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elena rapisa
Le 600 poesie di elena rapisa
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| Oppressa da un senso di solitudine
una bigia nuvola veleggiava senza premura alcuna
alta, priva di un domani di pioggia
dimentica del vento che con astuto fiato
le mormorava promesse di mare
Picaresco cammino l'attendeva là, dalla
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Una carezza scordata sull'ombra di desideri
lasciati alla cecità della notte,
piccole dita paffute intrise di miele appiccicate ai ricordi,
cosmico riso di foglie nascenti.
E quei rami che si fanno verdi nel mattino invitando il sole
e si
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| Con irrequieta lingua l'onda erode
lo scoglio senza tempo,
lo stringe, quasi abbraccio mortale e,
con perversa seduzione lo sottomette,
con irruenti carezze lo consuma
Lungo il litorale si abbandona al libeccio la rena
correndo al mare con suono
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Lungo il muro del pianto si raccolgono
e impietose scorrono litanie
e teste dondolanti lo percuotono in rituali pentimenti,
ma non toccano i cuori ormai assuefatti
al gusto -dolce- amaro del sangue.
Son funeste smorfie, occhi ciechi alla pena
nel
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Mi è rimasta un'ultima carezza
fra queste mani che tante ne hanno date;
una sola ed è lì viva e duole
che non ha nessuno più su cui poggiarsi
Alcune si son sparse nei tortuosi cammini dei sentimenti,
divenute aquiloni
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| Lo vedi, ho dismesso la veste di neve
non più bianco che emargina
luccico di sole
Ha suono gentile il vento, mi risuona nel cuore
ed è promessa nel solfeggio d'onda
Dipingendomi d'azzurro ho risvegliato il sogno,
leggiadrie che
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| C'è un mondo oltre questo
così logorato da egoistico vociare
dove si taccia ogni malevolo ronzio,
dove il cuore trovi refrigerio e pace?
Un mondo dove mani s'allaccino
in sentimenti di pace?
Non so come sia andato perduto
e se lo
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Non ho più voce per negarmi
soggiaccio.
Recisi i lacci che ci ancorano alla terra
ci ricreiamo assenziente carnalità
spalmata sulle e nelle
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| No, non tentate di interpretare un poeta!
Egli vi abbindola con le sue parole
vi propina verità tutte sue avvolte
in carta da regalo infiorata di bugie
Cercate di sentirne il suono, degustatene il ripieno
come fosse gelato che si scioglie
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| C'era un maestoso albero là, in fondo al declivio
che conobbe carezze di sole e spavento di vento,
che donò ombra a giochi d'amore,
fu nido e scuola a passeri e merli.
Per bimbi incarnò vite di indiani
e insegnò loro
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Aggredisce alle spalle, subdola assedia
ci incapsula nella sua rete
e non possiamo sfuggirle
Restiamo in sua balia
e s'accorcia il fiato
e s'immobilizzano le membra,
ci salta addosso col suo fetido fiato
paralizzando il pensiero.
La paura si
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C'è ricordo di vento, di sole e di salso
di profumi venati, di stagioni vissute
all'ombra di peschi fioriti
Giù al piano, nel degradar di balzi, in cornice d'azzurro
vele impigrite inseguite da ali di raminghi gabbiani
Oh estati
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| Vaporosi pensieri, lievi s'involano verso un cielo
che già s'è fatto scuro
Si reggono a nuvole che il mancar della luce
ammorbidisce e con voce tornata bambina
intonano emozionali melodie
Velata la luna lancia richiami ai
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| Mi sono distesa di nuovo supina
sui risvolti del prato ancorando
dita all'odore d'erba
affidando il respiro al ricordo
di semi dormienti,
appropriandomi del silenzio del cielo
che non rivela tracce di un volto.
Ho sfidato con insonori appelli
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| Era l'ultima casa, più oltre solo il mare.
Una casetta sbilenca, una corda tesa,
un telo sdrucito quale distintivo,
unico confine al sole.
Vi abitava lei con un gatto ozioso
e di notte vendeva a chi lo chiedeva
un'ora d'amore.
Fosse
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Mi sottraggono l'aria queste pareti.
