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OcchiViola
Le 16 poesie di OcchiViola
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Mentre corro attraverso il bosco,
per sfuggire al Male Fosco,
cado, inciampo, e perdo i sensi.
Al risveglio, un bernoccolo
dolente sulla fronte
m'accarezzo.
Il sole è già scomparso all'orizzonte
la direzione è oramai
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Sono alito di vento umido
palizzate morbide le tue labbra serrate
Parole sgualdrine e sorrisi sfacciati
Mi adori, ma non lo dici
come se fosse meno peccaminoso
sfregiarsi la carne
che sussurrarsi
desideri di felicità, insieme.
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Sulla banchina del porto
seduto su una bitta
gabbiani danzano
attorno alla lampada del faro, spenta
al ritmo di suoni rauchi.
Brevi sorrisi bianchi increspano l'acqua.
Alcuni si pongono ad ali spiegate
contro la direzione di provenienza del
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Non possiedo mirabili ricchezze
per acquistare calde gemme preziose
da donarti per adornare la tua pelle nuda
sotto questa luce di fine estate
che fioca scivolerà sugli aculei dei ricci delle castagne
frammentandosi come bolla di vitreo
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Palla di muscolosa, glabra immaturità
Rotolo
Pendici scoscese ha la tua montagna
Non un lamento, benché le tue impaurite carezze, le tue violente parole
offendicula, come cocci di vetro aguzzo
si conficchino sotto pelle
divarichino
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Il tuo profumo penetra la mia memoria
tarlo intossicato dal legno di cedro
avvolgente la mina con cui scrivo i miei appunti, le mie osservazioni.
Le tracce che lasci nei tuoi passaggi
attraverso spazi paralleli
sono nei miei taccuini.
Mappe di un
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Sono privo di affezione nei confronti dell'abitudine
frammenti temporali della giornata
scanditi dai rintocchi inopportuni di una campana, incrinata dalla noia
Non sopporto la staticità del focolare
una sgualdrina nel letto e
un piatto di
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Non sono insensibile alla luminosità delle tue parole
all'incedere, goffo, dei tuoi passi
alla scivolosità delle tue labbra
alla nobiltà con cui le tue mani avvolgono forchetta e coltello.
La bellezza non si sovrappone alla
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Dinosauri addormentati le montagne,
pelle millenaria, scaglie di roccia fumosa.
Tronchi d'abete e larice incisi dalla violenza elettrica del cielo.
Il prato punteggiato di margherite e bottoni di tarassaco
è circondato dalla loro
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Io sono la velocità.
Tu sei il tempo.
Viaggio istante per istante sui respiri della tua dimensione
immagino il tuo piacere, il tuo calore.
Tu, grandezza relativa, vivi
il miraggio delle mie rapide carezze
che ti percorrono, come sangue.
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Sono altamente infiammabile, pericoloso,
nessun danno per le mie mani, solo per il cuore.
Ali di tela.
Adoro essere sostenuto dalle nuvole
e abbattuto dagli ottoni della vita
per avvoltolarmi, in quelle amorevoli spire
sino a sfiorare la
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Mi sono smarrito. Disarmato e senza fili.
Condannato.
Il Minotauro sbuffa, narici all'aria a caccia del mio odore
Sento scalciare le sue unghie dure sulla polvere impastata a sangue.
Avverto la sua attesa della mia carne calcarea
Sarò un
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Immobile tra ispidi saguari sonori,
polvere arida e cespugli di salsole, sospinti dal vento.
Tequila e limone sono il mio incantesimo
per placare la vitale necessità di sognare ad occhi aperti,
di immaginare i tuoi baci perduti.
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Nell'alba.
Sabbia rosea. Dolci dune. Vento arido.
Il bagliore crescente del sole incenerì
le orme del mio cammino in un istante,
sotto i miei occhi di bambino.
Avevo undici anni.
Non sono mai sazio di vita.
E' la mia immatura
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Il mio aspetto grottesco scivola nei liquidi che circondano le terre emerse.
Rifuggo gli occhi umani.
Sprofondo nell'abbraccio delle silenziose piane abissali, basaltiche e buie alla ricerca delle tue luci
per addentare, voracemente, le tue
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Steso sui chiodi conficcati nel letto,
materasso di recenti ricordi di urla acute e di risate d'acciaio,
osservo le capriole dei miei pensieri rimbalzare sulle pareti della stanza,
schivando la lampadina appesa al soffitto,
come una lacrima di
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