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♦ Michelangelo La Rocca | |
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pompeo conte
Le 748 poesie di pompeo conte
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| Mille cinture in casa
di tante fogge e tipi
che a fin di vita istigano
o a chi può far del male.
Ma sordo ad ambo orecchie
io disinvolto treno
in già segnato corso
tiro sulle rotaie.
Vane lusinghe passano,
non mollo il mio percorso
con
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| Come foglie rinsecchite appese
d’un anno trascorso tra diffide
dall’alto subendo dinieghi
e ovunque reclusi.
Cimento in contesi vaccini
sfornati in concorso a bizzeffe,
osando, tentando, sperando,
la vita ancor duri.
Ma ormai si può dire
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| Vogliamo solo pace e mai più guerre
con sete, fame ed altre insufficienze;
cos’altro c’è di meglio al mondo, cribbio?
E i bei pensieri, sol Natal non scelgan.
Ognuno al suo dovere fino in fondo,
sia pace all’uomo in terra e comprensione
tra noi e
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| E’ solitario, afflitto, e indifferente
sollievo forse vede la sua morte,
però d’aiuto fugge ogni conforto.
non cerca, non chiede,
non vuole, vicino nessuno:
neppure se cade un aiuto.
Poi d’altri, ben poco gli importa;
bene vorrebbe stare...
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| Curvo, pensoso e lento nel cammino,
testosterone il corpo più non sforna
né resta un nervo che accidente tenda...
a un alber senza fronde m’appariglio,
ad un arbusto, o un rinsecchito tronco
coi qual l’amico d’uomo or mi confonde:
Vien lento,
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| L’annuncio,
e il bambino a seguire,
da spirito infuso.
Cosi pur quest’anno il Natale
seppure offuscato,
fra mille pensieri e dolori è arrivato.
Siam vivi e pertanto
la Vergine bella e gentile
da tanti è lodata.
Ripreso dagli anni
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| Là nel saloon in angolo seduto
pensando ai fatti suoi, beato
il fumator di pipa
e in altra man la birra
librando in aria nuvolette amene ...
E a un tratto si trovò in terra disteso
preda di pugni calci e ginocchiate
da chi di fronte a lui
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| Verrà il Natale e porterà il presepe:
a scalare balconi e camini
vedrai impegnato l’omino.
Tappeti sugli ingressi rosso accesi,
sorrisi non sempre sinceri
e parole assai buone, parole a bizzeffe!
Sul viso un po’ di gioia
e maggior vuoto
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| “Cornetto, cappuccino... Tu che prendi?”
“Proprio niente,
che languori via da casa spensi uscendo”.
Poi al ritorno, birre, pizza...
“Fate presto, io non scendo!”
Se con voi cado nel gioco
più non corro, ballo o nuoto...
E mai siedo io già
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| E’ così che mi sento...
pur stanco in pensiero soltanto,
e in casa ed ovunque
io sol tra la gente
che muove, o in sospeso che attende.
Di fuori rumori su strade adiacenti,
lontano il mio sguardo ed assente
a carte deluse sul banco.
E più
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| In casa sempre e all’improvviso quasi
cessato il caldo, il cielo divien scuro
e il vento da gentil reso importuno.
Emblema di stagione proprio in fine
quei mesi con inizio in sette e in otto.
Troppo opprimente sole ora mi manca
e c’è tristezza in
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| Quegli acini spolpati fan soffrire
di vita allegri grani e tristi avanzi.
dovessi uno ingoiar ne temo un danno
e li allontano quando li ho davanti.
Il loro aspetto mi fa inorridire
ai miei perduti denti sì sembianti
al lato un dì cruento lisi e
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| Sulla panchina al bel discorso in fine:
“... Nel piatto ove mangiasti poi non sputi,
tu che dici?”.
E a ciò lo scriteriato gli rispose:
“Talvolta a me succede, a dire il vero.”
E lui curioso: “Cosa?”
“La protesi malnata a me vacilla
e al
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| Sul viso travestito
d’ancor immondo velo,
salvi soltanto gli occhi
accesi fari su chi vuoi puntati.
Colori variopinti, accattivanti
di resistenza al morbo
e in dialogar suadenti.
Guizzanti le pupille a ogni saluto
gioiose increspature in
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| Ognuna un mondo suo reca diverso,
ma a me una sola
che mille ne gradivo, sì estroverso:
lamento in cuor seppur latente insiste.
