Arriva sempre un momento in cui fai il punto della situazione, ti guardi intorno, vedi la tua famiglia e ti fai una domanda.
"Ma siamo proprio sicuri che sia la MIA famiglia?"
No, non sto parlando di quella d'origine dove, peraltro, ho sempre inutilmente sperato di risultare adottiva, ma mi riferisco alla famiglia per la quale lavoro, senza stipendio alcuno, da una trentina d'anni.
Cominci col porti un interrogativo sociale: "Perché hanno tutti un cognome diverso dal mio?"
E si che, se ricordo bene, in quei due serial killer, che si spacciano per figli ed infestano la mia casa, qualche apporto genetico ce l'ho messo e, se non sbaglio, per nove mesi hanno abusivamente occupato la mia pancia ed erano degli sconosciuti, fortemente alieni e tremendamente ingombranti!
Ma, guarda caso, hanno lo stesso cognome del contributore alla procreazione che, è si un buon padre, ma, un pochetto, anch'io faccio la mamma.
Non che ne sia proprio convinta, ma mi adeguo al ruolo.
Vabbè, penserete voi, ma qualche somiglianza, che lasci intendere la parentela, ci sarà.
Ebbene, NO!
Neanche il serial killer femmina mi somiglia.
Non so se partire da una disamina dettagliata delle lampanti differenze fisiche o se narrare alcuni episodi che focalizzano il problema.
La seconda.
Inizierò narrando la tremenda tenerezza con la quale il serial killer maschio (23 anni, un- metro- e-ottanta- e-oltre- assai) si è rivolto a me durante l'ultima uscita al supermercato: "Però che vergogna mi tocca andare in giro con una nana da giardino".
Indovinate chi è la nana a cui si riferiva?
Ma la cosa peggiore è stato lo sguardo dolce e comprensivo di chi, nonostante il tuo terribile handicap, ti vuole bene.
Istantaneamente s'appalesa la frase preferita di mia madre: "Io ti ho fatto e io ti disfo!", ma il contesto è troppo divertente e devo fare un'enorme sforzo per non scoppiare a ridere, quindi, conservo la "perla di saggezza" per un tempo a venire.
Non meglio funzionano le uscite con la prole femmina.
Ella, noncurante, cammina con eleganti falcate; alta, snella e con delle gambe così lunghe che, se parti a guardare i piedi, quando arrivi alla coscia è finita la giornata.
Ebbene d'un tratto pare accorgersi del mio arrancare, perché io sono NORMALE, non ho lunghi trampoli al posto delle gambe, si volta e dice: "Ok, rallento."
Sarà stato il mio sguardo 50% "Ti uccido" e 50% "Abbi pietà di me" che le ha fatto ridurre l'andatura, ma non dura molto, colpa delle sue gambe, troppo lunghe e troppo giovani.
E poi, non bevono, non fumano e non fanno cazzate... non possono essere figli miei!
Ricapitoliamo: non hanno il mio cognome, non hanno gambe NORMALI, non mi somigliano, non fanno cazzate, sono alti, sono magri e mi guardano con la tenerezza che si riserva ad un'animale domestico,... non possono essere miei parenti!!! (e fanculo il DNA)
Ora m'arrovello in un quesito:
sulla base degli elementi sopracitati, supponendo che io stia in vacanza da un mese a oltre mille chilometri dalla FAMIGLIAGAMBELUNGHE e che loro non mi abbiano degnata di una telefonata; la domanda è:
-Ma chi me lo fa fare di ritornare???-
Buone vacanze a tutti, anche agli estranei della FAMIGLIAGAMBELUNGHE.