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Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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paolo corinto tiberio
Le 315 poesie di paolo corinto tiberio
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| Tra incubi racchiusi da cubi di cemento
soli rinchiusi in incubi di cubi
quando si sfaldano i muri di certezza
e l'urlo che si leva non ha suono
solo tacita tristezza nella smisurata onda
dell'arrendevolezza
Quando l'intima forza che ci tiene
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| Lo so lo so, che stai lì
tra quelle vecchie mura ai ricordi
appeso e i fantasmi attorno, in attesa
sempre in attesa dell'evento che non verrà;
e se anche traduci Virgilio
o parli coi morti o ti scuffi l'irradio
o ascolti rauche
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| Svanirà, la buia notte fugge già
al sole nuovo che tu sei per me,
risplende la tua veste bianca
e la fontana del tuo riso
zampilla l'acqua per la sete
e mi disseterà
Stupidi cuori, che non afferrate
come l'amore
non lega
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| c’è caos del senso all’inizio
slegato da regolarità,
non- esistenza ancora
ma sensitività avvolta
d’indistinta nebbia diffusa
omogenea nel cristallino sferico
utopico, luogo ineleggibile
evanescente, all’istante cadente
caduco puro caso
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| cos'è l'amore chiedi,
un postulato cosmico
indimostrabile perché
in continuazione si mostra
anche se un segreto
vi s'annida e lega
ogni cosa che muove
a desiderio a presenza
costringe a girare
attraenti sistemi
nel giga e nel
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| se compariamo le forze
giochiamo a braccio di ferro
in assoluto è grandissima,
ma vi si sgretola
lo spazio del segno, le relazioni
non fuzionano i rimandi,
ognuno per sé
non famiglia di tutti
che peso porta
in che spazio
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| applicata protesi di scintille aleggianti carente
al mare dell'essere, altro non vedo se non malattie
o furori, avidità o ii mostruosi da abissi
magnificati dal mezzo risalenti ai mortali
occhi non hanno ma d'elettroni fascio
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| Dove la terra accoglie l'oceano riscaldato
dal sole che vi si leva, nell'alba del terrore
sassi furono due città e popoli in un sol tempo
svaniti, allorché le molteplici lingue vibrarono
dalla chioma giallo- nera di Medusa e
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| Prezzo stabilito all'acqua appare la morte per sete:
se l'acqua è merce l'uomo lo è per due terzi, tanta
è l'acqua di chi scrive: quotatela nei listini di borsa,
nei liberi mercati contrattatela
Morte del pudore! quale piede
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| poi che s'appressa l'ora che il pancino
vuoto reclama rapida mangiata
strepita ed urla forte il mio piccino
la sua poppata
e mentre Mary nervosa ai fornelli
scalda raffredda agita e misura
giocherellando il babbo con cappelli
lo
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| Splendente ride la campagna
azzurra e fresca l'acqua scorre
nel giardino
viola ammicca la montagna,
curioso e vivo trascorre
il mio piccino
dallo sguardo sempre indagante
tutto l'orizzonte e il vento
che rompe e strugge
sotto l'influsso
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| dovevo perdere tutto
per capire
che nulla vi era da perdere
guardali i viaggiatori nelle classi
persino all'estate chiudono porte e finestre
e nel sepolcreto stanno
come fredde salme, alle vive impressioni
dei sensi morti
del fiato serale
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| occhi usi a fosforescenze
luce ionizzata di schermi e monitor,
un universo penombra e credono vedere
quando serrati nei sepolcreti multimediali
bramano cercare te, o vita
ma la vista si rafforza
fissando il sole a piè fermo
come l'aquila
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| cos'è mai questo chiasso?
chi ti ha insegnato
il silenzio?
taci,
ascolta
la rabbia del vento
tra i marosi,
il canto dal fondo
della perla che sale
quanti anni hai
di silenzio?
