Fuori la neve scendeva a grossi fiocchi e il freddo era secco e pungente, le luci esterne del Natale rendevano la neve luminosa, che aveva ricoperto tutto il paesaggio di un manto spugnoso. Nonostante il freddo, la gente si preparava a festeggiare quella notte speciale, era la notte di Natale.
Luca non era contento quella sera, era un bambino annoiato e silenzioso, osservava dalla finestra tristemente la neve cadere e soffiava il suo alito caldo sui vetri gelidi, poi con il suo ditino tracciava dei disegni, ma non pensava proprio ai regali che Babbo Natale gli avrebbe deposto sotto l’albero. Nessuna curiosità lo spingeva a fantasticare sui quei doni , tanto lui era un bambino per certi aspetti fortunato, non gli mancava proprio nulla, aveva tantissimi giocattoli, proprio tanti…che non aveva più voglia di giocarci.
Altre cose lo incuriosivano e poi lo rattristavano….mentre continuava a guardare la neve cadere giù lentamente. D’un tratto, mentre il suo ditino disegnava goffe figure su vetri, sentì bussare con il suo beccuccio appuntito, proprio lì, dove il suo ditino disegnava: “toc..toc…”, con stupenda meraviglia si accorse che era un pettirosso infreddolito. L’uccellino vibrando continuò: “toc..toc.. fammi entrare ti prego! Non vedi che ho molto freddo!” Il ragazzino si girò chiedendosi chi avesse parlato, ma la mamma era in cucina a preparare la cena di Natale, papà guardava la tv, i nonni e gli zii ancora non erano arrivati.
Allora il pettirosso continuò: “Sono proprio io, aprimi, perché sto congelando dal freddo e ho tanta fame!” Luca sbigottito aprì piano la finestra e senza dir nulla gli porse il suo ditino, il pettirosso vi saltò sopra e gli disse: “ Potresti darmi delle mollichine di pane? Perché da due giorni cerco cibo e non trovo nulla da mangiare, e il freddo mi sta uccidendo.”.
Luca dopo aver chiuso piano la finestra, strinse delicatamente il pettirosso nella sua piccola mano e la nascose sotto il maglioncino, andò in cucina prese del pane e silenziosamente salì le scale per andare nella sua cameretta. I suoi genitori non si accorsero di nulla, quando arrivò, chiuse la porta e si sedette sul lettino, poi uscì piano il pettirosso da sotto il maglioncino e lo pose a terra, prese il pane lo sbriciolò accuratamente e lo depose accanto all’uccellino. Il pettirosso emise un allegro cinguettio e iniziò a mangiare le mollichine di pane, quando ebbe finito, disse a Luca: “ Tu sei un bambino molto buono e hai un gran cuore, ti ringrazio di avermi salvato la vita.” Il pettirosso continuò: “ Pur essendo un bambino buono, sei anche un bambino molto triste, io so per certo, che qualcosa ti manca, ma non sono i giocattoli, è qualcosa di più. Dimmi Luca perché sei tanto triste e tanto solo?” Luca rispose: “Sembra che tu mi conosca bene e sai molte cose di me, come hai fatto a sapere tutte queste cose?” e il pettirosso rispose: “ Sai, in quest’albero vicino la tua casetta, i cui rami sfiorano la finestra di questa cameretta, è proprio qui, che io vivo, qui ho il mio piccolo nido, da cui ti ho sempre osservato.” Rispose Luca: “ Ma io non ti ho mai visto cantare, non ho mai visto il tuo nido, non ti ho mai visto volare.” Il pettirosso rispose: “ Eri troppo preso dalla tua tristezza per vedermi cantare.” E detto questo il pettirosso svolazzò verso la piccola finestra, anche Luca si avvicinò, dove si pose l’uccellino.
Luca dopo avere scostato la tenda, aprì la finestra, guardò l’albero e sorrise di gioia.. Poi ad un tratto disse all’uccellino: “ Allora dovresti sapere che sono un bimbo malato e che non posso giocare con gli altri bambini, non posso andare in bicicletta, non posso correre per i campi!” Rispose il pettirosso: “ Si lo so bene!” e Luca continuò a dire: “ Vorrei poter guarire, essere come tutti gli altri bambini, non voglio nessun regalo a Natale, ma solo essere un bambino sano!” Il pettirosso si commosse, quando vide scivolare una lacrima dai suoi limpidi occhi azzurri e disse: “ Questa notte è la notte di Natale, la notte in cui nasce Gesù Bambino, tu credi in Gesù bambino?” Luca rispose: “ Si certo, anche se vorrei tanto vederlo!” E il pettirosso rispose: “ Adesso non si può, ma se guarderai il cielo questa notte vedrai la sua Stella. ” Luca alzò gli occhi verso il cielo che all’improvviso divenne limpido, la Stella era lì, che splendeva di una luce meravigliosa, brillava più che mai, in una notte serena costellata di stelle, mentre un attimo prima nevicava fitto.
Niente di più bello avevano visto gli occhi di Luca che adesso brillavano di gioia.
Il pettirosso gli disse: “Ora, esprimi il desiderio più grande che hai racchiuso nel tuo cuore, vedrai che presto si realizzerà.” Egli guardò il pettirosso per un attimo, poi si girò a guardare la Stella che brillava di una luce radiosa ed esclamò con un fil di voce: “ Stella di Gesù Bambino, il mio desiderio più grande è quello di poter guarire, essere un bambino come tutti gli altri, poter giocare e correre per i campi, questo è l’unico desiderio che ho nel cuore.” Luca diede un bacio alla Stella e continuò ad osservarla con grande meraviglia e stupore, dopo aver guardato a lungo si girò verso il pettirosso e si accorse che non c’era più. Lo cercò per tutta la sua cameretta , sotto il letto e negli angoli ma non lo trovò, infine si chiese dove fosse volato.
Luca non si accorse che il piccolo pettirosso era volato via mentre proprio ammirava la stella di Gesù Bambino.
Sentì la voce della mamma che lo chiamava...chiuse la finestra e si precipitò giù per le scale……
Da quella notte Luca lentamente guarì dalla sua malattia, divenne ciò che egli desiderava:" essere un bambino sano." Continuò le notti seguenti ad aprire la finestra della sua cameretta per guardare il cielo ma non vide più quella grande Stella luminosa e nemmeno il pettirosso, che cercò invano fra i rami di quell’albero di rimpetto alla sua finestra, né mai più lo vide.
Il pettirosso della notte di Natale era stato mandato a Luca da Gesù Bambino affinché si esaudisse il suo più grande desiderio.