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elena rapisa
Le 600 poesie di elena rapisa
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Mi sei aria, sole, piovasco,
mi sei suono e silenzio,
il fu e ora,
la costante mi sei
Nell'allaccio, tenera sensazione
in rinnovata consueta meraviglia,
divenire senza termine.
E brezza sei che suona
l'arpa della nostalgia,
ramo che
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E' un creare d'amore
su bianca pelle
mentre la luna argentea i tuoi capelli.
E' un sussulto d'anime e di corpi
che scorre, al par di flutto
e sulle labbra
trova approdo e lì s'arresta.
Dolce sale il moto d'onda che in
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Si fanno largo nella memoria accenni di luce
profumo attenuato di giorni screziati
trascorsi a cogliere aliti intuiti,
riflessi azzurrini nell'occhi.
Quel sorseggiarsi trepidante,
arnie di miele da suggere.
Vaganti spore a tracciare di nivee
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Annullato il suo io
si concede all'umano giudizio.
Abile camaleonte si cala
in panni altrui,
s'appropria d'altri destini.
Assume disparati volti, da voce
a struggimenti alieni,
s'immedesima, trovandosi dissimile,
eppur simile, a tirannici
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| Allargava l'ali e si librava,
incerta al volo.
Poi sempre più ardita fra una soffice nuvola
e un temporale,
avanzava aderendo al sole.
Nella brezza rinveniva note ignote,
s'univa a stellati giochi,
allora che la luna sorniona
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S'aggira nei pressi,
a volte mi tallona altre mi precede.
Il suo fiato inanimato mi allaga le nari,
ritorna nell'odore del tuo respiro
quando già ti possedeva.
Se la chiamo s'allontana,
poi repentina appare fra le pieghe dei pensieri,
e
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Quieta era l'onda,
quasi solida coltre e raggi tenui di luna
vi penetravano come bacio d'amante
a dispiegare luce.
Quieti stavamo,
distesi sulla tepida rena che tratteneva
calore diurno e tremanti stelle
giocavano in palpitar di labbra
mentre
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In sordina alterca il vento,
indotte fughe sono i voli.
A ridosso di dense nubi sta impaurito il sole
mentre voce irata è coro il mare.
Calato nell'egoismo l'uomo trema
cercando appigli e conforto che si nega,
vittima inconscia di viziosi
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| Fra nere rocce puntute e glabre
apre rosse labbra
quale ferita mai rimarginata
una terra che nemica pare.
Arrossa di fuoco il biancheggiare
di nevi ai lati
e dove si dirama, cicatrici stabili
s'imprimono dolenti nella crosta sciolta.
Manco il
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Tacque spasimi e percosse,
ingoiò in silenzio il dolore
che artigliante
nel petto s'infiltrò quale aculeo,
spina per lo stelo in sofferenza.
Tutt'uno divenne col nero fiume
in ripetuto incubo
e fu compiuta lascivia
a tatuare di
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| Forse mai più nel riflusso di fonte
dove esauste labbra posammo
coglieremo sorsi di giustizia.
Come la mente arde d'arsura,
così la terra madre implora credito,
inascoltata preghiera
di infinite bocche spente
nell'espanso
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Eppure deve esistere una luna
eternamente appesa
al risveglio della notte.
Una luna certa
dietro zelanti fiati di nebbia disonesta
a poggiare quasi gocciolii,
candidi surreali aloni su occhi senza appigli.
Forse sarà la stessa un
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Svuota l'anima
questo fluire anonimo del tempo
che compromette la vita,
rochi rintocchi, suoni assenti
in furtivo insonoro simbolismo.
Tempo disfattosi nell'essere
a smorzare remoti albori,
quasi lune rassegnate
relegate in un limbo
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Vago sentore di pioggia pizzica le nari
e già in sordina avanza la sera.
La nebbia tesse trame d'argento ai rami
incupiti d'ulivi,
un cane lamenta la sua solitudine
latrando al silenzio.
Ripercorro sentieri dove inquietudini
tacciono
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Occhi ciechi negano dissesti:
il prima e il dopo.
Impietoso evolversi d'inascoltate invocazioni
sprecate in evoluzioni dall'esito prevedibile.
E se non ci fosse più tempo?
Lui si,
inesorabile compare
e ratificare ogni ciclo
Pure
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Fu un rincorrersi di pressanti sguardi,
un fuggir di dita impazienti
dal primo tocco già unite.
