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pompeo conte
Le 748 poesie di pompeo conte
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| Miami con amor nulla ci azzecca,
e non fu apologia quando sbagliai!
Piuttosto preferisco andare a piedi,
pero’ a foot, te lo giuro, io non ci vado
Miami, e in luoghi aperti non Chicago...
(Ma i nomi li pronunciano in barese!)
Ci son figli di
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| Per chi di professione
non è la stessa cosa
frattazzo oppur sparviere
Gravina è un po’ diversa dal piccone.
e non è un gran cavallo, il cavallone.
Poi in mare son marosi e non maroni.
Più grande di bottiglia
la botte oppure tina
però è
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| Il mio terrazzo è un bosco al ciel rivolto
che lungi guarda addormentati colli,
e in case sparse vede ciminiere
di fabbriche travolte dalla crisi.
È triste veder lande abbandonate!...
Lavoro manca, e lo si cerca invano;
più
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| I vari suoni non so interpretare
che mutano l'essenza in giorni ed ore;
diversi i modi, i tempi ed il valore
di singola suonata o in successione.
Distinguo forse squilla di funzione,
il suon di mezzogiorno e del mattino,
ormai non sento i battiti
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| Non seguo riti ai numi e tradizioni,
pur mi trascina inusitato affanno,
che trascurar fa cose d’ogni giorno.
Festa passata poi, non gabbo il santo,
ma è gran sospir la fin dell’oppressione;
e, pesce fuor dall’acqua dei costumi,
di casa sorto,
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| Una cesta di lumache, a chi gradiva
recava una vichinga e, giunta al bosco,
presso zampillo di fonte sorgiva
deviò, ché ancor per altre c'era posto!...
Testa di Moro assorto in sonnellino
notò, con un rilievo tra le braghe,
e
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| La vecchia rimembranza immette annuncio
che piano avanza debole e indolente,
spedito il passo poi man mano allunga
aspettativa il desider fa denso.
Antica ricorrenza il cuore punge...
e nasce infine, il Redentor del mondo
che dal torpor ridesta
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| Mi disse che m'amava... all'improvviso!...
e non sapei che dir, meravigliato;
felice... ecco non so; ma ponderavo
che ne potea sortir, dal nuovo stato.
Non era mai successo, fui colpito;
dopo rinunce, vuoti privazioni,
di vita piatta, scialba ed
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| Pesce fresco, Eccomi qua!
Bello, come i polpi vivi,
e per lei, signora bella
su richiesta ho il baccalà!
Vive anguille luccicanti!
spigol, dentici e sardelle,
ma se aggrada, se mi vuole,
anche il cuore lei mi prende!
Io la penso, ormai da
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| "Non lo fo per piacer mio..."
Sulla stoffa era la scritta:
ch'era sol per suo dovere...
Ora quando, e con chi vuole:
se rifiuta, non succede.
Ed a volte, è lei che chiede;
lei dirige, lei comanda,
pur se stimolo
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| Spazio ristretto, incerto e controllato,
grande come un quadrel di cioccolato.
Madonna col bambino, l'asinello,
la mucca, coi Re Magi, il pastorello...
Soggetti a collocar, sia pur minuti,
due piani, ed anche tre, ci son voluti!
Però la
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| Del greco egli ha la scienza e del latino;
di ninfe, di satiri... amore arcano,
che di pertugi avean concetto strambo,
con tolleranza verso amor bambino.
Ed or lo tenta ancor donna succinta
che non cucina e lingerie ostenta;
carenze del consorte
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| M'han detto proveniente dal Marocco...
nel crescere indeciso, brufoloso,
arancio normo leso, al gusto osceno.
Orribil suspicion: “Terra dei fuochi?”
Un po' ne assaggio, e poi, da terror preso,
più non mi fido... e il resto va sprecato!
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| Pum, pam, wow- wohw!
Ciak, bum, craaak! -woow!...
A scoppio segue abbaio...
Ma basta!...
Ognuno l'ha capito ormai,
che arrivano le feste, e vien Natale!
Alle novene pochi;
son grigi i “suon di Chiesa”
e scampanii ignorati!
Di doni invece
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| Risuona di pieve la squilla;
dell'Urbe ridesta e frastorna.
“Di nuovo è Natale!”
Gesù, detto l'Unto,
il Cristo, è nato stanotte!
È stanca la gente...
lavoro, denaro, le manca,
ma è sempre un conforto se
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| Per te soltanto trattenere
garrire non vedessero bandiere
ma io bruco novello
ero su foglia e manducai discreto.
