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♦ Michelangelo Cervellera |
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È ancora una volta ferragosto, Cristina guarda il lungo tavolo apparecchiato sulla spiaggia. Anche quest'anno i fuochi artificiali saluteranno la fine dell'estate e lei li guarderà mentre cenerà seduta a quel tavolo enorme. Le persone che ceneranno con lei non saranno più le stesse, gli anni che sono trascorsi le hanno spazzate via. Altre persone, invece, hanno cambiato aspetto, non sono più quelle di prima... La sua vita è stata scandita da anni particolari che sono finiti il 15 di agosto e sono iniziati il 16 dello stesso mese. Si sente triste, ha sempre necessità di una buona dose di coraggio per partire, alla fine delle vacanze, e tornare in quella fredda e grigia città del Veneto dove è costretta a vivere e lavorare. Questa sera però ha bisogno d'allegria, di colore, del suo mare, del calore della gente del Sud. Questa sera si lascerà cullare dal sussurro del suo mare siciliano che, quasi immobile, lambisce la riva. Il primo scoppio, che annuncia l'arrivo dei fuochi d'artificio, fa alzare in volo numerosi gabbiani. Un enorme ombrello bianco, che diventa rosso, poi verde, poi ancora bianco, lascia piovere tante stelline d'oro e le fa dimenticare i tristi pensieri... La notte si accende dei colori dei giochi d'artificio, anche il mare si illumina e vive dei loro bagliori mentre, come per magia, tutte le altre luci si spengono. Prova una grande gioia, quasi felicità, avverte che il livello di adrenalina sta salendo dentro di lei, paura e entusiasmo si alternano. Vorrebbe che questa valanga di sensazioni non finisse mai. Chiude un attimo gli occhi, soltanto un attimo.
Attraverso gli occhi chiusi le viene incontro un'immagine che lei subito riconosce: è una scala di circa 20 gradini, una scala particolare, di legno. Dove finisce l'ultimo gradino c'è una porta marrone, chiusa. In fondo alla scala c'è un'altra porta. Fuori è notte, la scala è nell'oscurità. Cristina è seduta su un gradino, verso la porta marrone, alza gli occhi al soffitto ma sa che non lo può vedere. Al posto del soffitto vede un cuscino che lei ha in testa. Lentamente si gira, sul gradino immediatamente sopra il suo c'è suo fratello Carlo, anche lui con un cuscino in testa. Anche la nonna, la mamma e il papà hanno un cuscino in testa. Una specie di rassegnazione si insinua nel suo cuore di bambina di cinque anni. Ma ecco che il cuore di Cristina si stringe, i pensieri si fermano, sente che tutto trema e ad un tratto non vede più il fratellino, la mamma, il papà, la nonna. Ricorda un boato e tante macerie, le grida, i pianti. Nitido nella sua mente il ricordo del terremoto del 68 a Gibellina. Ritorna il terrore, le sue mani tremano...
All'improvviso un applauso fragoroso allontana l'immagine, è trascorso soltanto qualche minuto da quando Cristina ha chiuso gli occhi: la velocità della memoria. È di nuovo immersa nella fantasmagoria luminosa dei giochi d'artificio e ha il viso bagnato di lacrime. “ Domani, prima di partire, devo andare a Gibellina, devo ritrovare il luogo dov'era la mia casa, devo ritrovare i ricordi”. È questo il suo pensiero assillante: andare a Gibellina. Tre potentissimi scoppi annunciano che lo spettacolo pirotecnico è finito. Guarda sua figlia: i suoi grandi occhi neri ricambiano lo sguardo con una complicità particolare. É una ragazza matura la figlia, sembra più grande dei suoi diciassette anni ma è luminosa e solare come il cielo e il mare di Sicilia. Lo sguardo di Cristina si sposta adesso verso l'orizzonte. Il mare sembra un velluto morbido e infinito. La notte è splendida e densa di stelle, non si nota il limite tra mare e cielo. Seguirà la strada che le indicano le stelle. I cassetti più profondi della sua mente si aprono e si affollano di ricordi ma questa serata le ha dato il coraggio e l'energia necessari per ritornare a Gibellina. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Cristina è ancora una volta a cenare con i suoi amici, seduta in un enorme tavolo per festeggiare il 15 di agosto... Mentre i giochi d'artificio la meravigliano e formano fantasmagorie di colori nel cielo viene assalita da ricordi dolorosi...» |
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bellissima.....un bacio (Rosita Bottigliero)
Segnalo con piacere sei bravissima saretta (carla composto)
Racconto che scorre sul filo della memoria! fiocco (Michelangelo La Rocca)
Da non dimenticare. Coraggio e continuare a vivere ()
Un emozione leggerti,sempre, toccante (Patrizia Ensoli)
Un racconto che ci emoziona.... Bravissima Sara (Lorella Elle)
Racconto interessante...apprezzato, complimenti. (Giancarlo Fiaschi)
Emozionante, molto bello! Terremoto, attimi che (rosanna gazzaniga)
segnano per sempre la vita...complimenti Sara! (rosanna gazzaniga)
Complimenti...emozionante. Infiocco.Unabbraccio (Grazia La Gatta)
ancora vivoil ricordo di questo fatto doloroso. (emmalisa)
racconto letto con grande emozione,brava ciao. (emmalisa)
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