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Lunabionda Valentina Di Caro
Le 446 poesie di Lunabionda Valentina Di Caro
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S'annacquano le rose
in tazze a forma di bocca
La primavera del mondo dei giusti
sconfina nell'estro dei pittori
e tu... così distante
da ciò che dovrebbe infondere calore.
Una gemma mi cade sul seno;
è quella dello scorso
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Che poi non ci si accontenta
mai
Ed è sensibilità diversa
se sento che non mi basti come sei
Non porta il sole quest'alba che ti lascia
se sulla porta ho scritto ' occupato'
ed ho sbagliato
Non entra nulla se non esco
non esce
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Consapevole
che non avrei bisogno d'altro
come citronella in una notte d'estate
acre e servizievole alla causa
Il passo è breve
e la mia ritrosa circostanza
si scrolla l'addiaccio
di questa geometrica dimora
Melliflua scivolo
nei
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C'è un noto mistero nel frasario dell'inconscio.
Infaticabile si agghinda a festa, come un piatto di mitili
sulla terrazza del golfo.
E nell'onda si arrovella per ritornare.
L'infelicità mi è sposa e so da me che ad esser
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Perché quando si ama
ogni spigolo è soffice ristoro
e le mani non si arrestan d' esplorare
Il passo è danza, il nome è canto
perché quando si ama si è trapezisti
bendati a lanciar funi di
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Lui
che si centellinava
adesso in pensieri loquaci
sentiva pulsare
le sue scapole scabrose
marmoree
facendone suoi gli spessori
la prese
come se fosse sua
da sempre e mai più
una farfalla a metà
che taceva di voli e
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Composta è la pazienza che legge
un foglio bianco di carta
Le dita sul ventre in pausa
costeggiano baie di ore perse
Contano frammenti di perla sbiadita
sabbia bianca sul pallido capezzolo
Non crediate che la notte sia nera
solo
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L'acqua si stende
su questo scampolo di battista
che poi ti chiedi come
visto che non è ferma
Eppure assume
il languido torpore di uno specchio
che sotto ci vedi ancora i sassi
e sopra gli ultimi slanci di un tramonto
Ma come fanno gli
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Questa astinenza
il rischio che diventi assuefazione
Ci sei a incastri alterni
misura e dismisura di un amore
che mulina fiocchi di vento e d'illusione
Adesso giaci accanto a me
e dici -non ti lascerò mai-
La priorità prenderà
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In voi l’amore compie
ciò di cui priva le stagioni
vi scalda,
quando a novembre
muore il creato e gela
là tutt’intorno a voi
che a fiori di campo somigliate
ritti e spampanati al bisbiglio
d’un soffio caldo ai lobi.
-Ti amo- vi
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Insistono le mani
spostano le macerie
tappezzano
decoupage di guance
-siamo superstiti a mantice-
La direzione dei nei
quella
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| Dei miei giorni
-fascine di paglia-
quando bastava un covone
abbandonato
a tal natura ingenua
per ritrovar le risa
fra tafani e slip di cotone
Fermarsi lì
senza stazioni
nelle gonne impolverate di campo
a due passi dall'asfalto
- gli
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| Di giorno, lo ammetto,
scorro bene nello scorrer delle cose:
l'ufficio, la spesa, la radio,
le macchine in fila, il frastuono,
l'amico che scrive, il silenzio,
un messaggio e anche un po' di coraggio,
quel battermi da solo sulla spalla,
come se
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| Ella
seno del boccaporto
di diligenti approdi
o nefaste combinazioni
inondandosi irrimediabilmente
si spalancava
nel mutuo soccorso
trasferendo il rischio -
contaminandosi
Accadde poi
che lacera e violentata
maleodorante e incauta
volendo
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| Sì è grande il mare
ma non è grande quanto
la nostra terra
che già boccheggia provata
d'arsura e povertà
Siamo più infranti di gesti
che di lacrime
e ciò che vedi gocciolare
è sangue e
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| Forse il peso preterintenzionale
di una nemesi-(la colpa mia)
storica o della specie
fa sì che adesso mi opponga alla vetrina
con la forza di un manichino
Tessuti malazzati e più che mai
i celebrali non più
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Lunabionda Valentina Di Caro.
