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elena rapisa
Le 600 poesie di elena rapisa
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| Mi troveranno forse per caso
fra rovi marciti con l'ultima pioggia.
Lacerate le vesti, ma ancor più il cuore,
fermato da mani lubriche per sempre,
violata da infame atto brutale.
Scaveranno una fossa infangata,
vi verseranno ogni mio
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| Le cicogne nidificavano su tetti e campanili
e calcificate erano le case assonnate
nella immobilità della Meseta.
Gli uomini, in piedi nel sole,
gli antichi attrezzi poggiati allo steccato
intuivano il profumo di pane e olio,
lo zampillo
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Ogni volta che si fa scempio d'una donna
è un miracolo negato,
una carezza sprecata
un futuro spezzato,
un bimbo che non sorriderà.
Ogni volta che una mano lubrica si lorderà del suo sangue
sarò un
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Sa erodere la dura roccia
più di un uragano, la stilla che sgorga
da un intelletto insano.
Quelli che furono biascichi amorevoli
spietata la noia dell'ore muta
in rancorosi percorsi di parole
e la bellezza di una vita spesa insieme
fiele
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S'ammutolisce la voce dove lo sguardo si ferma,
su quella linea che non interrompe
la continuità fra cielo e mare.
Nuvole scivolano subdole scrivendo
su di un cielo slavato note autunnali
e veloci voli si disperdono senza scie
rincorsi da
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| Rimasero vuote le braccia.
Mai le dita seguirono le linee tenere
del tuo prodigio,
ne seguirono il contorno di quelle labbra piccine
dischiuse nel primo sorriso.
Persi di te il primo dente spuntato e i pianti
e la meraviglia dei tuoi occhi
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Intorpidisce la mente l'assillante silenzio,
persino le cicale, ubriache di sole,
friniscono a intermittenza.
Palpebre calate occultano riverberi
solo lo sciabordio d'onda richiama
alla vita sogni.
Ogni raggio è carezza che sollecita la
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Siamo soggetti precari alla mercé di scaltre demagogie
Fra riluttanze e paure peregriniamo
valutando accettabili compromessi
Monocromatiche facciate anonime
stratificate su occasioni deluse.
Spiriti che hanno assorbito
le inquietudini
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| Divagano verso altri lidi i pensieri,
li intravedo ciondolare dalle nuvole,
alti, nel cielo,
intrisi di sanguigno tramonto
in sbuffi d'aria
Appagherebbe la fantasia il raggiungerli,
ma volano via ad incontrare la notte
accodati a taciturne ore
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| Nacqui da falda pura
e così crebbi fintanto
la mano dell'uomo non temprò
l'anima mia frenando sentimenti.
Le mani che m'imbrigliarono
s'avvalsero di decise dita
concedendomi bellezza per limitati scopi,
rintuzzando l'anima.
Ma
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| Si,
io son poeta o almeno tale
mi sento e mi paleso.
Ma non lasciatevi ingannare da lacrime accorate,
da dolenti sospiri d'amore.
Se pur il tutto dal vero sgorga,
non lo esternerei senza cornice.
Poeta sono,
quando nel sangue e nella mente
e
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| Slegami le mani e quali vibranti vele
lambiranno i tuoi approdi,
poi liberami i fianchi dalle inutili vesti
che fra noi sono confine.
Fai che nostalgia più non stringa il cuore
disperdila
che già mi lega amore.
Guardami ora con
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Si recita a soggetto al teatro della vita,
non si segue un copione
si adattano alle circostanze le battute.
Non c'è suggeritore per guitti la cui arte
è l'improvvisazione.
Impari a recitare lungo il cammino
a volte in allegria
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Sono perforanti rintocchi di follia
che il sangue assapora nello schiumare
di istintive pulsioni.
Sbaragliando difese, annientando pudori,
primordiali pressanti istinti
affiorano in vischiosi languori.
E questo perdersi di corpi
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Quanti gli aromi d'amore
che emani?
Quante le dita che indocili ristorano
i miei segreti rifugi?
Ti aspiro e sfumo,
mi sveli il lecito peccato,
mi riconosco sulla tua bocca.
