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elena rapisa
Le 600 poesie di elena rapisa
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Forse t'amai sotto cieli d'ardesia
all'insaputa di lune domate dal vento dell'est
Si, certo t'amai nel fruscio di foglie celate nell'ombra
o quando percepii il richiamo di stelle
melodie arpeggiate quasi affannosi sospiri
e tu che cercavi un
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Intreccio pensieri
che lievi vagano fra scintillar di stelle.
Questa notte non m'insidieranno pene che frenano il cuore,
ma le porte aprirò alla cecità dell'ombra
e il suo vibrante silenzio sarà di stimolo ai sogni,
quelli
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Abito il tuo amore e di esso mi vesto
caldo mantello, sicuro all'anima mia
e pure se non fiata il labbro, come baleni
dal cuore s'alzano strali che della vita
esaltano il senso.
E' nel riconoscere la tua essenza che s'apre la mia
al piacere
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Si è smarrito il cielo
A ridosso di grigi nembi un inesistente sole
guarda con occhio cieco
la brulla terra.
Frenati germogli non bucano le zolle,
non tubano colombi, non guaisce il cane
non un alito di vento turba la fissità
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Udite
più non risuona il vento,
geme
scortando i morti.
Erosivo alletta membra dilaniate
mentre l'angoscia strozza la terra
il male esalta pretesti
e spade di pena squarciano cieli neri.
Propaga con chirurgica precisione semi
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Ti umiliò il cuore, ne interruppe il battito
Oh, come fu oppressiva quella rude mano.
Non ti chiuse l'occhi, non perse tempo.
Manichino scomposto, le vesti alzate,
predata anima e corpo
mentre il sole ti si spegneva
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| S'intrufola refolo di brezza
fra le corvine chiome della notte
effimeri sogni elargendo.
Si esibiscono in cori e recite opache stelle,
a speranzosi amanti unico sprone.
Olezza d'urticanti muffe
l'alito dei giorni
persi in diatribe
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E no,
non mi piangerò addosso,
le abluzioni mistiche le lascio ad altri.
Camminerò a testa alta ancora
nel mio selvatico giardino dove germogliano fiori spinosi.
Conficcati nella carne gemono,
io li curo quali briglie a
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Qual è la tua meta uomo
che impregni la grande Madre di sangue fraterno?
Cresceranno papaveri neri
da occhi di bimbi a cui non fu dato tempo
di vivere altrimenti
e lombi terrorizzati genereranno altri mostri.
E ti esaudirai nell'antico
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| Appesi ad un raggio di luna
scaturiti da antica lusinga,
aprono brecce e lesti colgono al cuore
i sogni.
Teneri verbi sciolgono i silenzi
e sono lucciole, sono vele gonfiate da Eolo,
mani erranti in ondosi trastrulli
viaggianti su onde
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Se nel breve imperfetto tempo
perduto fra il fu e ora non rinvenisssimo,
valve mai vuote,
tenere scaglie di rimembranze,
saremmo sfumate emanazioni senza passato.
La mente è un forziere dove riposti stanno
i giorni che vivemmo.
Uno
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| E poi,
poi rimasero tenui scie
intensamente nell'anima incluse.
Stimolata dall'esigenza di seguirle,
scavo nel cuore in un susseguirsi d'affermazioni
mentre avanzo riesumando passi,
fra sepolcri rassegnati, seguendo sentieri
che vanno
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All'inizio fu presagio soffiato sulle gote,
pulviscoli di fiati nell'occhi,
assenza di pensieri,
filamenti di premure attorcenti
instancabili nel tragitto
tra seno e labbra in crescendo
Avvezze a solleticar epidermide,
bocche indecise sui
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Fu per amore, solo per amore
che cedesti al cuore
asservita a un sogno che si disfece fra le dita
nel giorno della resa.
Breve fu il tempo dell'incantamento
che subito impietosa maestra ti fu vita
e andò mutandosi in carnefice
colui che
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Ti arresti esitante sulla soglia dell'amore,
scruti, non fiati, dribli;
forse t'ha colto inatteso timore
coinvolgere non vuoi del tutto il cuore.
Come vorresti amarmi, dimmi, e quanto?
