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♦ Gianpiero De Tomi | |
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pompeo conte
Le 748 poesie di pompeo conte
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| Sudando a risanar già illustre lido
d’altrove gente mosse bisognosa
ed altra sopraggiunse ad abitare.
Ma "lui" come Creator videro in tanti
al tempo un verbo che si fece carne
e terre separò d’acque in ristagno.
Diversi da region d’Italia
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| Conforme a tradizion ch’è sempre stata
sognava pure lui di farsi un nido;
ma poco si protrasse da sposato
l’amore condiviso.
Fuggì la rea col nuovo amante a lato,
partì e lontano se ne andò l’ingrata,
lo abbandonò tra sofferenze immani
e lo
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| Al Ciel non contestar la sua giustizia:
quell’uomo, per avere ha tribolato,
sei volte nei governi s’è imbarcato
con cambi di casacca a non finire!
Colleghi assai pacchiani ha contrastato
a sgomitar con lui nel farsi avanti,
pretese debellate in
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| E infin, se Dio vorrà, sarà la pace:
ciascuno col suo simbolo ed altare,
e col suo dio: ché poi son tutti uguali!
Fede non c’è che sproni l’altro a odiare:
si lasci ognun pregar colui che vuole,
fratelli sotto al ciel, finché si muore!
Dissolve
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| Amarla, fino al sacrificio, quando occorra ...
Ma voglio saper quale.
Se popoli diversi,
ristretti in spazi incerti ...
chi prevale?
Diverse razze, lingue, e le credenze
è raro non trovar dei riluttanti! ...
O Patria il mondo intero?
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| Babbo era morto, e madre a tribolare
per rimediare un briciolo di pane:
un lusso ai tempi voglia di studiare! ...
Del padre estinto un dì un amico venne,
che sedicente stretto suo parente
con vedova mostrossi generoso,
e Pettolina chiamò a sé
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| Solo carezze e baci:
altro non mi rimane ...
e tu per consolarmi dici ...
che tocca rassegnare!
Dicesti abbozza se non riesci a fare
or più come una volta:
sei vecchio, e sai che al mondo
tutto finisce e muore;
D’intese, restan sguardi
e i
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| Rimasti a cicalare ormai ben pochi,
tasse su su laterizi e su ogni cosa;
d’oscuro tunnel mai vedrem la fine,
spero sicura e basti la pensione.
Sotto a un mattone, in caso che ne resti,
ma casa o cosa mai più avrò che alletti:
è meglio nudo al
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| Lì, sotto grigia cenere massiccia,
dietro la titina ferrea coltre
covava un fuoco antico ...
e quando greve cappa sollevata intera
su terre contrastarono quei popoli ai confini,
dirittoa razzolare.
Corse, guerrier di pace l’Italiano
insieme ad
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| Di gravità, mi chiedi l’accezione ...
Sì, forza verso Terra, proprio quella
che ha il vezzo di attirare in giù soltanto.
Non l’amo ché m’aggrava, e tutto scende:
"Cadon le braccia sul Piccì e suonando,
sudore e bave dalla faccia scorron,
mi stanca
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| All’alba un grido: "Qui, c’è un uomo appeso ...
venitelo a veder, quaggiù impiccato! ...
È di colore e ad oscillar nel vento
ché sembra di veder ballare un pupo..."
Ma che emozione, proprio un uomo vero,
e ancora nulla è apparso sul
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| Mi chiesero dei versi, ed io: "Qual campo?
"Sul gioco", fecer seri ... ed io smarrito
lor confessai completa incompetenza.
Basiti ancor di più restaron quelli
essendo nota e praticata scienza
dell’universo lor vitale essenza.
Sol io, con pochi
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| Se bianco se nero con zelo
sui punti e sugli accenti
col bilancino valuta e dissente
del pel nell’uovo in cerca ha l’ossessione.
Ma il detto con il fatto o con l’effetto ...
distinguere non sa la circostanza.
Noioso a sopportar quest’uomo
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| “Ti trovo proprio bene, e un po’ pancione ...”
“Ho preso il cortisone”
“Netto e leggero il pelo al nuovo taglio”
"Perduto, ché io mai lo avrei lasciato,
“Sereno, sembri assorto ...”
“Perché non dormo a notte”
“In macchina sebben non vai
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| Un mondo più normale
diverso e meglio si può immaginare
solo con più coscienza è ormai fatale.
Un modo onesto e giusto
che io conosco avendo già provato
è di sicuro effetto e senza rischio ...
