Sarà il 2021. Facendo una passeggiata a Posillipo, Anter, ormai settantenne, incontrerà per caso, dopo quasi cinquant'anni, l'ultraottantenne professor Dosil, che era stato, un tempo, il relatore della sua tesi di laurea.
Si riconosceranno con difficoltà, ma saranno entrambi contenti di rivedersi. Il professor Dosil ricorderà la bravura di quello studente ventenne, e Anter dirà che i casi della vita lo avevano portato a doversi accontentare della docenza nella scuola media, ma che in privato egli aveva continuato a dedicarsi agli studi linguistici.
- Una trentina di anni fa, più o meno in concomitanza della caduta del Muro di Berlino, feci una ricerca su una ventina di lingue europee, cercando di coglierne aspetti raramente evidenziati, ma essa, con gentilissime lettere di risposta, mi fu rifiutata da parecchie case editrici.
- Vuole presentarla al prossimo congresso di Linguistica, che si svolgerà a Capri quest'estate?
- Grazie, professore, sarà finalmente un'occasione per mostrare di valere qualcosa.
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La sala dei congressi del lussuoso albergo di Capri sarà quasi piena di gente quando Anter, visibilmente imbarazzato, comincerà a parlare.
- Signori, grazie alla gentilezza del professor Dosil posso qui esporre alcune mie considerazioni linguistiche, che altrimenti sarebbero rimaste confinate all'interno della mia casa, e sarebbero morte con me.
Ho esaminato, trent'anni fa, le cinquecento parole più usate di venti lingue europee. Cinquecento parole sono sufficienti per rendersi conto di alcune caratteristiche delle lingue di cui ora voglio parlare, ponendole in ordine alfabetico.
Anche se a rigore l'arabo non dovrebbe essere considerato una lingua europea, non si può dimenticare l'influenza considerevole che esso ebbe nel nostro continente a cavallo tra l'epoca di Cristo e l'attuale, con epicentri importantissimi in Spagna e in Sicilia. Inoltre l'arabo, a causa delle sempre più consistenti immigrazioni dal Maghreb e da altri Paesi in cui costituisce la lingua di cultura, verso la Francia dapprima ed altre nazioni, tra le quali la nostra, poi, può essere ormai considerato come una lingua di nuovo familiare in un continente dal quale era stato scacciato più di 500 anni fa.
Le rarissime concordanze dell'arabo scritto con altre lingue sono del tutto casuali, essendo esso dotato di un altro sistema di scrittura. Per l'orale, è naturale che l'arabo trovi le somiglianze maggiori con l'ebraico, appartenendo entrambe le lingue alla famiglia semitica.
Il basco è una lingua non indoeuropea parlata nella zona pirenaica occidentale (nelle province spagnole di Alava, GuipÚzcoa, Navarra e Vizcaya, ed in due o tre dipartimenti francesi). Teoricamente, esso dovrebbe essere parlato da più di tre milioni di persone, ma in pratica "soltanto un abitante su quattro dei Paesi Baschi capisce il basco" (H. M. Enzensberger, "Ah, Europa! " ) .
Nel passato, però, il basco era una delle lingue più diffuse in Europa; per rendersene conto basta leggere il nono capitolo del "Pantagruel" di Rabelais, pubblicato nel 1532, che presenta lo stesso discorso di Panurge nelle lingue straniere più usate all'epoca in Francia: tedesco, italiano (la lingua straniera più conosciuta allora in terra francese) , scozzese (sostituito dall'inglese solo nelle edizioni successive! ) , basco, olandese, spagnolo, danese, ebraico, greco antico e latino (oltre che in alcune lingue di fantasia) .
I legami del basco con lo spagnolo e con le altre lingue neolatine sono abbastanza labili: essi sono dovuti soprattutto a prestiti, nonché ad alcune ardimentose trasformazioni di parole latine.
Il catalano "è una lingua neolatina, aulica, elegante, ma insieme nervosa e immediata, dotata di una vastissima gamma sillabica, dai mono ai polisillabi, e di una estrema varietà tonica, dal tronco al bisdrucciolo. Ha la duttile sinuosità del francese, l'armoniosa misura dell'italiano, la secca immediatezza dell'inglese e la cadenza strisciante del tedesco con la massiccia corpulenza dello spagnolo" (A. Faccio) .
Purtroppo, nonostante il catalano, insieme al basco e al gallego, sia stato riconosciuto negli ultimi anni lingua nazionale della Spagna (accanto allo spagnolo, lingua ufficiale) , secoli di predominio castigliano e, per ultima, la dittatura franchista, hanno affievolito alquanto l'impiego di questa lingua, usata da ben meno dei sette milioni circa di parlanti potenziali.
Ci sono strettissimi collegamenti con lo spagnolo, anche se il numero di parole orali in comune risulta più elevato (34 su 500) con il dialetto napoletano, a causa del retaggio dell'antica dominazione aragonese in terra partenopea.
Il croato si differenzia dal serbo praticamente solo perché usa l'alfabeto latino al posto di quello cirillico: i lessici delle due lingue sono in realtà uguali, anche se sono veicoli di culture e religioni profondamente diverse.
Le somiglianze maggiori del croato scritto vanno in direzione dell'altra lingua slava scritta in caratteri latini e considerata nel mio studio, il polacco, mentre all'orale il croato assomiglia più al russo (per cui si può ragionevolmente dedurre che un'indagine condotta sul serbo avrebbe dato come risultato una sua vicinanza al russo estesa su tutti i fronti) . Non sono invece per nulla significative le somiglianze col tedesco, nonostante la dominazione austriaca durata quattro secoli (fino al 1918) .
