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Lunabionda Valentina Di Caro
Le 446 poesie di Lunabionda Valentina Di Caro
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| Vite
di tante ancora non saprei
quale amai di appassionato slancio
e quale compiansi di me comprensiva
Ma tutte
le percorsi grata
ché una morendo di dolore
l'altra neonata e inconsapevole generava
Ognuna
sarebbe potuta divenir la mia
se
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E' tutto un grumo l'universo
di te materia fertile
ali o carni abbraccianti
non lo distinguo
so solo che al contatto
vivo se sono morta
e muoio lieta del mio destino
se vita è quella
che non sta in terra
ma nel preambolo
di questo
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Vivere
come se un fiato non tuo
ti respirasse dentro
mentre s'alza
dalle dune a vista
il polverone
dei soldati a cavallo
dell'altra guerra:
la parallela
interrogandoti
se i vivi o i morti
saranno cercati
se quel che arde
nel rogo
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Ah queste tue spalle
così aderenti ai miei seni
quando a te mi cingo
per amare la nostra
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| Inconsueto per me
non più domandare
perché ad un tratto accade
che tutto si posa
come le foglie
ai margini dei viali
e non c'é più sorpresa
per il rumore
cessano le suppliche
e le lamentele
batte soltanto il
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| Cala il tramonto
come un velo pietoso
sulle cose, le case,
sui casi della vita.
I fianchi dei monti,
all'alba invitanti
come le cosce
delle donne di Botero,
strisciano sotto coperta
in rigorosa castità.
Si muore sempre un po'
prima
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e d'improvviso quella carne
che avevo stretto
che avevo scosso
cingendola alla mia
quella carne adesso così
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Rimembranze
a cui a fatica dare un colore
oggi
che pallide le gote
e argentea la nuca
il frammento non si mette in fila
Un dagherrotipo
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Cosa fa di un verso un'odissea
se parlo muta ai compagni di viaggio
e ho la lingua di marmo scheggiato?
Come una diga la lapide chiuda la porta
la lastra separi del valico i passi
e trombe di pietra su tombe di stracci
Velette sul capo e lunghi
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Dovere è quasi mai piacere
come la foglia
che deve cadere
senza allegrezza
Mesto e arricciato il margine
dal delicato cuore verde
e nel ritorno a terra
il devo ritornare
E altri viaggiatori
in questo bosco d'ortiche
dove si sa che
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Passavano i giorni
Cadevano foglie
Pisciavano i cani
Esattamente come
La passata stagione
La
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Perché d'amor platonico
neppure ai putti
s'illumina il sorriso
La folla assiepata
in un languido sguardo
smonta dal marmo il cencio
e sveste la calunnia
del manto immobile
Lì saremmo plastici
d'anime impastate al
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Frastuono d' alba
Il riso di un cuculo
Tante cose da fare
nessuna intenzione
Resta con me
perché amo il tuo tempo
questo futuro scritto
non consumato
Leggo le scie di luce
dalle persiane
come fondi amari di caffè
Sono
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| Placentari bisogni e poi il vagito
Nulla ti somiglia, oggi, madre.
Sono il rigagnolo schizzato via
da un'auto in corsa
verso il tombino più vicino.
La sanno lunga, gli operai di questa Via Emilia
che prima boccheggiavan per il pane
ed
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| Nuda ti voglio!
Copriti
di spuma e conchiglie
ai capezzoli bionde pannocchie
dai chicchi rigonfi
fugaci vermigli di baci
le cosce colonne più audaci
filari rubino su pergola scura
più riccio il fogliame
e nel mezzo
nel mezzo di
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| Ho veduto la coda d'una lucertola, oggi.
Gran poca cosa.
Una sottile membrana verde e spinosa.
Per farla breve, inutile.
Ma gli occhi incedevano e la mente risaliva
al gatto, alla muta, alla sorte,
alla morte risaliva.
Ne dedussi che la morte era
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Lunabionda Valentina Di Caro.
| Ed ecco che è già primavera
sui sassi, sul fiume che corre
sul filo dei panni ridenti
sui colli, sui molli sorrisi dei cigni
si gonfia la gonna si sfilan le scarpe
pannocchie rigonfie, papaveri rossi
e i mossi capelli sui plaid
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| Ho troppi occhi amore
e la bellezza non necessita sprechi
Cieca, in egual maniera
sarei sazia
non ho che te e tu sei la bellezza
Ti odo camminare
e s' alza dalla pece
odor di primule
Ti sento respirare
e trattenendo il mio
seguo il tuo
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| E' analfabeta la mia penna
impara, ascolta e dimentica
Nel susseguirsi di stanghette
prego
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Ho cessato di vivere i sensi
e ho sbirciato fuori dalla vita
non la mia la tua o la loro vita
ma la vita
Ho visto errori e orrori
a letto insieme
la pace e la guerra
e la guerra
Ho guardato i vasi vuoti
svuotato le tasche piene
ho
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| La poesia é il mio malessere
e ne sono avvinta
non é carne né ha mani per scavare le ferite
Essa é ferita
É il grigio perlaceo
della conchiglia
che l'oceano si ostina ad arenare
sotto cocenti cieli,
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| Là tutto
non è che nervo teso
Oh, l'amore
che confuso equivoco!
Che disparità d'intenti!
Tu cerchi di essere uno
legandoti ad un altro corpo
commosso dal ricordo
dell'utero che ti contenne
Oggi qui
la
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| La nostra primavera fu davvero
cotanto goduta
e condivise furono le rose selvatiche
con il tempo viandante?
Cadeano frutti sulle sponde dell'Eden
e olezzavano le petunie
ovunque la capacità di uno star bene
sconosciuto ancora
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| Steso ad asciugare
dalla brina invecchiata
quello che chiamano
inverno
così fragile e antiquato
cristallo invecchiato
e tutto ha il colore del manto
sul fianco il cadavere di un prato
il tetto spiovuto al peccato
persino la luna
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Domani e poi
ancora giorni da riempire
occupare il tempo in cui
prima mi amavi
- cosa ne faccio adesso?
e cosa mi dirò
quando cercarti non sarà più
la mia occasione
e tu sarai quel viso
che lentamente
somiglierà a
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Quanto a me
studiare la bellezza dei versi
delle forme tiepide e vaporose
e chiedermi
se tu la vedi questa poesia
Un fiore oscilla
uno spirito d'uomo conta la neve
un raggio di sole ci suda addosso
si disperde il mare dalle bisacce
Oggi parte
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Dirti
di come cadano le foglie
sbriciolandosi in polvere di ruggine
sulla rassegnazione di un prato
Di quando senza rumore
i fiori s' accasciano in questa grande cesta
e di quel che resta
Di quanto radici di iuta
a due a due
forzino a un
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Ho mani
senza maniera
a ridotto galateo
E tu mi dici di star ferma
di non gesticolare baci!
Alludi a tasche
a pose conserte
al dare e avere
uno per volta
ma ho giacche senza tasche
e mille amori da rimboccare
quando si fa buio
e non
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| Saper che esisti è sconvolgente. Il mio discernimento vacilla.
Se respiri, quando respiri e non sogni, è solo attesa
la mia, a bocca aperta. Punto il dito contro la brevità
di quello che dal passato non avrò più e
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| Quale tenebra si cela
sotto la palpebra
della concubina
tra il bianco oceano
della nocciola - sfondo
e il fondo del ventre da
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446 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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