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elena rapisa
Le 600 poesie di elena rapisa
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| Giaceva un sogno svilito
a lato di una strada,
tra acre polvere e stinti fiori
perso al diletto, immerso nella dolenza
soffocato da rimpianti,
esiliato in bacini di silenzi.
Come cipria stantia lo copriva l'inganno della vita,
senza lagnanza
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| Hanno fame di vita i giovani
che sciamano nel sole
scordando sui banchi ragione.
Nei loro jeans sbrindellati, un'oscenità sul labbro,
divorano sogni improbabili.
Procedono a frotte cianciando,
negli occhi un'instabilità da
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Prona sul grembo dorme la creatura
che dal tuo sangue è nata
e d'amore nutri.
Un giorno forse ti porgerà un fiore
e quello sarà gratifica a lacrime e a gioie.
Cuore di madre lucente più del sole,
sotto l'ala tua lo
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| Irrisolte pietose suppliche s'odono,
ronzii di umane teorie tra dubbi
e dottrine usate per controllare logica.
Se nell'eterno divenire
il cosmo narrasse gesta d'uomo
sarebbe pari al lampo
il suo apparire.
Eppure pregno d'alterigia
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Superando sterminate distanze
mi raggiunge smorzata la voce.
Si ferma stabile sulla soglia dei ricordi,
mentre la respiro
mi impedisce il fiato.
Oh, se riuscissi a escludere
quel suono che ognora punta diritto al cuore
che brutalmente
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Affondo e risalgo
nuovamente sprofondo e ancora riemergo,
carne assente di gravità alla mercé dell'onda tua
e tu sorgendo mi contieni
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| Impietoso oscilla il pendolo
ritmando monotono la veglia,
amplifica minuti inseguendo l'ore.
Son nodi da marinaio i ricordi,
con un nulla si allentano, ci assolvono,
pur trattenendo fumose riflessioni
ancorate a moleste piaghe
che lo scorrer del
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Il silenzio trattenne il fiato
e l'aria assorbì l'olezzo di morte.
Alle gradinate grondanti calura
giunse lungo e possente l'ansimare del toro.
La rena si tinse del suo robusto sangue,
rosso come quello dell'uomo
che tratteneva alto
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E' questa l'ora in cui ti avvicini,
quando nel vento fattosi cortese
nuvole fluttuano come sospiri esitanti
fra smeraldo di spume, sparendo lungi
in multiformi sembianze,
oltre quel labile confine
tra cielo e mare.
Affidata al tuo fiato sosto
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| Respirava a malapena
con sforzo
e l'aria come piombo contraeva
corrodendoli gli alveoli occlusi
e non parlava...
Sapore di battaglie perse ossidava
la lingua arsa da battaglie verbali,
distruttive
e taceva...
Calata nell'ombra con tutta la
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Non vacillare cuore mio
ch'è giunta l'ora in cui di sogni
s'intesse il firmamento
e la luna si ridesta e appella.
Perché bussi alla mia porta o luna?
Dovrei aprirti il cuore forse?
Se col tuo ingannevole bacio
affatturi la
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| Rischiosamente sporta
sul ciglio erto
della mia coscienza
impallino,
cacciatrice di frodo,
esperienze
impigliate nella rete
della memoria.
Osservando con simulata
noncuranza
voli e cadute,
non mi sfiora dubbio
che il tutto era
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Avvoltoi in picchiata fendono l'aria
famelici m'attorniano,
pasteggiano di me,
sarà lauto banchetto.
Dal profondo dell'antro
osservo i lunghi calvi colli tesi
gli occhi sferici che roteando
esplorano circospetti.
Scarnificheranno il
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| Torna se vuoi,
unisciti a questa primavera
ancora avara.
Potrai seguire il rifiorire delle rose
e il trillare amoroso di tortore smaniose.
Torna se puoi,
annulla il vuoto d'interrato pensiero.
Nei sorrisi del sole
rianimerai i sogni
che
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| Ha infiniti occhi il notturno cielo
e le valli lunari si stagliano scure
sul suo sferico volto.
Stanno di guardia i leoni appostati
lanciano richiami d'amore e di morte.
Attendono immoti,
occultati fra sterpi
l'animarsi della caccia.
