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Massimiliano Manocchia
Le 45 poesie di Massimiliano Manocchia
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Non resta che l'eco della tua voce
dopo il big bang tra le tue gambe:
impossibile ricompattare l'Universo
dopo esser stato complice del tuo orgasmo.
Fluttuo nell'amniotico vuoto cosmico
che hai lasciato tra gli spazi interstellari,
in cerca
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Potessi almeno dare al mondo
ciò di cui ti privo,
potrei metterlo qui, il segnacolo,
a questa pagina della mia vita
prima che diventi vana.
Invece continuo a sfogliarmi a caso,
senza un metodo, una direzione,
continuo a sfogliarmi a
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Votati al martirio, s'appagano
i figli della sorte quando appena
li sfiora Morte che attanaglia
le viscere prima di sfondarle.
Pulcini nell'incavo delle mani,
le strane varianti del domani
filtrate dal giogo della scelta,
pigolano caldi di fame
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Morta e insepolta nel lirico brusio
l'immota carcassa, è famelico verme
ogni nuovo verso che sotto i morsi
ti spolpa – iene bavose accorse
all'arido desco, avide d'altrui resti.
Troppe le mani dei profeti sciolte
dall'impeto letale per
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Io affermo che dopo tutto
morire col sorriso sulle labbra
può essere una fortuna.
Questa vita di giorni che si spezzano
e sogni che si avverano
non mi appartiene.
Finisca il mondo dopo pranzo,
o dopo cena – finisca prima,
non importa.
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Cade sul mondo un rastrello distratto,
brevi odori tra il fogliame rimosso.
Scarafaggio inferocito da luce inattesa,
la nudità mi paralizza.
Terriccio sulla mia lingua, mi racconto
dell'amore effimero, e mi sbatte nell'attesa
un vento
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Il sospetto che tutto sia
inopportunamente sbagliato
è come una mano tesa
a intumidire l'evidenza;
ed è breve, quanto basta
a preservare dall'eccitazione
per le frustate del ripensamento,
dispotiche subitanee necessarie –
e
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Oggi si sbaglia più di ieri –
cambiano solo i modi;
l'esperienza –
la si può comprare, senza
troppo cercare,
anche a buon mercato.
Non abbiamo che ricordi
da costruire
in questo quasi vivere,
e i ricordi –
i ricordi sono
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In via del tutto sperimentale, prima del cerimoniale,
mi sono ritagliato uno spazio nel non- tempo –
dovrò pur testare il Nulla prima di capire
con che cosa l'Ingenerato l'ha riempito.
Con ordine: egli (Egli) si è pensato
(se si sia
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Non più che sbuffi d'aria rugginosa
alle mie spalle, e scrosci d'acide reminescenze,
come una cucciolata di sogni
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Per quanto indubbio che verso noi stessi
si sia commesso un tragico
errore di valutazione che rasenta la dappocaggine,
siamo ancora esseri troppo ragionevoli
per accettare l'assurdo del biologicamente
perfetto e stemperarci a mo' di
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Massimiliano Manocchia.
e come sarà, se sarà, il tempo
in cui su di me nevicherà vecchiezza?
Nelle ore pigre, e già gravide ormai
dell'eterna muffa dell'infinito
(quello che vile si cela oltre la siepe),
non sarà fingere fatue
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Poi venne il diavolo, e non aveva
i tuoi occhi, né le tue mani, e s'era
fatto vecchio al punto che sembrava
non avere più nemmeno i domani.
Curvo canuto claudicante infermo
ed esitante, eppur sempre elegante,
sorretto da un bastone da
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Trinità alternativa: dal pensiero
alla penna, è cosa fatta e certa.
Ma nel mezzo rimane, porta aperta,
il dubbio che il dubbio sia vero.
Perché allora esser sincero?
Perché sollevare la coperta?
Serve solo a tenerli
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Scalza
e in punta di piedi
sugli argini incustoditi
delle mie cicatrici
danzavi il balsamo
che della vita
riportava il fluire.
Poi, sorridendo,
m'hai spiombato
i cardini del cuore
e sei deflagrata in me
come d'incanto l'aurora.
E dove
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La storia è latte cagliato, un rancido avanzo
sotto zero esposto nella teca della memoria.
Nei musei fa il freddo che fa nei tribunali:
sotto processo va quel che rimane dei ricordi.
Facile come morire balzare allora senza pena
oltre lo
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arriva -
infilata nel reggicalze
o nel babydoll
nella sbavatura di rossetto
che t'inchioda le labbra
al corpo astrale
nella spuma dello champagne
nei fondi d'un vinaccio
di second'ordine
nelle mani che tradiscono
negli occhi che
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Anche chi, fra noi,
ha sbocconcellato
le fragranze dell'eterno
sente la nostalgia
di sapori terreni,
siano ostriche o cipolle,
peperoni ripieni
dall'aroma triviale,
o castagne arrostite
su un marciapiede d'inverno
davanti a un
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Quasi quaranta inverni e figuriamoci
quanta fantasia serve
a ricordarli tutti. Nemmeno i frutti
ho conservato lungo l'accapigliarsi
d'irriconoscibili stagioni;
non ne conosco le ragioni
e ignoro l'alchimia; più che un grimorio,
da leggere
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Il rosso che schiuma e che sboccia
tra i cocci nella bruma del fosso,
rigagnolo in avanscoperta
di un corpo appena fattosi ricordo,
se lo raccogli (e se lo raccogli muta)
non escludo possa donare
alle tue labbra un che di gotico,
o quantomeno
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45 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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