La signora Catherine si mise mentalmente a pregare:” Buon Dio ti prego, fai ritornare la mia cara nipotina... ascolta la mia accorata preghiera... illuminala, guida il suo cammino. Sono 5 anni che non ho sue notizie. Riportala da me... avrò cura di Françoise, come quando era una bambina e le rimboccavo le coperte, le tenevo una mano e aspettavo che si addormentasse. Ricordo che ha vissuto in modo drammatico la sua adolescenza... Dopo la morte tragica dei suoi genitori nei suoi occhi si notava sempre una profonda disperazione. Soffriva la vita Françoise, aveva paura di farne parte. Sospiri amari segnavano il suo giovane volto. Si sentiva diversa dai suoi coetanei e il mio amore non le bastava ma poi... incominciò a sorridere alla vita, a sperare, ad amare”.
Nonna Catherine ricordava quando la nipotina si preparava per uscire con Nicholas, come le brillavano gli occhi e che impegno ci metteva a farsi bella. Lui era il figlio dei vicini... un bellissimo ragazzo con il mare negli occhi e l'oro nei capelli. Formavano una bellissima coppia. Nicholas, un robusto ragazzo biondo e Françoise, esile e delicata, dai lunghi capelli castano dorati.
“Lo amo nonna, diceva lei... e lui mi adora. Sono felice, sai!” Poi Françoise era fuggita e di lei si erano perdute le tracce. Cosa poteva essere successo e perché sua nipote non si era confidata con lei?!...
Per prima cosa Nicholas e Françoise si recarono in un negozio di articoli per neonati e comprarono pannolini, tutine, vestitini, copertine e un passeggino, poi andarono in una farmacia a comprare latte in polvere per il piccolo principe come affettuosamente lo aveva chiamato Nicholas.
“E adesso che il corredino del piccolo principe è quasi pronto andiamo da madame Catherine... Sarà una grande emozione per lei. Ascolta mia cara, quando arriveremo, tu e il piccolo resterete in macchina... Scenderò io per primo e darò con cautela la notizia a tua nonna... I suoi occhi azzurri erano bellissimi e brillavano mentre parlava...
L'aria profumava di fresco e di primavera mentre l'automobile di Nicholas saliva lentamente la collina per arrivare alla casa di madame Catherine.
Nel sedile posteriore Franç oise con in braccio il bambino, osservava dal finestrino le immagini familiari che si andavano delineando e sentiva battere il suo cuore fortissimo nel petto. Non vedeva l'ora di rivedere la sua casa, la sua nonna, i suoi ricordi. Ma niente è immutabile... dopo 5 anni le cose e le persone cambiano. E sua nonna? Chissà! Forse era un po' cambiata. Ebbe un tuffo al cuore pensando a colei che le aveva fatto da madre, da padre ed era stato il suo conforto, il suo universo, dopo la tragica fine dei suoi genitori.
Sarebbe stata felice del suo ritorno? Quanti interrogativi! Quanti dubbi assalivano la sua mente. Adesso si rendeva conto di essere stata un'ingrata, di essersi comportata da perfetta egoista verso colei che le aveva dedicato il suo tempo, la sua energia e le aveva dato tanto amore. Lacrime incominciarono a sgorgare dai suoi occhi e quella cosa orrenda che aveva rimosso per cinque lunghi anni si affacciò alla sua mente... Si rivide distesa su un prato, i vestiti laceri e il sangue che usciva dalle sue gambe... Quegli uomini orrendi che dopo avere abusato di lei volevano ucciderla... Lei che prometteva di non parlare, di non raccontare niente a nessuno e loro che ridevano sguiatamente... Alla fine quello che sembrava essere il boss del branco disse:” Va bene, ti lasciamo vivere ma... se dici mezza parola, sei già all'altro mondo”...Dopo quello che era successo non poteva più rimanere, doveva andare via... il più lontano possibile per dimenticare il suo grande dolore. Per non rivedere più i suoi aguzzini. Adesso ripensandoci si rese conto di avere fatto male a non essersi confidata con la nonna.
Ricordando sentì un malessere profondo... la testa incominciò a girarle vorticosamente, sentì come un pugno nello stomaco...
- Per favore Nicholas... fermati un poco, sto male... ho bisogno di prendere un po' d'aria- Lui cercò un'area di parcheggio e fermò l'automobile... Sistemò il piccolo Paul nel passeggino (che dormiva ignaro di tutto) e poi aiutò Françoise a scendere.
- Cos'hai cara? Sei pallidissima... ti senti male? Posso portarti all'ospedale...
- No Nicholas, non è un malessere fisico ma è una malattia dell'anima che mi porto dietro da ben 5 anni.
- Spiegati meglio, cè qualcosa che non mi hai detto? Posso capire tutto sai, confidati con me. Sappi che sono il tuo amore-.
- No mio caro... non posso amarti, non sono degna del tuo amore... non chiedermi perché, non chiedermi niente.
- Calmati adesso Françoise, manca circa una mezz'ora per arrivare da tua nonna... Non ti chiederò niente... sarai tu stessa a raccontarmi tutto, quando ti sentirai di farlo. Permettimi soltanto di essere il padre del piccolo Paul e di stare vicino a te e a lui per proteggervi, aiutarvi. Guarda com'è bello nostro figlio Françoise! Penso che madame Catherine sarà fiera di avere un pronipote così.- Le parole di Nicholas compirono il miracolo di farla ritornare a sorridere...
- Andiamo adesso... mi sento distrutta, sono stanchissima ma per questo tenero e piccolo esserino ce la farò a vivere e a lottare e col tuo aiuto sarà ancora meglio... Domani forse... ti racconterò il mio terribile segreto. Ti spiegherò il motivo che mi ha portato a fuggire e a peregrinare per 5 anni in molte città d'Europa...
È quasi sera e madame Catherine aspetta... sente che in questa tiepida serata di maggio succederà qualcosa d'importante. Il suo sguardo si sposta verso il cielo che sembra un velluto morbido e infinito. Si sente sospesa in questa immensità senza confini, coperta dal manto del cielo e nel suo cuore aleggia... una grande speranza.