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Lunabionda Valentina Di Caro
Le 446 poesie di Lunabionda Valentina Di Caro
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Caduco come l'età
che scrive su fogli ingialliti
con una mano graffiata da rughe
e da quel segno
di quel passaggio
d'una boccata al vetro
di cui resta l'attonito mutismo
come l'urlo appannato
e il suo scalpore nel vuoto
un'orma, un
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Non si perde Tempo
Esso perde noi
ci lascia forse nel sonno
o nell'incubo d'una veglia
Voglio restare in Transito
senza altri passeggeri
Deraglia un treno fermo
atterra un aereo sulla tua fronte
romba un motore spento
tutto è lecito
nel
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E allora?
coglimi sotto la veste
fintanto che mi vedrai nuda!
Dov'è il mio pudore?
Caduto ai tuoi piedi
scomposto fra due giarrettiere
Li vedi i capelli?
Anellano i seni incisivi
mammelle vestite di miele
I fianchi
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mentre dormivo io ti sentivo
solleticavi piano il mento
senza le dita, senza il respiro, senza parole...
e mi pareva sogno, ma era l'amore
che ovunque me ne andassi m'inseguiva
neppur Morfeo avea diritto
di rapirmi per qualche ora
che lo
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Il cielo la partorì, l'accolse la terra
e la bambina- donna accolse in grembo il Fato,
come una Madonna accoglie il Figlio senza peccato
(Occhi rivolti alla volta celeste)
" Cielo che mi fosti Padre e Terra che mi fosti Grembo,
Dio
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Nessuna trama sarà più fitta
se tu possiedi un'ala
io ho la seconda
alzati per prima
ti sosterrò
atterra irruenta
poggerò io i piedi
distenditi poi come t'aggrada
sarò il tappeto del mondo
dona a me la tua
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T'invoco mio incubo peggiore
Manifestati!
masticato da mascelle di bue
quando compiangersi non serve
che a dimorare nel peccato
d'un bianco- nero opaco
Senza preghiere
m'inginocchio al confessionale
celato dietro le quinte
d'un teatro
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Fra i seni miei il tuo viso, guancia di luna
ed i capelli scuri fra le dita
cornice d'ebano anticata
irriverente mi concedo d'immaginare... e mentre
mi spoglio d'ogni pudore
sopita, si acquieta là fuori, ogni cosa
quadro d'autore il
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Una voglia improvvisa di pace
ma non trovo posizione
per queste braccia
forse perché il petto è cavo
m'han trafugato il cuore
e dato in pasto ad usurai d'amore
c'è chi sgrana rosari
io stringo cinte attorno a una
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piove
come non mai
sulle briciole di questo pandoro
nocciole incollate al soffitto
come lucine d'un albero capovolto
nato... già morto
e le strade che ti hanno portato
si riprendono i tuoi passi disgiunti
avanti... dobbiamo andare
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Vaga la tua narice
fra carri in maschera
e tutto il mondo è
un coriandolo
tu rabdomante solo d'olfatto
mi localizzi sempre
come ragno all'angolo
da questa tela tesa
fila lo zucchero
e torno mosca
lentamente
ingrandita dalla
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Lui è in piedi sui miei capogiri
e le sue vertigini sono le mie
si è assiepato nella mia siepe
e coltiva alcove di aiuole
sprofonda lentamente nei miei abissi
come maledizione lanciata dal cielo...
siamo le creste di due onde sulla
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Da mesi trascino un dolore
veste un impermeabile verde... marcio
mi è morto in casa, ce l'ho legato al polso
mi spia incessante dal suo bavero rosso
la gobba ritorta nel maglione a collo alto
Sull'uscio... mi segue, giù per ogni
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Ha un viso l'Alba…
occhi di luce
ali intagliate
anticamere di pace...