Notte
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| Dove il giorno si ritaglia un angolo di luce
e si proietta nel cielo lo smeraldino lago
li, tu ti fermasti.
Ti sorridevano solo l'occhi
nel gioco spericolato con la vita.
Ti trastullavi col tempo.
Oh, quel tempo, tessuto fragile
che si
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Invia un messaggio privato a elena rapisa.
La luna si lascia trasportare dal vento
questa notte,
come in altre notti di plenilunio.
Si replica danzando fra frasche di nubi
che la stringono alle stelle.
Si sazia la luna stanotte
col profumo di gelsomini
e agave puntute,
si fa sogno di
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| Io son " quel tale " e già mi basta,
sebbene il nome mio sia altro.
Estrosa nacqui e,
le maschere mie son tante.
Diverse furon le verità proposte,
spesso discordi dalla mia
che se ben ricordo
poco o nulla fu
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| vedi?
Sorrido a te che t'accompagni all'infinito
e celato mi osservi fra teneri boccioli
timidi ancora
diffidenti di questa primavera
che tanto li ha delusi.
Mi sfiora un refolo,
ti riconosco, sei tu.
Mi fondo col sole assaporando i
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| Se l'amore avesse altro nome
sarebbe il tuo.
Se questo è amore, ebbene sì,
io t'amo.
Come trillante nota di violino
ti diffondi e indugi nel cuore
che sedotto di te si nutre.
T'amo nelle ore del giorno,
attesa estenuante
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| Vivere richiederebbe coraggio.
Azioni si fanno disserzioni in un deserto d'ideali,
disilluse promesse già avvolte
da speculazioni d'ordinaria follia:
il quieto vivacchiare è l'ultima meta.
L'onde impunite scagliano
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Ti vivo tuttora
come onda irruenta nell'accostarti
azzurro fermo
tranne i tuoi occhi notturni.
Ti gusto droga,
pelle salina e ambrata
imperlata di mare e d'amore
rosso vitale
come sangue inquieto.
Ti sento ovunque,
labbra invitanti
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Solco mi farò per racchiuderti seme
e la forza ti darò per maturare
a stille d'esultanza, pensate tenerezze
e trepidazioni
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Usignolo dal cuore di cera
voce d'ambra notturna,
alta volavi nel cielo dell'armonia.
Tragici occhi densi
rievocanti omeriche gesta,
tratti incisi da Minerva.
Ti piansero gli uomini
orbati anzi tempo dalle malie
profuse con cristallino
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Alle radici tue
fervido sangue apportò la storia,
asilo a sole senza tramonti
eretto stai tra arsa terra
e sguardi di superbi dei,
mirandoti ancor oggi nello stesso mare.
Echi di remote guerre, lamenti di prefiche,
tragedie d'eroi narrate
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L'ora giunse in cui la notte
affidò segnali a filamenti di stelle e,
insinuandosi furtivamente
fu complice alla vertigine la luna.
Così abbadonai il timone
nelle tue mani
condividendo impaziente il
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Avara musa tu a me avversa
allor che tra anima e fogli diserti
carenti pensieri.
Non più alleata ti esaurisci e fuggi
inseguita da fatiscenti ambizioni,
e più t'inseguo e più ti eclissi.
Sospesa sulla mia inerzia mi
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Non ti conosce il sole
hai rivolto il viso a oriente,
ne ti canta l'allodola di luce,
con batter d'ali lasciò il pruno.
Le primule zittite da pompose dalie,
tenere e schive
loro si, ti ricordano.
Disarmonici i rami s'intrecciano alle
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| Preme la folla
lungo vie e giardini
stordiscono trombe.
Si scuote la notte sivigliana,
assimila esaltata fumi d'incenso
e fragranze di zagare.
Scorre fra alte sponde e storia
il Guadalquivir letto alle stelle
e cupo echeggia il tamburo,
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Il silenzio ferisce più di un urlo
perché l'urlo si perde
fra le mute parole,
cozza contro il muro di gomma
innalzato dal tacere.
Il silenzio come arma uccide i sentimenti,
congela il cuore,
penetra nel profondo
e svilisce
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600 poesie trovate. In questa pagina dal n° 361 al n° 390.
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