Mentre l'autunno confinava il sole
per loro esso nasceva.
Le nuvole si fecero alcova, il vento profezia d'amore.
Provocarono eccitanti
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Invia un messaggio privato a elena rapisa.
Ormai sei condannato anno.
Si stempera nel fu l'ultimo tuo respiro,
fra poco si apriranno per te
le porte del ricordo.
Tu,
invenzione umana c'hai dato ciò
che sorte ha predisposto:
ingordigia, veleni, affanni o noia.
Poche le gioie
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| Fluisce maestoso e lento e,
lungo il suo vagare
fioriscono leggende che non estingue il tempo.
Loreley che irretisci e menti
a chi a te viene, sedotto dal tuo canto,
prometti un paradiso inesistente
e rendi dolce il perdersi
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Offuscamento simile a sabbiosa tempesta
il navigar cieco nel remoto.
Remi lassi
penetrano l'onda disunendola
quale interrotto respiro,
esaurendosi
in brandelli di tempo.
La follia osserva beffeggiando,
si fa approdo fittizio,
repressa
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Armonie marine in replicate onde,
suadente invito di rosate spiagge,
fragranze di corallo,
canto di delfini all'inseguite barche,
risa, fiori, palme,
verde il mare stupisce e stimola il sognare.
Ritmica, spossante una musica
allaccia corpi
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Quando l'incauta anima mia
per ignoti sentieri si smarrisce,
presa da ebrezza di follia
s'immerge, ape golosa
tra fiori di poesia.
Li s'arresta e freme,
trattenuta come per incantamento
fra parole e sensi,
e tracima allora il
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Si palesano nebulose letargie
clementi all'occhio,
ingannevoli al cuore.
Pensare, gioire,
forse nel ricordo
Inconsulto moto muove
embrionali sensazioni
che nella imprecisa cornice dei sogni
scorgono lenimento.
Spezzano l'attese
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Godono del tuo sfogliarmi
i miei petali
Si allargano al tuo fiato imperlato
inclinando verso l'apice
la risposta.
Stregati sensi nell'esclusivo viverci,
in tumultuoso affrettarsi segnano la carne,
morbidi e violenti,
assalti all'arma
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Brevemente si flettono raggi
sulla ancor sopita campagna
includendo in tepido abbraccio
i nudi pruni e la sfaldata rosa
che di rugiada ancor intrisa
langue
La coda al ciel drizzata,
punta un gatto maculato
l'ultima foglia accartocciata
in
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Als der Tag kam wo die Schwalben entschwanden
als auch die Rosen verblassten,
als nur die Seegaenge schaumend
den Strand erfassten,
entfloh Sie
denn Sie konnte nicht nur von Erinnerungen leben.
Quando giorno giunse in cui
disparvero le
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All'ombra tua esiliar lo sguardo vorrei,
in abbandono dolce come una preghiera
che dal cuore al labbro sale,
ma nella voce divenuta muta indugia.
Catturano il pensiero altre notti
che alla brezza marina rubavan melodie
mentre tra diafane
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Danza la neve
vien giù lieve lieve qual piuma si posa
nettando ogni cosa.
Nel bosco silente scoiattoli lesti
più non son mesti,
ma accorron spediti
allegri agitando piumosi codini.
Bimbi eccitati già fremon
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Ancora e ancora
vaporizzati atomi si cristallizzano
e sono maree di presagi venati d'emozioni
che rabbiosi marosi frangono su spiagge vuote
battute da libeccio
collerico e provocatorio.
Ancora e ancora
il suo alito sparge molecole salse
su
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Erano strade ammantate di foglie
quasi morbidi tappeti.
Le case ammutolite rinserrate l'un l'altra
esorcizzavano il gelo,
poi... il fioccare lento,
a mutarsi in turbine.
mentre il bianco velo schiariva l'ombra
distendendosi.
Un latteo cielo
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Ora te lo posso confessare:
non fu timore che mi fece tremare,
ma quel bacio e le tue dita
che con maldestro moto scorrevano
fra un pizzo invadente e la spallina.
Mi guardasti, reso audace
dal silenzio nel mio accogliere
quel vitale rinnovarsi
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600 poesie trovate. In questa pagina dal n° 241 al n° 270.
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