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pompeo conte
Le 748 poesie di pompeo conte
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| Ed or che il cuor s’è aperto alla speranza
che ne farai di me non so capire,
difficile è per me l’amor gestire
io non so che vuol dir corrispondenza.
Per me sempre mistero fu la donna,
più volte abbandonato e disilluso
e
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| Un lampo, e Il suo bel guardo si è oscurato,
sicché discreto il mio, par l’abbia offesa;
pur dianzi esser gradito mi è sembrato ...
non so più che pensare, son confuso.
Ma quello avea forse altri per destino
e lungo il
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| Giovanile e assai graziosa,
bocconcino prelibato;
ben speziato...
Ed ho pensato:
”Non mi par donna di chiesa,
ma votata più al peccato!...”
E, m’ha guardato!
Ho pensato: “Son piaciuto!”
Lei guardava le vetrine:
i balocchi ed i
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Fuma., beve, e non lavora,
neppur manda i figli a scuola:
sono in giro a mendicare
con le mamme: lui ha da fare
ché s’industria a organizzare.
Ben addestra la sua prole:
furti e scippi, in rocambole;
e vagliar cos’han portato,
dal pattume buon
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| Stamani già tre case, e non veduta
una tazzina di caffè riempita.
So d’essere gradito, e non mi spiego ...
del Sud vago confin sarà arretrato?
Più spesso accade che me ne offran tante,
e mai che riesca a stare
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Insulsa e ignominiosa
la norma tramandata,
che d'uom fa donna preda,
per essere cacciata.
Io timido e per altro ancor frustrato,
non seppi né potei capir quel gioco,
e femmina a trattar non imparai.
Così, dimesso e mite
e d’altri
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"La guardia, chi l'ha uccisa, allora, dimmi!...
Sei tu che gli hai sparato, o quel tuo amico?"
"E pensi che io canti ... come un merlo?
Da me non saprai nulla; io non parlo!
Mi puoi torchiare con la luce in viso,
ed altri mille
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| È il sabato la festa, e il dì migliore;
domenica è soltanto una promessa;
di sabato l’annuncio, ma è già festa
che stinta e scialba, il dì seguente muore.
Che l’esaurisca il sabato ti basti,
non t’aspettar
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| Alteri sguardi, toni accesi
allor, quando pur’ io alzai la voce;
ma tu mi superasti:
uccel rapace!...
Poi subito capii:
non era il caso!...
e rabbia scivolò tutta ai miei piedi.
Fui primo a realizzar
meglio un rimando,
con freddo approccio,
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| Un amico mio di Spagna
conosciuto in Alemannia;
mio compagno di lavoro,
raccontava di una sera
ove a fine di una cena ...
egli avendo esagerato
si tastò la sua grand’epa
esclamando un po’ esaltato:
“Toh, mangiai come un
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| Come gabbian, che avvisa al nido giunto,
si fa sentir di primavera il grido;
ma con fatica, al suo ritorno arranca,
tra ininterrotta pioggia e freddo estremo.
Leggero fu un Natale, di micragna,
e il freddo al carneval dà un po' colore;
nel
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| Se nero e pesto, ed era conio lustro,
lacera e lercia la cartamoneta,
valor non è intaccato da utilizzo,
ma la tragedia vera è acquisizione!
Singhiozza l’opra sì da far spavento,
effimero il salario, e l’inflazione
corrode, e
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| Fa freddo, piove e aprile s’intravvede
e già di gloria avvolge albor del sole;
più a lungo sfoggia luce e più tepore
un Astro ancora docile e gentile.
Per lunghi tratti ancor, si cela il sole
ad epiteli pallidi e contratti,
ma caldi sprazzi già
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| Tanto freddo e poca luce
negli Spazi siderali;
non è chiaro chi conduce,
però un duce vi si addice!
Spazi immensi, quegli spazi ...
e con mucchi di rottami ...
Ma che strazio, troppo spazio,
con nessuno che conduce ...
e senza luce!...
"Fiat
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| Ma che incanto“la Divina,”
che alla "Scala" un dì saliva;
qual Giulietta al veron stava
e Romeo la corteggiava!...
Quella Giulia per le strade,
tutto il mondo ha conquistato.
