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pompeo conte
Le 748 poesie di pompeo conte
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| È triste l’immigrato alla fermata
e il sabato, le corse pur son poche;
stamani, un vero fiasco, su al mercato:
nulla venduto, e merce sequestrata.
Domani, per campar, cosa inventare?
Con bocche da sfamar, laggiù tra i neri:
fin d’ora non potrà
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| In desolata notte, sciocca luna
un ampio alone triste in cielo alluma ...
ed infatuato stupido felino
da depravato, lurido invasore
sta ritto ad intonar la sua canzone
in toni reiterati ed importuni
sul davanzale di chi sonno
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| Misero e smorto è dire pane al pane:
buia la notte, ma dirò ch’è nera,
ché a me, come al “Postino” fu insegnato
tragitto a ingarbugliar, verso la meta.
Ed or canuto ormai, da tempo immane
siffatte astuzie assimilar
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| A meglio ponderare allor bambino,
avresti certo preso un’altra strada,
ma in monastero al dimorar coi frati
ti parve di sentir la vocazione.
Al ciel mirava il cuore tuo sincero
sdegnando ignota vita secolare,
clero supplendo a familiari e amici
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| Mi dava udienza, ed io ci vidi intesa:
per ore a conversar del più e del meno;
mi dissi: allor le piaccio, ce l’ho fatta,
la vedo cotta e forse è proprio amore!
Sol tracce di cultura, e gli argomenti
sugli “infimi sistemi” e casi
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| Non serve che mi desti veglia o gallo
poiché del mio vicino basta il raglio!...
Avverto un passo svelto ogni mattina ...
l'amico arzillo giunge, guarda e chiama;
fischiando e canticchiando poi virile
lì secco e vispo ad aspettar
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| Possibile mi chiedo ... a settant’anni?...
Pur corrisposto sguardo e un colpo dentro,
è una carezza all’anima che sogna.
Me stesso, e ritornato ai miei vent’anni:
nel dubbio vagheggiare sorridendo,
con quel suo sguardo che già
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| Raso terra, naso grosso
cute rosa a tratti in vista
sotto un pel ch'è prato raso:
esemplar d'amor canino.
Indol buona: par sorrida...
è un tesoro ma non l’amo!
Gli vuol bene il suo padrone,
però è a me che gira
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| Da piccolina mi allevasti un tempo
e badi giornalmente al mio decoro;
conservo di mia vita bei ricordi:
momenti intensi quando bimba ancora
trotterellavo a passo di giovenca
accanto al cane tuo, ch'è amico caro.
Poi l’epa mia curasti, e
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| A espresso insiem, nei bar, e mi chiedevo ...
ma serve, e prima o dopo a consumare?
"Per toglie retrogusto, che rimane,"
rispose, un tal che poco mi persuase.
Scoprii dappoi che, temperata un goccio
appena svegli è come l’oro
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| Quella presenza toglie vista al cielo,
non lascia circolar dolce zeffiro:
Orribile struttura in vil cemento
e nessun’alma dentro ad abitare!...
Or di anni son passati trenta almeno
che all’orizzonte opprime il suo respiro,
ed incompiuto, a pezzi
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| Tornan le ferie del divino Augusto,
callosa mano a riposar s’arresta
quando più pesa l’opra e afoso il lasso.
Più lunga e rilassante era in passato,
ma sospirata sosta è ancor vitale.
É Mezzagosto il culmine di
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| Una marachella il fanciullino fece,
ed or si pente, pur se non si avvide;
qual fosse un grande, un fiero peccatore
la schiena incurva mentre al cielo implora.
Mea culpa afferma, e ne ha convinzione,
pel vago error d’inobbedienza lieve
che
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| Lei certo, ben seduta non fatica;
a me dà estremo intralcio più d'un capo:
difficile scovar quel piolo infido
e mignoletto rannicchiato a lato.
Tranquillo e indisturbato vuol restare;
note incombenze assolver si fa duro
specie or
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| È primavera, una stagione in festa:
tutto è gioioso intorno e profumato,
al cielo e al fiore lei i bei raggi fissa
ma a suo cospetto è sfarzo motivato.
Sussurro s’ode in ciel d’uno zeffiro
che tesse le sue lodi qual trovero:
e tra elementi
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| Non sia parca la favella, e tieni pronto ...
un elenco di domande
che si adattino al soggetto,
sol gradevol ben accette.
