è rimasta così .Baldo di valle mora era il nome che volevo dare al cavallo che avrebbe vissuto nel nostro giardino. La casa era ancora in costruzione in un posto lontano, inaccessibile, quello che le nostre finanze ci avevano permesso di comprare. Tanto lavoro, tanti sacrifici. Una piccola vigna avrebbe soddisfatto le nostre esigenze insieme ad un piccolo orto, eravamo solo due.

La casa no, doveva essere abbastanza spaziosa per ricevere figli e amici senza limiti, per godere con noi della nostra gioia, entusiasmo e amore che volevamo dividere col mondo intero.

Valle Mora sostituiva il nome un po’ rustico che la identificava. Siamo andati a viverci senza ancora le finestre, per fortuna era Luglio e abbiamo dormito stretti in un'unica brandina.

La strada era poco più di una mulattiera, non c’ era né acqua né luce. Dopo anni di gruppo elettrogeno arrivò l’ elettricità e l’ acqua la trovammo, con molta fortuna con un pozzo artesiano.

Il cielo era con noi, un alone di protezione sembrava avvolgere questa scelta dominata da un amore infinito.

Circondata da alberi e fiori, abbellita da lunghi cipressi che lungo la strada ad indicare la via che portava al nostro nido speciale .Baldo di valle Mora non era ancora arrivato e la vigna era solo nella mente. La vita scorreva serena anche se faticosa .

,.Ogni tanto ci si riuniva con parenti e amici per festeggiare insieme mangiando e brindando su un lungo tavolo sotto il grande salice per godere con noi della nostra gioia ed entusiasmo e amore che volevamo dividere con il mondo intero. .Col tempo il grande giardino era diventato bellissimo con i suoi pendii fioriti Che bei ricordi.

Un lungo periodo durato più di trent’ anni.

La nostra vita non era però legata a doppio filo alla nostra casa, abbiamo fatto tanti viaggi, tante meravigliose scoperte, e, i nostri mastini e poi i rottweiler andavano in pensione quando noi affrontavamo bellissimi viaggi,,Meravigliosi cani abbiamo

avuto, i mastini sono stati stupendi, Pupy l’ ho allevata io e era diventata quasi una figlia, Cicero è stato il cane più consapevole, generoso e coraggioso .I miei rottweiler non sono stati da meno, li ho amati tutti tanto e mi hanno amato tanto. Mi mancano ancora dopo anni e spero e credo che abbiano un’ anima per poterli incontrare un giorno che mi aspettano festanti al di là del cielo.

Tu, caro, mi hai salvata da una vita triste facendomi conoscere l’ amore, quello vero, la felicità,quella vera.

Sono stata la tua mamma, tua sorella, tua amica, tua amante, ti ho incontrato nudo e ti ho vestito d’ amore, di musica di conoscenza di curiosità.

Così sei diventato un uomo. Questo è stato un sogno vissuto da svegli, una realtà che era un sogno.

Sei nato come un gioco, ma, il mio cuore non sa giocare

e ti ho inondato di gocce d’ amore che sono diventate un oceano Poi un giorno mi ha i detto: ” non ti amo più e l’ hai detto male, manifestando tutto il disprezzo possibile tutto l’ odio che questa catena ti alimentava .Sei andato via verso un’ altra vita perché avevi bisogno di nuove emozioni e di “ carne fresca” parole che hai detto e che neghi, hai un'altra donna ed un figlio, facendomi tanto male

e ammalare, l’ abbandono è un lutto che non si supera. Mi sono sentita vecchia in un giorno, sono dimagrita 12 kg, mi ha assalito una depressione da suicidio che ancora mi annienta.

,Hai traccheggiato il tuo andar via finché non ti ho mandato via io ….

Mi sono sciolta in te ed ora di me non resta niente, solo dolore, con gli anni che passano e neanche il ricordo di ciò che siamo stati per lunghi trent’ anni ti sfiora oramai, e questo mi fa più male di tutto ..Cala la sera sempre più presto ormai e con la sera sale la malinconia.

Un piatto e una posata nel lavandino è solitudine, un mangiare tanto per è solitudine, la tv sempre accesa è solitudine, una libertà che è prigionia è solitudine. Così si aspetta la sera, due pasticche e dormire. Scrivere perché non si può parlare. Questo nido vuoto, popolato da ricordi, rimpianti, pensieri. Un goccio in più ti aiuta e viene la voglia di confidarti ad un foglio bianco che si anima di vita.

L’ anulare disadorno da un senso di vuoto e nessun altro anello lo riempirà.

Il giardino è abbandonato “ eppure qualche rosa è nei rosai, qualche timida erba odora”

Conoscevo bene ogni angolo nascosto del mio amato “ ragazzo”,credevo. --------------------------------------------------------------------------------------- . .

Questa è solo un’ esperienza di vita vissuta da troppe donne che, e solo loro potranno capire,.il resto della storia finisce male, forse peggio..non ho esagerato una virgola, forse ho edulcorato e sorvolato per non essere catastrofica..sono stata una donna allegra spiritosa e piena di vita per tanto tempo, finché ci ho creduto. Ora queste lacrime che ho versato e che verso, non le asciuga nessuno, affogheranno il cuore che mi fa tanto male e corre forte contro il tempo. Mi manca un abbraccio, una carezza, un conforto, un dialogo, un po’ di comprensione, mi manca un affetto. Questo mi ha riservato il destino alla fine della mia vita. Il mio perfido padrone mi ha abbandonata sola sull’ autostrada ed è inutile aspettare. Forse non mi sono mai amata, ho amato solo i sentimenti che mi hanno ingannata, tradita, uccisa, mamma ho buttato tutto quello che mi hai donato.

Il. tempo che dovrebbe cicatrizzare le ferite, non arriva ancora.

.Questo racconto è triste e forse noioso. Si sopravvive


alida34 27/12/2016 17:08 1 918

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«una vita che è scorsa nei ricordi veloci di un mattino ancora stordita.»

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«Ho letto tutto con molto interesse, la prima parte mi ricorda la vita vissuta da mia madre, anche lei ha subito per tanti anni le violenze e l'egoismo maschilista di mio padre. Nella seconda parte mi sono sentita felice per te, finalmente ti sei ribellata e hai pensato anche al tuo bene, con coraggio hai affrontato i giudizi di tutti per un amore vero che ogni essere umano merita e nel continuare a leggere speravo che la favola continuasse fino in fondo. Ma la vita ci riserva sempre soprese e quell'amore per cui hai affrontato tutto ti ha lascia per sempre, capisco il dolore fortissimo che hai provato e che stai ancora provando. Credo che i trenta anni che hai vissuto felicemente valevano la pena di affrontare qualsiasi cosa. Mi hai emozionato»
Mirella Santoniccolo Mairim14

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