bussa senza far rumore
parla senza le parole
proviene dalla notte più nera
...e poi ci ridesta
con l'impeto maldestro
di chi vuole tutto
e si staglia sulla
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Con la grazia d'un fiore
indifferentemente
nell'atto di nascere appassire
in egual modo
tu vivi
e ti sento respirare
sospiri
indistintamente
che siano prati o lenzuola
dondolato da braccia di vento
se ondeggi
e ti vedo barcollare senza
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Parafrasando lo stile...
uso la giacca per mettermi a sedere
attorno al fuoco dell'ipocondria
Fratello... io mi sento diversa
ma così uguale... uno zaino ci conterebbe tutti
canto le tue stesse canzoni... avvolta nella stessa coperta sotto la
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Lunabionda Valentina Di Caro.
vorrei che il sangue di questo mare
sporcasse le loro sterili tovaglie di Natale...
che le loro lingue serpeggiassero come sciarpe reciclate
a mo di draghi al collo in posa... sì da sputar sentenze di pacchi colorati
ciondolanti come luridi
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Ho il cervello in disuso... il pensiero dissociato
in ginocchio i neuroni della volontà
sono spaccata a metà, fra umiliazione e deferenza
Scrosto brandelli di dignità entrando e uscendo... da ruoli
mentre tu entri ed esci da me...
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non farmene una colpa...
il vento ha ormai tirato le mie chiome
sebbene io... non avessi deciso di sparire
hanno vangato
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Nell'ombra decade
l'oblio della volontà
sono la luce frammentata
del mio mancato frastuono
Se questa terra ancor si muove
io non me ne sono accorta
o son già morta...
L'inutilità è come la solitudine
ha senso solo se
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cuore nel cuore
per donare un cuore
innesto a parete
di ripido scalatore
e poi raccontare
d'una vita dove il
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Non è una serpente...è una biscia puttana
un tumore devastante
non voglio palliativi
voglio la morte subitanea
voglio lo strattone del gigante
la martellata sul cranio
voglio che questa maledetta emicrania di vivere
cessi... e con
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1) Ti penso ancora
Sempre la notte
il freddo è più intenso
ed il buio più nero
Mi chiedo ancora coma mai
dopo tutto
io ancora ti vedo
come ombra cinese e riverbero
un lumino che attende una prece
un neo intrigante e
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Finalmente lo hai capito...
il tempo è finito...è stato consumato
bruciato, è stato dissacrato
sconsacrato, limitato al subito
perché di subito abbiamo bisogno
mentre la scorza ci graffia la pelle
scarnificando ogni
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Il peso... del mio stesso peso
sulle spalle lo porto, come un morto
nei giorni di pioggia inzuppato di fango
nei raggi di un sole a cui non riesce a fare schermo
E quando ha raccolto il vomito del cielo
o assorbito tutte le spire del vulcano
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Tutto torna... se non s'è perso
tutto si specchia nel timido amplesso
il senso non può esser solo in questo verso
tu sei l'Immenso e d'Immenso vivo
quando mi perdo, quando mi sbaglio
se piango anche e solo per orgoglio
tutto si
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Scivoli fra le mie dita
come l'agosto rotola
nei colori di settembre
E sotto le suole legnose
accartocci i tuoi lembi bagnati
di pianto... nel
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Abbiamo tutto ciò che serve
per farci amare... e farci male
riabilitare o condannare
e spremere sogni come dentifrici
Di noi dimmi... che ne faremo?
E' vero mai nascondemmo
sotto palpebre di salici
il verde dei nostri occhi
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Liebe ist
un mastino incollato ai polpacci
nel giorno di magra
sguinzagliato a placar la sua sete
strappando
le sette camicie sudate
è un ladro incallito
che ha ricevuto l'avviso... di garanzia
protetto da falsi testimoni
die liebe
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Sono la torcia di me stessa
nel vorticoso spazio
d'un mulinello d'aria
schiaffeggio polvere di zanzare
che vedo io, io sola
e mentre il fumo divampa
si consuma l'ultimo delitto
nelle orbite scavate
come nicchie di preghiera
Che sia l'ultima,
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446 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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