Simile più a sospiro che a respiro
struggimento
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Presagi repentini di ore oscure
a revocare equilibri e accordi
che egemonie insidiose rendono vani.
Hanno chiuso l'occhi speranze fattesi mute,
segnano voli in tempestoso vento
fra rami d'ombra.
Fa da controcanto il respiro degli oppressi
che
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Invia un messaggio privato a elena rapisa.
Incombe il cielo di ferrigno tinto,
pesa sul mondo con fiato fermo.
Lamentano sotto la sferza di incostante pioggia
dimentichi di quiete
i rami piegati controvento
e cupo cinge il tuono
come voce di vendetta celeste.
Quale frusta dolente la
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In fuga dall'oggi
mi incitano perduti accenti
a dissolvermi nel tutto.
Tra sfatti sogni e infranti ideali
mi calo nell'immenso infinito
origliando alle porte dell'animo.
Quando l'occhi si apersero alla vita
tutto apparve puro e
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Si protende il plumbeo velo, colore amorfo,
scaglie di nuvole quale schiuma di ricordi
vorrebbero sciogliersi in pianto.
Lacrima raramente il mio cielo
di solito le ingoia,
le occulta al mondo
in sterile isolamento.
A volte vi appare una
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| Ti porgo la mano fratello,
seduta a te accanto ascolto e assorbo.
Raccontami della tua terra
che ancora e sempre in cuor ti vive,
degli affetti lasciati in un villaggio sperso
fra eucalipti e guerre.
Di quelle spose e madri alle quali
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| Si riteneva poeta, forse lo era.
La luna elargiva solo a lui gli strali,
il cuore li trasformava in lemmi
che dalla mente fluivano alle vene fino alle dita,
riversando agili tratti, inondando fogli.
Dalle schiuse finestre, quali bocche
spalancate
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| Ti donò la vita vigorose ali,
equilibrista dei sentimenti
senza rete, in temerario gioco
procedi pregustando sogni illimitati.
Sempre più in alto, senza gravità alcuna,
uno sguardo alla terra ed uno al cielo
danzi la vita
e
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S'innesta pigramente
il non ritorno della mente
Sospesa sul silenzio la luna
invia messaggi lucidati a specchio e,
occhi ammiccanti passeggiano le stelle
nei viali della notte.
I pensieri si sorreggono alla brezza
dolcemente consolati dal suo
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| Da lontani cieli
giunge l'antico pianto
senza dissetare zolle
e in rarefatta atmosfera
nel notturno cobalto
franano le
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S'abbrevia il giorno
e lunghe e oscure le dita della notte
avvolgono la terra.
Si rassegnano al buio l'occhi e così la mente
che più non si difende insidiata dai sensi
gravidi ancor della diurna calura.
Questa è l'ora in
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Una sequenza interrotta,
un sogno sfuggito al controllo
si commisera in sottofondo.
Scolorano il volto schegge di luce,
palpebre chinate su occhi ciechi.
Un secchio di bianca calce a contenere
la notte,
rantolo flebile di desideri crocifissi
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Travolgono armoniche suggestioni,
s'impongono fendendo silenzi notturni
carpendo a mente e anima
sublimazioni intense.
Esisto annullandomi in lei,
morbida, espressiva, violento cesello di note
che in crescendo improvviso esalta,
lenisce e
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Più non s'ode
frinire ossessivo
di occulte cicale.
Immota la palma.
Non un volo.
S'incupisce il cielo
da nubi fosche ingrigito.
Inizia come svagato
il chiacchierio di gocce sui tetti
e, ancor lontano brontola il tuono
foriero di
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Sempre a me preziosa fosti, oh luna
che lontana e chiara
la luce tua tenue diffondi
mitigando oscurità notturna.
Solitaria tu vai lasciando breve scia
che ravviva le oscure vie del cielo
e instilli, come per magia, nell'animo
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| Dove inizia la sera là,
mi fermo.
S'è acquetato il vento
insieme all'ultimo pigolio
e la siepe s'è fatta ombra nell'ombra.
Serrati l'usci dimentichi di luce, dai vetri aperti
s'alza lo sguardo a rimirare il
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600 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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