Il danese, attualmente parlato solo in Danimarca, era anticamente più importante, quando per esempio la piccola nazione aveva accorpato (nel Quattrocento) Svezia e Norvegia.
Il danese trova naturalmente le corrispondenze maggiori all'interno del gruppo delle lingue germaniche (prima di tutto con il neerlandese e poi col tedesco) .
L'ebraico ha delle vicissitudini assai particolari: dopo essere stato la lingua della Bibbia, è rimasto come congelato per quasi due millenni, dalla distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte di Tito nel 70 d. C. , con conseguente diaspora di tutto il popolo ebraico, alla creazione, nel secondo dopoguerra, dello Stato d'Israele. In questo lungo periodo la lingua è sopravvissuta soprattutto per essere adoperata nelle funzioni sacre all'interno delle sinagoghe, anche se i suoi mitici soli seimila vocaboli usati nella Bibbia sono un po' aumentati per necessità pratiche. Attualmente il governo israeliano continua a sforzarsi per imporre la lingua non soltanto a livello ufficiale, ma nell'uso di tutti i giorni.
A rigore l'ebraico non deve essere considerato una lingua europea, ma non si può fare a meno di ricordare l'apporto che la diaspora ha dato alla cultura del nostro continente nel corso di tanti secoli, se non direttamente attraverso la lingua, senz'altro mediante la "forma mentis" ad essa collegata.
Dopo l'arabo, la lingua che all'orale trova maggiori somiglianze con l'ebraico è lo spagnolo, forse a causa del forte peso che la diaspora ebbe in Spagna fino alla fine del XV secolo.
L'esperanto è la più conosciuta fra le lingue artificiali universali. Fu creato alla fine dell'Ottocento dal medico polacco Zamenhof.
L'esperanto si caratterizza per la sua semplicissima grammatica e, anche se non ha incontrato quel successo e quella diffusione nel mondo che i suoi sostenitori si auspicavano, è più usato di quanto comunemente si creda. La lingua è stata modellata essenzialmente sulle lingue neolatine e, in second'ordine, anche su quelle germaniche e slave.
Il francese è stato per circa due secoli la lingua senz'altro più importante dell'Europa. Già nel 1784, infatti, Rivarol ottiene il premio dell'Accademia di Berlino per il suo "Discours sur l'universalité de la langue française" . E' un lavoro nel quale l'autore sviluppa le ragioni di un sentimento di superiorità della lingua francese, divenuta lingua diplomatica internazionale dopo il trattato di Rastadt ( 1714 ) e lingua di cultura di quasi tutta l'Europa, soprattutto a causa della sua chiarezza e razionalità. Solo da una cinquantina d'anni l'inglese sembra aver preso il suo posto, con grande rammarico e continue amarezze dei professori di Lingua francese!
Il francese trova le maggiori somiglianze scritte nel catalano (ritenuto infatti, anche se nel complesso a torto, da alcuni studiosi più parente del francese che dello spagnolo) , mentre all'orale, per l'identicità della pronuncia (21 parole su 500) , si avvicina di più al portoghese, forse per la grande importanza esercitata, nella nascita di entrambe le lingue, dalle parlate provenzali.
Nonostante l'indipendenza della Grecia moderna sia anteriore, anche se di poco, a quella dell'Italia, la sua lingua (il greco moderno) , ha trovato solo da pochi anni la definitiva codificazione.
A parte la forte parentela col greco classico, il greco moderno, pur presentando labili somiglianze con le altre lingue, privilegia i rapporti con le più vicine ed influenti, l'italiano (e il latino) in primo luogo, ma anche le lingue slave. Non sembra invece aver lasciato quasi nessuna traccia il turco, nonostante la lunga dominazione ottomana sulla Grecia (1453 - 1820) .
Tralascerò l'importanza della lingua inglese nel mondo, argomento ormai arcinoto, trito e abusato anche dai profani.
E' evidente come il neerlandese, in quanto dialetto tedesco a metà strada tra la Germania (da cui provenivano gli Angli e i Sassoni che invasero l'isola britannica nel V secolo d. C. ) e l'Inghilterra, conservi le maggiori affinità con l'inglese, subito tallonato dal danese, a causa della breve (una trentina d'anni all'inizio dell'XI secolo) ma intensa conquista dell'isola da parte di quegli Scandinavi.
Ma forse il dato più interessante da rilevare è il numero relativamente elevato (23 su 500) di parole scritte nell'identico modo in inglese e in francese: tutte queste parole furono portate nell'isola dai Normanni francesi, durante la loro dominazione sull'Inghilterra durata dal 1066 al 1154. Si calcola infatti che il francese abbia prestato all'inglese (anche se in forme spesso simili, ma non uguali) qualcosa come diecimila voci (solo il 2% del lessico inglese se si considerano le cinquecentomila voci del dizionario più ricco del mondo, l'"Oxford English Dictionary" , ma quasi il 20% se si tengono presenti soltanto le cinquantunomila voci - quante ne ospita, di solito, un dizionario "normale" - del "The Concise Oxford Dictionary of Current English" ) .
Signori, s'è fatto tardi, e la stanchezza dovuta all'età si fa sentire. Se vi farà ancora piacere ascoltarmi, parlerò domani di altre dieci lingue. Buona notte.