Notevol cruccio il debordar ti diede
poi riflettemmo in confidar tra noi
ed orgoglioso e fiero
in me ritenni.
Or tu sicura e
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Invia un messaggio privato a pompeo conte.
Indirizzo personale di pompeo conte: pompeoconte.scrivere.info
| Se, sempre a piene man, profuso, il dolce,
a lungo più non piace, e ti disgusta;
così la vita, lungo il suo percorso:
se sempre ottieni, ti diviene insulsa!
Molesto pur si mostra a noi il sicuro,
se a gioia non s'alterna il
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| È un dono forse della provvidenza
quel soffice fruscìo di fredda e calda
che docile e discreta in casa giunge...
Sia benedetta l'acqua, e la sua falda!
È rara la bolletta che spaventa,
pur guizzo che introduce la sostanza
ci
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| Sciocchina che ti attardi presso il bosco
guardando di continuo il cellulare,
rinuncia ad incontrar quel tipo losco,
pieno di boria, e con accento strano!
Silente lalli, e in sera oscura attendi
quell'esser disgustoso e indisponente,
che t'ama
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| Carnalmente lei conosce
e in profondo alcun, nel guscio;
si confidano e li ascolta,
però in pubblico la ignorano.
È di “vita” il suo mestiere...
che parecchio le ha insegnato;
con lei l’uomo è stato ingrato
e ha ragione a diffidare!
Più di
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| Io non capisco sai, tu che pretenda!
Eppoi, pur senza te io tiro avanti.
Tu pensi che mi spari, o che mi m'impicchi!...
ma il cuore è in pace ormai, senza tormenti.
T'amavo, è vero, ma son troppo stanco
di veglie in Night in quelle
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| Vita piatta chiede il nonno,
senza grandi accadimenti;
dar non ama, o aver sostegni,
né che acun mulini intorno.
Curi il figlio chi in dovere
e l'anzian si lasci stare;
scimmiottar chi è genitore
ei non vuol, né lo
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| Rivolte al ciel le branchie, poi cadenti,
supporto all'uccellino e la sua casa;
senso di pace suscita se grande...
ed io piccino, a rimirar mi perdo!
Radici infisse al suolo, a sé nutrienti,
altro dall'uom, confida in ciò
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| Tra il cielo e la terra
sul Soglio!
Oriundo Agnus Dei,
da Pampa a vigneto,
tu sia benvenuto!
D'inizio Millennio riforme
successo t'arrida...
dispero!
“Buon giorno, buon pranzo!”
col cuore:
orgoglio tu ignori.
Ma gatta di peli
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| Allora ti pregavo; ero piccino;
pareva mi ascoltassi e comprendessi;
il mio pensier talora intercettavi,
tenera e dolce a volte rispondevi.
Or trovo tutto arcano e non comprendo,
e ne soffrii parecchio allor lasciando;
ancor ne soffro, nel
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| Mi affaccio sul veron di questa casa,
nucleo che partorì cotanto duce;
celiando, impulso a simuar mi spinge:
torace gonfio, e la mascella sporta!
Pur sollevare l'arto in su mi tenta,
di un'epoca scenario a completare:
e non del tutto
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| A rammentare son rimasti in pochi
quegli anni da pionieri qui vissuti
malsana landa a convertir feconda
ove natura ancora primordiale
nel corso dei millenni ha sonnecchiato.
Tra cinguettare, e d'acque un mormorio
con speme nel futuro e
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| Diversi siam da tutti, e combattenti,
e con nessuno a patti, mai scendiamo;
è faticoso, ma c'è appagamento;
restar noi stessi, ed altro non possiamo.
"Di persuader si sforzan, star nel giusto;
mirarndo altrove, non badando al
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| Non sono un delatore,
e poi, chi li conosce?
Immagino cespugli
che male mai mi fecer.
Cespugli... a chi fan danno?
Io voglio averne cura,
altro che riferire!
“Verzura, io ti adoro!
Detesto chi sottrae!”
E il “mio” tagliare freno,
ma se
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| Venne un maggio per nulla odoroso
e non solo di brace un’estate;
e giù bombe pien d’acqua dai cirri
su di un mondo già a lungo provato.
E ancor chimiche, candide strisce,
che da cieli innocenti propendon,
qual presagio maligno e funesto
frutto
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748 poesie trovate. In questa pagina dal n° 361 al n° 390.
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