Si strugge il cuor mio, orquando la mente, nei ricordi tuoi annega, della pace l'uscio si nega, alla mia anima, che stanca e frastornata, di quiete a dissetar. Laddove muro di pietra si erge, con imperterrito ardor, d'intenso amor armati, anima e cuor,
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All'orizzonte,cromatico si staglia, sul finir del di, il Vespero. Il tramonto rimiro, di striati color, gli occhi riempio. Imminente notte, che il giorno, al tuo veloce inceder, il passo cede, avanzi. A risvegliar in me tanti pensieri. Il di' appena
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Lontano andar, com'e' mio desìo, il mondo girar, un qualcosa cercar, ma... ma non so dir che cosa, sfamar il mio animo, io devo... non di cibo terreno certamente, ma qualcos'altro, che appaghi l'anima e la mente, mia la luna, mio il cielo,
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La pace avete portato,
ma la vita Vi hanno strappato.
Di sangue intrisa,
piange la terra,
d'infinito strazio,
piangono i cuori.
Lo scorrer lento,
dei volti cari,
su tv e giornali.
Fino a quando?
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I tuoi sogni rimasti sogni, piccolo angelo senza ali, da bestialità orrenda tarpate, all'innocente ingenuità celate, la vita ti ha rubato, chi protegger ti doveva. Grandi son le tue ali ora, da tutti libera, come tuo desìo, in
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Rinascer aquila vorrei, nel ciel azzuro le ali dispiegar, onde da lassu,' il mondo rimirar. Sul fato volteggiar, sfuggirgli e beffeggiar. La vetta piu' nascosta cercar, ivi le mie membra riposar. Ma... di carta son le ali mie, in volo giammai mi
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| Frulla il vento tra i rami, dolce sinfonia emana, sussurrar al mondo di esistere, sprigionar verbo dal profondo del cuor, che spogli l'animo tuo, di pietra vestito, rassegnarti non devi, al fatal destino, che in un gelido giorno, le porte del cuor tuo
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Spuma di mar,
ghorgheggio di flutti,
si infrangono le onde,
la battigia è il mio arrivo.
Sul chiuso uscio del tuo cuor,
si infrangono i miei sogni,
risaccano,
ritornano,
dalle fessure si insinuano,
del tuo cuor ne inondano le
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Calde lacrime sulle mie guance, o padre, allorquando sussurrasti: è ora Catuzza, Ti accompagno per l'ultimo viaggio. Calde lacrime sulle mie guance, o madre, allorquando la dimora per sempre lasciasti. Calde lacrime sulle mie guance. Adesso.
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Fredde son le mani che m'hanno accudito, fredde son le braccia che mi hanno protetto, fredde son le gote che mi hanno sorriso. Immobile, Ti osservo, insieme di gelide membra, alla vita strappate, su un treno senza ritorno salite. Celestiali percorsi
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Dei ponti le arcate mi fan da tetto, umidi cartoni il mio giaciglio, tenue fuoco a scaldar le ossa, una bottiglia ad oblìar la mente, un randagio mio fedel compagno, anime disperate assieme a me. Quieto lo scorrer dell'acqua, come una clessidra,
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Muore il di, caldi colori il suo sudario, rimirar l'orizzonte. Viottoli, ciotoli, prati, alberi, infanzia andata, riposta, mai cancellata. Come una lama, il mio animo trafiggi, struggente malinconia, dissolviti, allontanati, ti ripudia il mio cuor.
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Sotto candido velo bianco le cime dei monti, cristalli di ghiaccio, gelida l'alba. Intenso calor ci pervade, lama di luce ci inonda, invade l'animo, illumina il cuor, d'immensa gioia lo fa debordar. trepida attesa, malcelata ansia . Ti aspettavamo.
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Rosso come porpora, si cela dietro i monti, nera come pece, solerte avanza, infinita notte. Piante carnivore, straziano le mie carni, cercare rifugio, sottrarsi, scappare, infinita notte. Eterea luce mattutina, vieni, avvolgi tutto, illumina la vita,
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Lucide perle cadono dal cielo, battono, rimbalzano, schizzano, sembrano giocare. Si ferma l'orologio, gioca, gira all'incontrario. Imbrunite dal tempo, tegole rosse giocano, vogliono adornarsi. Rapito dalle braccia di Morfeo, sento i loro bisticci, mi
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Nei pensieri immerso, lungo la strada vago, ornata di granturco, e odore di fieno trebbiato, vitigni carichi di acini, rare perle rosse, fragranza dolce di mosto, che la mente inebria, e l'olfatto stordisce . Vociare allegro e festante mi pervade, Oro
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