Eccomi amici a parlare ancora di me. Che dirvi?
Mi trovai catapultata in una strada di cui non sapevo dove fosse la fine. Quella strada chiamata "Ottocento".
Bisbigli, voci, pettegolezzi, sguardi. Aiuto! Cosa mi stava succedendo? La mia mente era confusa ed anch'io onestamente.
Io, ero lì. Sola in mezzo a loro o con me stessa.
Il ticchettio dell'orologio si era fermato. In fondo, sapevo che quella strada non mi apparteneva. Eppure, in qualche modo,
volevo farci parte. Ma perchè? Intendo perchè torturarmi?
Capì che quello non era il mio mondo. Un mondo troppo classico, illusionista, snob.
Ma amici, io non sono così, intendo snob.
Sorrisini finti attorniavano l'"Ottocento". Troppi volti falsi vicino a me.
Non c'era più il tempo. Era stato annullato. Potevo contare solo sulle mie forze. Anche se mi sentivo impotente davanti
a questo mondo. Volevo cambiarlo.
Pensieri differenti, da me, ragazza del XXI secolo. Stavo ritornando indietro nel tempo, pur rimanendo nel mio.
Ma come poteva accadere tutto ciò. Un "tempo" ingiusto.
Avrei voluto ritornare nel presente, ma l'orologio non dava segnali di vita. Era bloccato. Come la sottoscritta.
Se solo avessi avuto la bacchetta magica!