non pochi
e devo nuotare
a bocca
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| in linea melodica
scorre
quel ch'è in testa
tra vive sensazioni,
fiume tra argini
di senso dato
nell'originaria attenzione
ridestata, pronta al sogno fatuo
di un percetto, ma se ritorna
il fantasma di segni
si riveste
d'abito
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| m'attira a te una forza nell'ora calda
che il sole accarezza il nostro gelo
non ha rimedio se non ti contemplo
indaco fondo aprirsi nell'abbraccio
perché chiami? naufragi
per te ho costruito e spoliazioni,
per averti io solo
e cullati
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a paolo corinto tiberio.
| orchi ghiotti
nell'azzurro assoluto
s'aggirano
scherzi di Dio - sono qui
nel vasto oceano col contorto
qui mentre il tutto pieno
è scaglia e spire disnoda
soffianti del Leviatano,
eccolo là, l'abisso scandaglia
che fissa
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| In mezzo all'oceano sono
e pur sarò sempre e solo, al buio
abisso di pallide essenze
salmastra un fiotto raschia la gola
l'arpione crudele avvinghia la carne
vuole lacerazione, di sangue
l'onda rubecchia cerchia per poco
il blu cupo
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| ci sono, qui gettato
nell'oceano dicibile
in tanti modi quanti
mutevolezza ne stampa
la nuvola la luce
radente o zenitale
o l'incessante moto
dell'onda sull'onda
laddove in lontananza
al limite rimanda
d'un senso già
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| dalla nave sbalzai
che puntava al porto
ma sicuro nessuno
accorse, a danzare
continuarono
nel salone delle feste
rimasi
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| levato s'è vento
sbrindellata randa
cazzare devo dove
benedire nel nulla
segno nessuna mappa
porta o portolano
muto e nella bara
alla ventura azzurra
galleggia timoniere
controvento
direzioni fuggirò
vuote di tempo
e
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| burrasca e dopo
l'amicizia dei gabbiani
si lamentano volteggiando
pezzi di sardine recando
alla bocca e io
imbecco
l'amara salinità del mare
certo senza sarei morto
se natura benigna
non fosse accorsa
al giuramento, ora
il mio
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| senza un alito di vento
ho ammainato le vele
imputridisce l'acqua
appozzata nel fasciame
marcisce il legno
non senti il tanfo?
l'aria stagnante non lo dissolve
lo fa persistente e nauseabondo
o vento o burrasca
e perfino tu
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| rivelano
acque trasparenti
segreti e fondali,
dal collo in giù
la metafora del pesce -
è il corpo l'ostacolo
al senza senso
ma sotto il fondo
un altro ne traspare
un segreto altri ne cela
per sfuggire alla caccia
inesausta di
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| quando sarà
che sfiorirà
la rosa?
guarda
nel secco giardino
piegata dal vento
appassisce vinta
disfatta
abbi pietà, la siepe
ha solo spini, polverosa
la rosa
cede forze alla terra
madre che l'atterra
- Anteo al
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| brillano montagne
di neve raccolta
da inverno morente
diffondono il sole
i fianchi scoscesi
i fiori bianchi
di mandorlo ai lati
del nastro d’asfalto
fuggente,
il verde del grano
i pascoli silenti
e paesi celesti
d’altezza e
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| Dal carro precipitato 4 mesi piangono
le sorelle il fratello e pioppi e grani d'ambra nel Po
per un po' rintanato (si sta bene) nella corteccia
circonvoluta d'azzardi fino e perfino complessioni
circonvoluzioni grigie e circonflesse, in piegamenti
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| la vita, che trascino in giro
pedalando una stanca bicicletta
mi porta sopra un ponte dissestato
con sotto l'onda che altra ne trascina
altrove dove guardo e penso
a quanta acqua vi è passata
a quanta ne passerà, a me
e al ponte
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| “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore”
è il più bel verso d'amore
a detta di qualcuno di tutto ‘l
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| nel camposanto azzurro
febbre scuote le fibre
deliri marini sfioriti
sfiorano l'acqua e prodigi
"chi se tu vecchio
che accosti a babordo
e con orbite vuote
mi chiami? non troppo
il mio peso naufragio
sopporta"
"il pondo
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315 poesie trovate. In questa pagina dal n° 271 al n° 300.
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