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Sandra aveva deciso in quel piacevole pomeriggio di primavera di fare visita ad una cara amica che non frequentava da tanto. Con lei era voluta venire anche la sua giovane figlia Martina, perchè si ricordava bene di quanto l'ultima visita le fosse piaciuta. Giovanna, era stata compagna di scuola di Sandra, generosa leale, con lei si stava bene assieme. Aveva avuto la fortuna di sposare un ricco commerciante e quindi, la sua abitazione non era il solito appartamento, ma un'ampia ed elegante villa alla periferia della città con un vasto parco che la abbelliva attorno. Quando arrivarono, dopo gli affettuosi saluti, Sandra e Giovanna, si accomodarono in salotto con l'impaziente desiderio di raccontarsi una dell'altra bevendo un buon caffè,mentre Martina faceva intuire la smania di rivedere il giardino e giocarci un po'.Giovanna le disse:” Esci pure all'aperto, là, tra le piante, avrai certamente tanto da osservare e stupirti, e se lo desideri, potrai cogliere il fiore che ti piacerà di più.” Non se lo fece ripetere due volte, a saltelli guadagnò il bel giardino che come allora la stupì ancora. Come erano grandi i rigogliosi cedri del Libano con quell'odore acre intenso, ma profumato, qualche Camelia esponeva i rosa boccioli come fermagli su di una chioma, le aiuole con le Ortensie ancora indecise se aprire le loro teste verdi, ai lati di studiati vialetti, del bosso abbassato dalle mille foglioline verde bottiglia. Qua e là lo sguardo di Martina, come una farfalla, si posava sui capolini colorati delle Surfinie, delle Dalie, dei Narcisi, rendendola così partecipe di quello spettacolo, eppoi quella Bouganville arrampicata sulla facciata della villa, tutta rossa, che il vento stuzzicava dolcemente ed essa nel farsi capire che gradiva, lasciava staccare dal suo cuore brattee ovali simili a lanterne gonfie che a terra dolcemente planavano. Tuttavia, ciò che la lasciava senza parole, era lo spettacolo delle rose, in aiuole o rampicanti, gialle, rosse, rosa che si esibivano alla vista del visitatore, vanitose, bellissime con i setosi petali e il loro profumo quasi stordiva affermando che esse rimanevano le regine. Come era felice Martina, saltellava e cantava, mentre i passeri si univano a lei gioiosi. Sentiva il desiderio di coglierne qualcuno di quei odorosi fiori, ma non si decideva ancora, il suo sguardo frugava in ogni angolo, poi, inaspettatamente s'accorse d'un grazioso cespo di fiorellini gialli a ridosso del muro che limitava il giardino, tra l'erba scomposta, forse un po' dimenticata, appariva solitario, ma di spicco tra quel verde; lei s'accostò delicata e con sua sorpresa un fragrante sconosciuto profumo le entro dalle nari, lo respirò con piacere,, allora quei fiori li raccolse ad uno ad uno, li strinse in un mazzolino e corse in casa dalla mamma gridando:” Guarda che belli, senti che profumo!.”.Al vederla Giovanna meravigliata le chiese:” Come mai, Martina, con tanti stupendi fiori che ci sono nel giardino, curati così bene dal mio giardiniere, non ne hai preso nessuno, anzi hai colto degli insignificanti fiorellini di cui nessuno si ricorda il nome, perchè sono così banali.” Le rispose Martina:” Si lo so, il tuo giardino è pieno di stupendi fiori che tutti conoscono e desiderano possedere nei loro giardini o sui balconi, ma questi, che io ho colto, sono il pensiero spontaneo della Primavera, ed inoltre hanno quel profumo che pochi possiedono, quello della naturale Semplicità. |
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