Non si può fare la parodia di tutto, i ragazzi devono capire che la vita va presa sul serio e i libri non si devono mettere da parte; bisogna riscoprire il piacere di leggerli senza per forza dover ricercare tutto su internet, perché si rischia che tutto si appiattisca su uno schermo virtuale, svuotando la conoscenza della sua sostanza, lasciando che si perda la spinta motivazionale nella ricerca del sapere senza esser mossi da sincera curiosità che è propria di ciascuno, curiosità che non pungola più i ragazzi, completamente o in parte distratti dal subdolo di una realtà rarefatta, disinteressati totalmente o in parte allo studio.
Con aria sorniona alcuni sbirciano fuori dalla finestra, il chiacchiericcio continuo in sottofondo rende l'atmosfera carica di brusio fastidioso; altri appallottolano cartacce, giocano con le penne, si stuzzicano per attirare l'attenzione.
C'è chi invece, prende appunti, fingendo di ascoltare la lezione, ma chissà dove vaga la mente, pensieri già lontani dal chiuso di un'aula dove non si respira che la muffa di vecchio, tra muri sgretolati e il decadente profilo di ogni cosa che perde interesse agli occhi di chi osserva e non si ritrova a suo agio in una scuola decrepita, lasciata morire mentre segue un decorso inevitabile. Con aria stizzita l'insegnante chiede dove siano i libri, visto che per l'ennesima volta solo due o tre rammentano la loro esistenza, semmai si ricordino di andare oltre le figure della copertina nuovissima di zecca! Insomma, costa fatica per le braccia mollicce caricarsi dell'inutile peso, tanto non serve studiare, è una perdita di tempo, o un semplice diversivo per chi non vuol restarsene a casa a sentire le strigliatine di mamma e papà che continuamente rimbrottano i loro figli, ma evidentemente non si accorgono di averli già persi; figli cresciuti troppo in fretta, hanno bruciato le tappe della loro vita considerandosi già grandi e maturi, poco più che adolescenti fumatori, incalliti ragazzetti pronti a lanciare una sfida contro tutti pur di affermare la reclamata indipendenza. Giovani senza identità, bevono e si divertono, sprecano la felicità dentro a un bicchiere di alcool, o scambiano la droga per zucchero dolce che abbevera le loro ingenue voglie. Poveri angeli inorgogliti dai sentimenti accesi, troppo audaci per ascoltar saggi consigli, si buttano a capofitto nel precipizio non considerando che la vita è breve, bisogna riscoprirne il valore seguendo le tappe graduali che li porteranno a conseguire la sperata maturità.
Dove andranno a perdersi i nostri giovani? Forse tra le illusioni di facili scorciatoie che non portano alla salvezza, errori e sbagli di percorso che interrompono bruscamente il loro cammino?
I giovani hanno bisogno di imparare, a loro spese, che non tutto è gioco, occorre responsabilizzarli sul senso di ciò che è prezioso per il futuro, qualcosa che loro stessi riconoscono come un diritto, ma che stanno sprecando inutilmente; non rendendosi conto che senza il loro apporto anche la scuola si riduce all'essenziale, in un attimo potrebbe essere svuotata del valore rispettabile che da sempre detiene.