Non mi appaga quel che vuoi
di te donare
che nell'amore
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| Potessi con pochi versi formulare ipotesi sull'essere,
sarebbe come giungere alla vetta più vicina al cielo
per ridere e gioire senza pena alcuna
consapevolmente persa
in una basilare completezza
trattenendo fra mente e cuore tutto il
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Invia un messaggio privato a elena rapisa.
Stanno in agguato in gola le parole
ancora senza voce
e sono sempre mie o tue
senza conseguenze.
Allor che il labbro le pronuncia
si diffondono sforando altrui coscienze
distribuendo non equamente
felicità o sofferenza.
L'etere se ne
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Muta avanza la notte
tessendo ragnatele di sogni
dove senza scampo s'impiglia il cuore
rimuovendo sudditanza dalla luce.
Mi indentifico col silenzio
rotto dal bisbiglio di frasche che duettano col vento.
Percepisco suoni trascurati
non
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| Mi troverai lì, in piena luce
dove il sole accorcia ombre
e turba, penetrando foreste,
la pace ombrosa delle forre.
Sarò ad attendere nel vento
quando alita crudo e terrorizza voli.
Sarà il mio volto che vedrai per
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| Va segnando l'onda d'umidi baci la rena
e il respiro della vermiglia sera
anticipa quiete più profonda.
Quali sussurri d'anime vaganti
le marine brezze carezzano la mente
e svagati pensieri rovinano in siderali abissi
che al cielo han
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| Ciò che ancora mi sostiene
è la speranza, sovente latitante,
che si crei alfine il presupposto
per iniziare un nuovo corso.
Sarà segnale che ora ci diserta
per ricusare un capitolo oscuro e deludente.
Dagli umani raggiri
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Divaga notturno pensiero,
stordente in sfrenate fantasie,
trae in inganno il cuore
che nella quiete ombrosa
vulnerabile si svela.
Intensa quasi aspra riverberò la luce
nelle diurne ore
elargendo vividi colori
in presagio
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Se ripenso adesso
a quell'abbraccio stretto
che mi segnava il petto
del puro tuo diletto,
è oltre quel sentire nel rievocare un sogno,
è oltre la catena che m'aggioga all'oggi.
Nel far dell'alba che ci lambiva
mio paradiso
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S'è alzato un vento di mare
che monello s'attorciglia alle vesti,
vi aderisce svelando l'armonia delle forme
che mi sfarfallano allo sguardo,
mi destano, m'intrigano.
Come vorrei assopirmi tra quei seni
così teneri e
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| Corri ragazzo corri verso quelle mete
che ti son ventura
Inspira, sorprendi l'aria intorno a te
e falla tua,
accordati ai sogni che ti affollano il cuore
e librati
con consapevole, vivido coraggio.
Ma poi, a volte indugia, esplora
indaga
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| Se a nulla può il tempo
cosa mai potrà il distacco?
Passero implume ti flettesti
al flusso che ti lambiva
con flessuose mosse, danza rituale,
in vertigine di voli.
A nulla potè sonorità d'onda
ne solfeggio di
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| Lente e sazie snaturano le ore
vanno a formare un sottile filo tediante
che piano si esilia in un patetico tramonto.
Amo gli oziosi meriggi dei festivi giorni,
li amo eppure li detesto
quale ribelle reazione al vorticar d'azioni
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| Un campo arato dalla vita sono
dove vento contrario increspa
spighe che non si scorano,
ma si adattano in ondeggio continuo
a discontinue correnti
In un perenne vagliare ipotesi
che non fugano grevi realtà
tentai,
oh sì provai ad
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| Sollecitati sensi supplicano
Ed è rivelazione esaltante,
un assaporarsi, un allagarsi d'umori,
un incedere inarrestabile,
uno sprofondare nel nulla
levitando
Quel fondersi
per riversarsi uno nell'altro
esaudendo viscerali
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Voglio scrivere parole salmastre
mentre il sole s'accinge al riposo.
Che si perdano ancor ebbre di luce, volatili,
vaporose come il mio amore che mi lambisce con liquide labbra.
Voglio aria vibrante a intonare un canto,
melodia nodale in questo
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600 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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