Testo e tatto, quello giusto:
accorato, molto accorto, però sciolto;
pronto al cambio, se non frutta.
Disponendo,
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Invia un messaggio privato a pompeo conte.
Indirizzo personale di pompeo conte: pompeoconte.scrivere.info
| Vispo ti aggiri, barba viva e folta,
che con orgoglio in evidenza mostri!
Vorrei saper ch’è stato, com’è andata,
l’intera storia dimmi, son curioso,
se c'è chi ti ha esortato e a fare cosa;
capire, e in modo giusto
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| Cogito, e dunque allor pur’io ci sono,
però, mi chiedo a volte se sia il caso:
parer non mi fu chiesto, né il concessi
e ad elargire chi decise ignoro.
Con noncuranza qui mi pose alcuno:
che nacqui non ricordo eppur son vivo;
di
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| Io ci provai, però, senza forzare:
cintai l'intento a scongiurar diniego:
sconforto e vigor persi onde evitare
fu logica che mosse e mi fé agire.
Caro lettore a me giammai fu dato
di sceglier meta e mezzi da adottare,
imposti sempre
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| Fiore bianco, fiore bimbo
di marmitta e della fogna
quel suo sfiato ti ha annientato.
Sprovveduto, or snaturato,
annerito e sbronzo marcio
nei farfuglii come alticcio
fissi e sparli da inebriato.
Fossi stato più avveduto
sfiato
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| Al nonno partigiano
io fedele!
io al mio repubblichino!...
Del rosso e del nero il teorema.
"Del demonio la mancina,
e viril sia l’uomo vero ..."
Ma Leonardo allor non vale?
Via lo zelo, riflessione ...
Solo in libertà
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| Lasciato il suo servizio, il cameriere
a notte se ne vien con la puttana.
Ha in tasca il suo stipendio fresco, intero,
canticchia nel tornar pago e sereno.
Nel fitto retro bosco un lupo urbano
denaro avvista e cameriere assale.
Già
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| Nel tubo in cucina cè ingorgo
e m’accorgo
che manca un cucchiaio.
Cresciuta
è socchiusa la porta del bagno
che non è un portale...
pur resta importante.
Sfacciate
le nude pareti
vi scorrono ragni
e all’angolo un nido
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| Odor di primavera era già in marzo
e a giugno trionfa ormai la calda sfera
ma appena un fievole eco in Urbe arriva
dello splendor che altrove si rivela
Immersa la Metropoli in fervore,
e merci in magazzino, entro le mura
ma stile qui non regna,
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| Giacché troppe in quel luogo, e cibo scarso,
certa zanzara in certo giorno fosco
abbandonò il suo stagno presso il bosco
recandosi in città a sfidar la sorte.
La sposa d’un dottore, in luogo giunta,
lei punse, a rinfrancarsi del gran viaggio;
ei
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| “Chi per la Patria muor vissuto è assai!“...
C’è chi ritien dover, quando ci vuole ...
ma come può esser giusta, guerra infame?
Le case abbandonare, le famiglie,
si va su al fronte, ove si soffre e muore;
sparar per ammazzar
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| Ero a casa con la mamma,
ed or m'accarezza il piombo.
Spinto in guerra ancor fanciullo
qui digiuno in mezzo al fango.
Pioggia, sole, freddo e caldo
in fra i campi e sopra i monti,
dritte orecchi e tra sobbalzi,
in trincea con morto a
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| Neppur conosco il nome,
eppur nelle mie vene
in modo assai sottile
entrando v’è restata! ...
Lei prona ed io sdraiato ...
e teso, in apprensione,
nel vano, un po’ in sordina
la linfa mi ha succhiato.
E mia non l’è bastata:
con
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| Troppo caldo, vado al bosco!
ci vediamo a fine agosto.
bada al Tosco: è un tipo losco!
Ma non compro ... non son tonto!
Non mi arrendo ... scendo in campo!
Lesto zompo: corro in pista
se non cambia ancor l’andazzo
dentro e fuori del
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| Acerrima nemica mia aborrita,
intrusa che giammai potrò gradire,
mi pressan troppe cose ancor da fare:
non t'accostar, ché mai io sarò pronto!...
L’inizio d’ogni cosa ebbe un rimando:
nerbo mancommi allor, discernimento,
se
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748 poesie trovate. In questa pagina dal n° 271 al n° 300.
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