Giuditta, era stufa di viaggiare in lungo e in largo su quel treno, ormai era tanto che attendeva due manine paffutelle e piccole che la liberassero da quel sacchetto, là dentro, in quel sottovuoto asfissiante, non respirava più.
Il sole, dal giorno della sua friggitura, non lo aveva più visto e il suo bel colore dorato stava perdendo di brillantezza.
Le sue compagne di sacchetto, non comprendevano tutta quella fretta di essere mangiata e gustata, la ritenevano folle in questo suo desiderio … ma Giuditta non demordeva, si agitava dentro quel sottovuoto, ballando di continuo mentre il treno sfrecciava sui binari.
Un sabato come tanti, la stazione brulicava di turisti, pendolari e poveri barboni, il treno sostava in attesa della partenza, gli addetti alle pulizie si agitavo fra poltrone e corridoi.
Presto, presto, fra non molto i passeggeri entreranno e tutto deve essere pulito... gridò una voce, Giuditta in cuor suo sperava fosse l'ultimo viaggio quando....
WAMPP, improvvisamente si sentì sollevare e trascinare via, una folata di vento si era impadronita dei corridoi del treno e, giunta al vagone bar, dove il sacchetto se ne stava fra gli scaffali degli snack, con tutta la sua forza lo sollevò e trascinò fuori dal finestrino.
Le patatine, compresa Giuditta inorridirono al pensiero di sbriciolarsi, ma non si sa come, due mani delicate furono il materasso perfetto su cui atterrare.
Ordunque ... riecheggiò nell'aria, la manna dal cielo credevo fosse solo un sogno!!
A queste parole Giuditta rispose con un urlo!
Adesso ci mangerai?
La voce che apparteneva ad una barba lunga e bianca trasalì, il barbone a cui era attaccata, iniziò a girare su se stesso come una pallina, non c'era nessuno! Perse addirittura l'equilibrio nel girare dondolando e con qualche capogiro si fermò!
Ma allora chi aveva parlato?
Sono quà, urlò di nuovo la patatina dentro al sacchetto!
Santi Numi, una patatina che parla che maleficio è mai questo, esclamò l'uomo!
Nel frattempo, tutte le altre belle patatine facevano smorfie schizzinose al pensiero di essere finite nelle mani di un barbone, in quel povero sacchetto s'agitò un fuggi fuggi generale.
Calma, calma gridava la patatina!!
Dato che parli tanto, ti mangerò per prima, disse l'omone...
Allora Giuditta si senti mancare.
Sono malata, non lo vedi? Sussurrò con un filo di voce, afflosciandosi come un fiore appassito, cercando di dare l'impressione di una patatina ormai passata e ammorbidita.
Guardandola, il barbone barbuto s'impietosì e buttò lo sguardo sulle altre patatine che osservavano tutta la scena; fu il panico, di nuovo un fuggi fuggi.. chi provava ad uscire dal pacchetto, chi cercava di fare un buco in fondo per scappare!
A quel punto Giuditta che si riprese da tutto il tran- tran, scoppiò a ridere... “ Ah ah ah … ma quanto siamo stupide esclamò!
Caro barbone disse, mangia pure me per prima, è un onore essere finita nelle tue mani, sono nata per soddisfare la golosità dei bambini e invece adesso, ho un compito più grande...
Quale??????? Esclamarono tutte le sue compagne con la bocca (si fa per dire) spalancata!!
Soddisfare la fame rispose Giuditta ...
Siamo nate per uno scopo più grande e il destino, ci ha riservato l'onore di essere mangiate per fame vera... ma ci pensate, fame vera!
Siamo patate, il nostro fine è quello di essere inglobate negli intestini degli uomini, ma esserlo per bisogno, è diverso che esserlo per noia.
A quelle parole le compagne si sentirono fiere e non opposero più resistenza, mentre il barbone commosso esitò, non era più sicuro di volerle mangiare, ma Giuditta lo guardò con la fragranza del suo oro e gli sorrise...
Quella sera, un barbone solo e stanco, si sentì meno solo ...