Sono andato a trovare Johnny, non ci si vede da un po ormai, mi aspetta sempre lì, al solito posto, non certo tra i più congeniali per un ritrovo conviviale o per passare del tempo, ma solo lì io e Johnny riusciamo ancora ad incontrarci.
Mi siedo di fianco a lui, sarà un riflesso della luce ma la sua espressione oggi ha qualcosa che somiglia ad un sorrisetto ironico.
Johnny, nomignolo affibbiatogli sin da piccolo (il suo nome è Giovanni), non è mai stato di molte parole, il classico tipo da battuta fulminante piuttosto. Lui è sempre riuscito con due parole a "battezzare" qualsiasi situazione e qualsiasi persona con un'ironia ed un disincanto che lo rendono unico.
Siamo sempre stati inseparabili, fin da ragazzi, così diversi e per questo perfettamente complementari, io piuttosto introverso dopo un'adolescenza solitaria passata sopra i libri e condita da mille fantasie e turbamenti, lui al contrario socievole e solare, uno spirito libero.
Le nostre vite si incrociarono per caso, attraverso amici comuni.
Ricordo ancora una sera d'estate, un gruppo di amici tra cui alcuni compagni di scuola, una serata in discoteca da organizzare, un'auto assolutamente da riempire così da mettere insieme i soldi per la benzina ed un ragazzotto impacciato (il sottoscritto) capitato lì al momento giusto per rendersi utile alla causa e reclutato quindi al volo!
Quella fu la mia prima uscita, ne seguirono infinite altre che diedero l'addio definitivo a quel "ragazzotto impacciato" e solitario !
Col tempo poi il gruppo si sfaldò, molti presero altre strade a causa del lavoro, delle donne, di alcuni guai.
Rimanemmo io e Johnny , che nel gruppo avevamo quasi immediatamente legato, a condividere quella nostra gioventù che volevamo ancora vivere a pieni polmoni !
Ed oggi eccoci qui ancora insieme!
C'è un sole strano, fastidioso ed appiccicaticcio, in questo pomeriggio di tarda estate:
- "Oggi non rimarrò molto Johnny, ho un pò da fare, fa caldo e poi stamattina al lavoro è stata tosta,sono stanco, con questa accidente di temperatura non sono neanche riuscito a schiacciare il mio solito pisolino! Almeno qui è ombreggiato, si sta bene... beato te."
Mi pento subito di questa pessima uscita, mentre lo sguardo di Johnny ora sembra rabbuiato.
Che tipo Johnny, era davvero un grande! Lui sì che faceva sempre ridere tutti, con le sue "gag" semiserie con me che, col tempo, ero diventato una buona spalla, riuscendo a dargli sempre la giusta sponda per farle riuscire appieno!
Con le ragazze andava forte assai più di me, col suo sguardo un pò scanzonato e con il suo caschetto biondo conquistava chiunque. A me invece rimanevano le "riserve", oppure quelle troppo sofisticate che a lui non andavano affatto a genio.
Ci piaceva far tardi la sera nei locali ma sapevamo divertirci senza eccessi, almeno fino a quella sera,quella maledetta sera dove tutto cambiò!
Vorrei rimanere ancora un po' con Johnny ma ho da fare questo pomeriggio, nulla di che, piccole commissioni, come quotidianità comanda e prima devo anche fare un salto dai miei.
Tra l'altro quest'oggi non sono di gran compagnia, quel nodo che mi prende alla gola ogni volta che passo del tempo con Johnny, oggi è ancora più presente e soffocante, sento il bisogno di andarmene, lui capirà, Johnny in fondo mi capisce sempre.
- "Vado via amico mio, tornerò presto non preoccuparti, ho anche sete e devo bere qualcosa, tranquillo Johnny, solo una coca... lo sai che non bevo più... non più, non dopo quella sera."
-Già..."quella sera"!
Un locale semi-deserto, un pò di stanchezza, molta noia. Avevo mangiato poco durante il giorno, un fastidioso bruciore di stomaco mi aveva consigliato di stare leggero, forse per quel motivo un paio di gin-tonic si erano fatti sentire più del dovuto.
Non ero mai stato un gran bevitore e non ero mai andato oltre un bicchierino a sera ma quella volta , il caso o il destino, mi fecero passare al secondo.
Uscimmo che non era tardissimo, mi sentivo bene in apparenza e mi misi alla guida senza realizzare che quella sera avevo bevuto più del mio solito.
Ripresi i sensi, ritrovandomi sbalzato fuori dalla mia auto uscita di strada e finita giù per un dirupo.
Me ne sto andando e quasi dimentico di lasciare il vasetto di fiori comprato per Johnny, lo sistemo con cura sul piccolo ripiano davanti alla lapide.
Guardo ancora una volta la sua foto che mi fissa con un'espressione che sembra ogni volta diversa ma non è che il riflesso dei miei mutevoli stati d'animo, uno scherzo della mia immaginazione.
In quel maledetto incidente io me la cavai con qualche ammaccatura poco più, essere sbalzato fuori dall'auto fu la mia salvezza.
Johnny non fu così fortunato, lo estrassero dalle lamiere con fatica, morì poco dopo, prima ancora di arrivare in ospedale.
- "Ciao Johnny, ti voglio bene!"
Sto quasi per dire "stammi bene" ma non è il caso di accomiatarmi con un'altra delle mie battute infelici.
Dopo la morte di Johnny è morta anche una parte di me, convivo ogni singolo giorno col peso sempre più insopportabile della colpa e del rimorso, un peso che mi sta uccidendo lentamente e forse in qualche modo mi ha già ucciso... ucciso dentro!
Non sono mai riuscito veramente a staccarmi da Johnny, ne ad accettare la sua morte o meglio ad accettare che la mia superficialità e la mia stupidità lo abbiano ucciso.
Lancio un ultimo sguardo alla sua tomba mentre mi dirigo lentamente verso l'altra ala del cimitero dove riposano le spoglie dei miei genitori.
E con loro implacabili ad attendermi, altri ricordi da affrontare ed altri "perdono" da chiedere.