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Solitudine parte seconda

Biografie e Diari

Il silenzio assordante che riempiva la casa venne interrotto dall’ insistente ronzio del citofono.

Gillian si riscosse: ancora una volta Suo figlio Brad aveva dimenticato le chiavi di casa. Si asciugò le mani velocemente ed andò ad aprire, restando come sempre ad aspettarlo sulla soglia di casa.

“ Ciao”

Un monosillabo. Era più o meno quello, ormai, il rapporto che la legava a quel figlio non ancora ventenne e tanto amato.

“ Ciao”

Gillian chiuse gli occhi e ripensò a quando, tanti anni fa, tornava a casa dal lavoro affannata, col desiderio di non perdere neanche un secondo di tempo della giornata preziosa che avanzava per stare con i suoi bambini. Allora, dalle scale la raggiungevano le grida di Brad e Tricia che la chiamavano attaccati alla porta dell’ ascensore: “ Mamma! Mamma!” La felicità sui loro volti era così palese che Gillian, in una frazione di secondo, dimenticava i problemi, la fatica, la stanchezza, i sensi di colpa.

Già, i sensi di colpa. Una mamma sola cha lavora deve fare i conti, oltre che col sul suo doppio ruolo, anche col senso di colpa perché lascia i suoi figli alle cure di un’ altra. Neanche andasse a bere un caffè con un’ amica.

Quei tempi, comunque, erano passati in fretta, troppo in fretta, e rimaneva solo quel “ ciao” rappreso nell’ aria a ricordarle che non era sola.

Brad era di una bellezza rara, il volto di un ovale perfetto, i lineamenti marcati, i folti capelli castani e due occhi neri e dolcissimi che ricordavano quelli dei pirati. Solo la mascella volitiva tradiva un carattere chiuso, introverso, impenetrabile. Quando era a casa passava le giornate chiuso in camera sua. Aveva un carattere irruento, irascibile che a volte esplodeva in scatti d’ ira verbale inaspettati che, regolarmente, avevano il potere di ferire quasi quanto i suoi silenzi. Come quella volta che aveva detto alla madre con disprezzo “ sei ingrassata” E lei, ingoiando le lacrime, aveva portato i suoi silenzi ed i suoi chili di troppo nascosti dall’ ampia vestaglia in camera da letto, chiudendosi la porta alle spalle.

Gillian, sotto sotto, lo temeva. I suoi scoppi d’ ira inaspettati la lasciavano senza difese. Forse erano lo scotto di averlo cresciuto senza un padre. Quel padre che se n’ era andato quando Brad e Tricia avevano appena un anno e non si era più visto. Gillian li aveva cresciuti da sola, tra mille difficoltà, con la segreta speranza che, una volta grande, suo figlio l’ avrebbe un giorno supportata, trasformandosi in una presenza maschile di riferimento che anche a lei era mancata tanto. Invece i ruoli, beffe della vita, si erano ribaltati. Gillian era la madre e il padre e tutti gli strali adolescenziali necessari al distacco dalle figure genitoriali si erano puntati su di lei.

Lei, donna sola come tante, ingrassata, un po’ spettinata e sempre affamata di cibo e di affetto.


manuela xella 21/01/2013 11:29 759

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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