Ero morto da settimane, quando mi trovai davanti la porta di casa, con le chiavi che tremavano tra le mie mani.
Non so quanto tempo restai fermo, prima di riuscir a varcare la soglia.
Solo un pò di luce entrava dalla finestra del soggiorno, andai a chiudere quell’ ultimo spiraglio.
Non volevo vedere, bastava già sentire il profumo per tagliarmi il respiro.
Iniziai a udire il silenzio, quel silenzio, che apre il cuore ai ricordi.
Mi buttai sul divano, iniziavano ad affollarsi nella mente, i pensieri di quella casa svuotata dai rumori, dai giochi e dalle gioie,
Piansi per paura di ricordare, mi addormentai per fuggire!
Non sognai nulla, o quanto meno non ricordai nulla di quel sonno, e ne fui felice.
Mi alzai frastornato, era già notte, perchè non c’ erano più spiragli di luce che entravano dalla finestra, mi sentii solo, ero solo.
Sentivo la gola secca, mi trovai davanti a un buono vecchio whisky, ne bevvi un paio di sorsi direttamente dalla bottiglia.
L’ alcool lentamente bruciando mi diede il coraggio e le forze di attraversare la casa.
Arrivai davanti la stanza di mio figlio, da tempo era la nostra stanza, da quando sua madre era morta, si dormiva insieme, i nostri abbracci ci riscaldavano, i nostri baci ci rafforzavano.
Eravamo due uomini forti.
Mi fermai davanti la porta. Non riuscii ad entrare, mi sedetti per terra, e lentamente mi distesi sul pavimento, era freddo, la gamba tornò a farmi sentire il suo dolore, provai a trattenere le lacrime.
Mi addormentai pensando di essere morto.