Esco accogliendo il brivido mattutino
del mio intimo inverno, rivolgendo inviti
a un sole avaro, al letargo delle zolle.
Assume sembiante di nuvola il fiato, si sfalda,
svanisce verso l'alto e,
si troncano
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Invia un messaggio privato a elena rapisa.
E' pianto la pioggia che scivola sui vetri,
un vento traverso le impone la rotta
e nello scorrere si fa tristezza,
va a formare esili nastri
quali rigagnoli sempre diversi.
Lo sguardo si perde là,
dove ancor veglia, vigile
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Va la luna per valli e colli
instancabile pellegrina tingendo di luce
i notturni lamenti
Il bimbo attonito osserva il suo splendere,
dimentica paure e colora il suo giovane mondo
di sogni
Dimmi bambino, quali giochi vuoi con me
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Dimmi perché dovrei cercarti,
tu che ti nascondi dietro lise cortine
di ragionamenti astrusi,
in sentieri contorti e senza uscita?
A me non basterà una vita a conferma
dell'equilibrio conquistato
a prezzo di lacrime e sangue;
di
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Vivevi in un limbo dove fiori di luce
erano i pensieri e la speranza di verde
dipingeva le smeraldine acque
di un mare che ai tuoi mattini
lavava l'insonnia delle notti
E la quiete intorno così palpabile
non era scossa ancora da mormorii
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Questo tempo avaro che ci contiene
sogniamo che sia infinito
che sia promessa fiorita alla primavera
che sia albero con rami protesi
gravidi di speranze
Trabocca in noi la fede in un futuro
dove più non conti il tempo da ora
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| In bilico nel cielo sta la luna
ancelle le son le stelle
(sparsi riflettori di fittizie malie)
espressioni di gioia sui volti.
Lusinga e rinnova stuzzicanti unioni
affamata di cuori che solleciti
accolgono il richiamo
(già golosa carne si
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Suonami un blues
voglio attorcigliarmi alla mia nostalgia,
annegare nel bicchiere puntellata al bancone
di questo sudicio bar di New Orleans
Suonami un blues
dal nero colore con voce arrochita
di vecchio negro che ha scordato l'Africa
Che
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Satura di sospiri è l'aria,
s'annuncia così con sanguigne nubi
il tramonto
Richiami di voci disperse,
amate forme ancor vitali
impresse nella memoria
di crepuscoli ambrati.
Ora mi giungerai,
con l'ombra ti farai
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| Le memorie sono il respiro senza tempo
di un accordo effimero tra la vita
e le solitudini dell'anima
Alimentano bagliori improvvisi
tra le pieghe della mente
quasi melodie che ancora entusiasmano
delicate meraviglie che gli anni hanno
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Piovevano sole e sorrisi su Madrid,
la primavera vestiva a festa i giardini
e le vie vivevano di vento e musica.
Scherzavate coi miei capelli tu e la brezza
- erano lunghi e ribelli allora -
Mi dicesti di chiudere gli occhi, di non fiatare,
di
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| Andiamo via
cerchiamo scampo amico mio,
vieni,
dammi la mano, allontaniamoci
da queste rutilanti luci che tentano
di celare la miseria che occhieggia
da anfratti bui.
L'hanno nomata Progresso,
ma ci consuma l'anima con falsi miti
alimentando
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| Già una promessa di luce
si affacciava fra dune dove più fonda era l'ombra,
ma non cedettero crepuscolari nebbie
caparbiamente intente a mercanteggiare,
a stringere alleanze d'infamia.
La scelleratezza s'impose
offuscando la
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Io son quella che scelse strette vie
ardue salite e ripide discese
dove precipitai ferendomi
Ogni passo, ogni rovo e sasso
mi costò fatica e pianto
fino a che giunsi a quel ponte
sospeso sul dolore del mondo:
cadente, esposto ai
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| Vanno smarrendosi nella bruma serotina
amorevoli vibrazioni affievolite dal tempo,
sentimenti perduti nei riverberi smorti di tramonti
e pigramente si estinguono
incapaci di trattenere memorie.
Come vele fiacche in balia di bonacce
a loro son
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600 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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