Dunque, perché aspettare?
Si può cambiare, certo,
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| Scura è l’adusta zolla e in furia il mare,
in chiuso nido accanto al fuoco, il pio villano
silente, e fuori è sibilar del vento,
il porco avendo in serbo e le granaglie,
e frutti secchi, e noci, e le conserve.
Novembre inizia l’agonia
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Leggi la biografia di questo autore!
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Indirizzo personale di pompeo conte: pompeoconte.scrivere.info
| Dottore, la prego, mi aiuti ad uscire,
mi aiuti, mi sento morire ...
che possa, la chimica vostra,
che riesca, mi faccia guarire!
Di donna ho perduto l’affetto, l’amore
lor madre anteposero a inetto i figliuoli;
ma senza l’amore, la fede in un
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| Sui tavoli le sedie, e lavò il suolo
la moglie del trattore
e poi di fretta,
sul non ancora asciutto
cadeva lunga stesa!
In suo soccorso corse un suo compare
suo dipendente, che, pur scivolava:
le cadde addosso, e lei si sbellicava ...
Ma
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| Rosso, marrone, e forse un po’ di bianco ...
È un giallo riscaldato il Pompeiano.
Cinabro in grani spessi io mi figuro
il Giallo, ovvero Rosso Pometino,
con cui vorrei veder nei nostri luoghi
Natali d’oggi e ier rappresentati.
E torni quel
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| Tu, spiritello estroso ed insolente
sai bene che la festa a me non conta:
non oso più schiamazzi, né altri vizi,
e illesi i muri al fiotto, or che non bevo.
Io non uccido per nutrir di carne;
idee son chiare, e manco d’altri vizi,
or ben rifletto
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| Voglio solo te voglio vicino,
e quell’l’altro che sparisca;
se c’è quello resto al palo,
e non mi accosto ...
ma se parte ti conquisto!...
Tu vorresti,
però taci, e sei con l’altro ...
Non conosco ... e non tradisco!
Mentre osservo ogni
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| Pacioccona e spiritosa,
lei, sorridente sempre a canticchiare;
dicevano gli amici: te la sposi,
vedrai, che t’assicuri vita agiata ...
Ma il padre era occupato al camposanto!...
Nello schermir persino mi adiravo;
e lei con i presenti a
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| Felice ed in salute bestiolina ignara
nel fiume il nido, ambiente congeniale,
con cibo in acqua chiara e non chiedeva
giammai del suo dovuto a chicchessia ...
Ma dalla villa presso la corrente
quel tizio venne e lo asportò dal nido,
e in chiusa
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| Sconcia e curiosa scena rimarcavo
di scimmia che col dito si sfiorava
intorno al foro anale, ed a seguire
lo stesso ripeteva sotto al naso ...
Pur io, ancor bambino, vidi un tizio:
guardava in giro mentre si toccava,
vagando in modo osceno con la
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| Ai tempi ancora in fasce,
affetto e cibo procacciava il pianto:
gran poppate al letto grande!
Coscienza non avevo, né progetti, ch’io rammenti ...
Tempi belli?... Non ricordo!
solo istinto era la culla!...
Babbo e mamma mi mancarono,
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| Un muro a lato, e strada era in salita,
e con fiatone apparve prima il viso,
un passo ancora e bella più vicina ...
poi giù lo sguardo e in me entusiasmo scema:
All’occhio trasandata, poco importa,
ma l’avvolgeva un orrido giubbone,
e sotto ben
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| Stagione di mezzo l’autunno
ch’è tempo di vita vissuta
e preludio di morte.
Il cielo s’adombra in ottobre
la terra è un grigiore ed assorta.
Al seme si appresta già il solco
che al gelo e in umido sfatto
poi in seno rigenera frutti
che a
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| Son belle le onde azzurre, spumeggianti
vi si riflette cielo luna e sole...
ma che ci posso fare ... ”A me non
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| Non piango, pur umido il ciglio,
e duro, e avvilito il cipiglio;
daffare obbligato disbrigo a rilento.
Respiro nel cavo recluso
rabbioso mi scrosto nel chiuso,
mi raschio il lordume.
Un dì sputacchiere,
che orrore il braciere!
Or rotoli
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| Non è di pietra il mio e son sincero,
come d’altri italiani è pien d’amore,
ma colorato o chiaro, non sopporto ...
con insistenza il reclamar danari:
Leggendo alla panchina:” Ehi capo!”... e insiste:
dato non m’è svelar se urgenza vera,
non lo
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748 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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