È italiano un po’ il” Belmondo”
come, al
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Sortita dal crogiuolo e non trattata
effetto non produce di un magnete,
si muta poi materia in calamita
così di donna o d'un uomo, se eccitati.
È necessario sian diversi i poli.
o natural verrebbe repulsione;
la carica, nel suo
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Leggi la biografia di questo autore!
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Indirizzo personale di pompeo conte: pompeoconte.scrivere.info
| Lor competenza è zero,
cui sopperisce tanta cortesia.
Qualcun li ha favoriti ...
Son messi lì a far nulla, e son gentili.
Persin molestia quella prestazione:
“Di che ha bisogno, dica!...”
E a volte ti conducono in
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| Pensosa e taciturna procedendo,
austera, guarda solo a sé davanti;
non so cosa contempla, tutto, o niente,
con spirito che sembra assai distante.
Quel dì che declamò ben lo rammento
brillanti versi in accorato accento:
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| Scippi e screzi nel Palazzo,
con acrobati al trapezio
sembra un circo, tante bestie,
nani e clown nell’intermezzo.
C’è un olezzo d’intrallazzo,
dentro e fuori del palazzo;
vecchio è il giudice in androne
che pur lui gioca a
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| Coltre d’ammassi fitta e forti venti,
il sole allontanato malamente
umiliato e vinto è all’occhio assente...
E infin scoscio assordante ed improvviso
rimbomba per le strade e vie d’intorno,
e fulmini, e saette e tuoni e lampi ...
In chiuse mura
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| Il poco esperto più del saggio paga,
Con cuore e mente tesi a defalcare ...
A lungo può restar la cetra appesa
Con senno altrove chi può mai poetare?
Il poco che ho, da solo l'amministro
Ma ravvisar variabili cavilli
Ben
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| Non esiste e ci tormenta
io da tempo l’ho imparato,
quando appare sembra eterno
poi sprofonda in alto mare
Dona solo frutti amari
mai che basti l’esperienza
si riprova sempre invano
ché non dura convenienza
“Non funziona” e lo
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| Se vince certa idea di socialismo,
dell’oro non faremo solo orpelli,
sì palle per decoro appese a un fico
ma pure corrimani o campanelli.
poche vetrine, e merci in magazzino,
riciclo, e sempre riuso all’infinito,
e tra ruscelli e abeti
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Tutte quelle noci!...
A Lucia volenterosa,
disse Agnese un po' spilorcia,
dopo che quel frà Galdino
col suo sacco l'ebbe prese.
Più non contano altre cose
se cospicua è posta in gioco,
pur se d'essa a volte ignori
di
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| Dicembre infin sfumò, col suo Natale;
cumuli in cielo, e giù c'è un aria stanca;
vedo quel mar che debole si frange,
squarci d’azzurro e grigio in lontananza.
Del vento s'ode un turbinar tranquillo,
con blando soffio, e il
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| Avanzi no, qualcosa di rimasto,
già dichiarato avea che lo gradivo,
per ”Santo Stefano” fu regolare invito
ed io con noncuranza accondiscesi.
Poi stanco per uscire e un po’ pentito:
"mi sento poco bene, sono a dieta,
vi prego di
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| S’affacciano due coppie di vetrine
di due negozi, lungo il corso siti;
vezzosi, son gli articoli del primo,
ma eccezional dell'altro, gran boutique!
C'è grande afflusso, e vende bene il primo,
sfarzo di luci e ancor metal ne
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| Nell’angolo attende
in preda all’affanno
che muova nei pressi
con passo ancheggiante.
Osceno e già pronto
pretende, arrogante
deciso nel tono
ed insieme suadente.
Lei schiva passando,
si offende vedendo,
invano egli insiste,
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| Anzitempo, sei venuto
pur stavolta, e m’hai fregato!
Quel bel posto soleggiato,
per me solo, avrei voluto!...
Il tuo grugno imbalsamato
non mi piace, e parli poco;
un accordo allor stringiamo:
vieni tu ... s’io non ci sono!
È pur
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| Ho vista ‘na vetrina abbandonata:
era assolata, porverosa, e vota,
doppo che chi ce stava se n’è annato.
Sulla vetrina scritto:
“cerco commessa pratica!”
Intorno eran deserte quelle strade,
e c'era un sole cardo, na' fornace!...
In
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748 poesie trovate. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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