In me il dubbio rimane
che sia oggi sabato e domani
ricominciare a crederci
improvvisare ipotesi
volerti salvare ai miei occhi
non cedere nel ledere
questo soffio di filo di bava di baco
che si trasformerà?
In me c'è una strada
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Lo butto giù così
un pensiero che balenato
adesso non riesce a raggiungervi
ed il più puro dei sentimenti
nel manierismo di poche righe
sporca uno spazio bianco
diventa un verso
che non corrisponde
Cosa m'importa che voi
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Oggi marzo è arrivato
come un ospite inatteso
Recava sole e mazzi di viole
sotto il mantello grigio
da spalancare con timore
sul davanzale del mondo.
E ho trascorso ore a domandarmi
se nascondermi sotto il primo germoglio
o tornar
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Noi siamo
solo scarabocchi
macchie della penna di un dio
che ha perso il segno
e tu non hai il tempo
di cercare le sue impronte
ma in questo lento sfogliarmi
nascosta tra cartacce e mozziconi
io ho ancora memoria di te
di quando ero tua madre
e
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Sarebbe davvero una poesia
se quel che mi dicono di cercare
in questo fondo di oblò universale
fra le tenere foglie e le onde impazzite
fra le radici dei pini e le siepi fiorite
fosse al contempo fra le nostre labbra
nelle parole e nei baci
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Cosa hai negli occhi?
Lagune ossidate
Oggi conto i dispersi
Uomini vi han lasciato un pegno
Donne un verso arrogante
Ma tu mite e
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pronta a volare
dove mio padre ha già la pace
nel nido che qualcuno ha preparato
lasciare, lasciarvi, guarire
dalla nullità che rincorro
dalla corsa al realizzarla
su questa pista senza traguardi
senza frontiere, senza
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Nessun miracolo, accorrete!
Tale alla neve sporca
se ne va il giorno
sugli altri ad impilarsi
e non traluce
che inganno
Sogno le dolci cose
quelle bugie geniali
che nel petto del peccatore
han da ardere e dilagarsi
fino al confine oscuro
del
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ecco la nevralgia di oggi
allontanarmi ancora da questo mondo
che tu non voglia io resti lo so
ma adesso anch'io voglio andare
e cedo al sonno- veglia
alla lama nell'occhio investito
da una tempia solenne
che preme e invade
l'orbita tonda
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L'uomo che ha camminato a carponi
crede che questa sia la posizione
non rammenta il passaggio che eretto lo mise
a distinzione
I tempi per nemesi castigarono la specie tutta
e nessuno racconta di piedi in pianta stabile- tacciono
le creature dei
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| Lo specchio racconta
le pretese
delle castità
quando l'amore non basta
neppure per se stessi
e tutto passa
attraverso forme
morbide come lo strutto
su cui scorre il corpo spugnoso
a scanso di ogni equivoco
(non dannoso)
Meglio del
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| e benedicendo
nella mente sua
come un padre che bacia
un fanciullo nel sonno
scese la provvida mano
fermandosi
a due passi dal solco
dalle narici
sì che confuse il viso
tra le lenti appannate-
in memoria
il gesto ripetuto
oggi
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| Seguendo il primo filare
gli altri in caduta libera o eretti
a seconda del passo del vento
piegati o spavaldi
Io? Tu?
Idee le nostre - stanche
emerse aggrappate ad un chicco
il controcorrente o forse
semplicemente il più
a portata di
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| La parola non ha emozione
è la lettura a conferirgliene
perciò ascolta amore
ascolta i libri che ti cercano
e fiorisci con loro
fra la patina gialla e odorosa
della carta impregnata
di tutti i polpastrelli
che hanno cercato
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446 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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