Intendo dir, non so quanto sia giusto
che in vita mai per me un cambio ci fosse,
che in sugo par mancante un po’ di
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| Covoni di grano, e ricordi ...
incuranti
se fuor par sia momento
di lodi al biondo grano.
Ma il cuor ci riconsola
in questa dolce terra narrare di frumento
con eventi, argomenti
di ieri e di domani:
Nel triste frangente
lenisce a noi il
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Indirizzo personale di pompeo conte: pompeoconte.scrivere.info
| Guida dei miei stivali
se proprio non sai niente
ma che t’impicci a fare?
In contenuti sobrio mal fornita,
inesattezze e abbagli
scarse le indicazioni e fuorvianti
di stantie ed obsolete informazioni.
Quel fare tuo gentile e premuroso
mi
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| Io cerco di capir, di coglier nesso
dei fatti conciliar fini e costrutto
ma Lobby del pensiero al mondo tristo
emanan norme astruse che stordiscon.
In fermo d’uscio provo a evader misto
o accampo scuse in preda allo sconforto.
Nel poco che ancor
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| Stipati nel profondo oggi ricordi
ritornano in memoria a noi viventi.
profumi odori spinti, gran silenzi
di un mondo assai diverso in campi e valli.
Profumi naturali a non finire
ragion di stordimento in altri tempi
che a nuovi nati ormai non fan
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| Fu sempre un dispiacere in vero
doversela levare a fine spasso,
per contro or mascherato
nessun più vuol restare
che tanto pesa e opprime
un sacrificio imposto
che pone al cittadino
in testa un chiodo fisso:
chiede levar potendo
quel
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| Il freddo un po’ cede, si assenta,
dolce tepore arriva e nuovi uccelli al canto.
L’ inverno ci lascia,
ritorna la bella stagione ...
soltanto per dire!
Su piane adiacenti e sui monti
solarità nascoste, sfumature sommerse,
mentre su vite e
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| Mi piaceva quella donna... ma poi vidi:
straccio ai lembi, e su passanti inermi,
poi, non paga, sguardo intorno,
e lesta con la scopa sterpi e foglie!...
Ovunque è prassi terre e scrosci:
“Così fan tutte” il detto,
con musica che coglie chiunque
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| Ci sono entrato apposta, in quell’ufficio;
poi ci tenevo e l’ho raccomandata.
Serrato l’uscio e fatto un passo
quella, seduta lì:
sembrava mi attendesse.
A lei proprio, il mio plico
allungo e il foglio annesso:
ma prima lecco ancor ...
resto
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| Saper di più s’impone in certi casi,
ma in confezione
scarso e lacunoso il bugiardino.
Tappo serrato in vetta, ed io sfinito,
con quella scritta poi:
che da tener ben chiuso!...
E attesi, attesi ...
a più riprese l’occhio
studiò ma non
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| Giro intorno in corto raggio
da un cantuccio seguo il mondo,
non so dir se sia felice
poco rido e soffro alquanto.
Piova, sole, vien tramonto
poco cambia se son dentro,
vita ormai non m’appassiona:
poco vivo, e senza impegno!
Non a mecca od
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| Ad ogni incontro schivi se accarezzo
ti volgi, e par disgusto,
lasciandomi allibito a dubitare...
Ti aspergi poi, ricorri alle abluzioni,
ma perdiana!
Allor sai che ti dico alla fin fine?
“Addio, più non ti vedo, e sto’ lontano.
Se in
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| Quest’anno è andato tutto storto
e infine, chi se l’aspettava ...
c’è rischio che ci sfugga anche il Natale!
Ci rifaremo forse,
ma non sappiamo che succede ancora,
è giusto diffidar: tutto peggiora ...
E cambia, cambia il mondo,
nulla
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| In terra l’angioletto lieve scese
a quella fanciulletta dar novella:
prescelta a recepir l’augusto seme.
Poi venne ciò che venne e nacque un figlio
da spirito fecondo, per chi ha fede
diffuso e guida al mondo insieme al Padre.
E il popol propagò
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| Appariscente trama rosa
e un fiore disegnato per decoro.
pur sempre odioso ma aggraziato il panno,
su labbra sue carnose e sul bel viso.
“Un bacio vorrei darti ma è proibito
or non mi fido disse, ma domani ...
più non saran confini se
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| A bella mostra, ben affisse in campo
non men di sette e sedici persino
enumerate, ma così per svago:
Undici in media quando fa il bucato.
Senza volerlo sai io le rimiro,
che non nutro interesse in cose strane.
Sicur ne indossa al giorno più d’un
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748 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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