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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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♦ Giuseppe Vullo | |
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Aprile 2025 |
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ilaria montali
Le 449 poesie di ilaria montali
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Dei miei respiri, all'aria dei tuoi passi
cenno flebile, mi chiamerai per caso.
Confine, non travolto
resta
perché possa vederti intorno.
Resta, dove puoi
lasciando un segno come inciso.
Sola luce, semplicemente
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Dei miei stenti, conosco lo spasimo
per non esser tu, nel mio stesso binario.
Non sei indenne d’aggressioni al pensiero.
Assalti dovunque
che non so frenare.
Fabbricante di futuro
già - senza me - plasmato dalla tua ombra
che - senza
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Dopo te, il sapore
sulle labbra di mattina.
Nel variegato qui nascosto
come briciola,
t’immagino
senza tregua,
per non perderti.
Segno blu
sopra le membra
che la voce nei brividi distorce.
Differenza - dove mai entri -
che stringo
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Dissuaso, da due braccia invisibili
il presente
ha il respiro di neve
- caduca lei -
sui finti fiori
ove posa decoro.
Il presente
- non attende -
allunga la mano sul gelido suolo
in cerca d'un lembo erboso.
Il presente
- se vuole
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Inutil visione, inutile suono.
Sorprendo una remora
ed al seguire l'istinto non trovo il senso.
Non è destino.
Senza il mio
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Scordare la via
tornando al mondo
- come scendere
in cantina
al buio -
qual spontaneo modo
per sopravvivere
a gente
e cose!
Amore,
non per casuale evento
a me
giungevi.
Di te
ero conscia
- al mio avvampare sulle gote -
se
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Volli baciarti
e mi ritrassi
sfiorate appena le tue labbra.
Nel timor dell’indifferenza
cercavi nella mente il mio calore.
Nel rammarico solitario,
quanto dolente era il tuo dubbio,
tornavi su mie vecchie parole
pronunciate senza
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D'abitudine
addolcisco la fame.
Mi sazio
e m'addormento
nel guscio di povertà lasciato qui.
A metà corso
- nel qual
sei in fronte alla luce -
son felice
ove dal ramo
mi cogli
come foglia
singola.
Lei si
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Immobile,
seguivo il tuo dileguarsi
prova d’esservi stato.
Mio bianco amore
- abbandonato senza gusto -
a me dicevi
- non serve asciugare sogni in tempesta -
ed io
- che non t’amavo
perché in solitudine ero nata -
vorrei coraggio
ora
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Assorbir le regole
poi strizzar la spugna.
Resta tutto in mente,
quel divenir l’intenzione una volontà indomabile.
Ci assentiamo
per non porre quesiti.
Rimaniamo
a contemplar la bellezza dei giorni.
Semplici loro,
nel tramutare il
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 | L’infelicità
è
di chi mi circonda
e
già mi percuote
come un bastone.
Essa
è qua intorno
a cercar tra i rifuti
qualche frammento
da poter ripartire.
Non voglio
quell’avanzar di poveri
che si celan sui margini
come
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 | Effusioni delle nostre mani
che strette
l’una all’altra
saranno il senso dell’uscire fuori
anche se non brillerà più il sole.
Ignorando
il freddo impietoso
nei tempi rubati
al ticchettio dell’orologio
svaniranno anche gli errori.
Potrò
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| Dio e la tua nascita
testimoni d’un dono.
Io pervasa da domande
sul senso dell’emozione
nella quale, sapendoti in questa casa,
m’addormentavo.
La tua ombra superiore
mi coglieva nello strazio d’insuccessi
e ci sfioravamo così,
con
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Guardiamo il cielo
con una musica in mente
mentre osserviamo i resti della neve in qualche angolo.
Vola via la differenza, tra noi e ciò che è fuori da queste mura
dove altri non han spazio.
Non è favola,
il nostro regalo di lealtà, tra le
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 | Aliti, che irruenti, liberano il corpo
dal timore d’apparire denudato.
Carezze,
che scelgono d’amare fin alla morte.
Non c’è nulla
di quell’identità stretta tra le dita.
Esule d’ingenuità
ella lungi è dal fare scenario.
Non potrò
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| Zucchero
nell’acqua gelida in gocce.
Amore
nella bocca persa
tra gocce di sudore.
Del potere dei baci
sopra i seni offerti senza pudore
non ho paura.
Mi riconosco
in questo mitico scambio.
La gelosia del sole
osserva
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Invia un messaggio privato a ilaria montali.
Indirizzo personale di ilaria montali: ilariamontali.scrivere.info
| cerco - come si cerca la quiete -
sulle Tue labbra ogni soddisfazione
dai grigiori e dalle inezie, nessun gioco
la giornata finisce
ho scoperto quel che era nuovo
e l’inutilità mi ha distrutta
solo un sorriso m’apre la porta
eccomi sola, ad
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 | Brivido del reale.
Cammino nella moltitudine
e tutto si allinea
al mio passo lento.
Una voce da lontano
diventa l’ombra che avanza
per sottrarmi ogni difesa.
Nel progressivo lacrimare
immagino la riga scura del trucco
aprirsi sotto le
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| La mia pena è nel giardino rosato
dove prendemmo distanza dai nostri due mondi ignari.
I primi ricordi
sono simili a petali
cosparsi sui gradini delle conquiste tue e mie.
Poi quel passo indietro
per tornare all’inizio
e ancora prima.
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| L’istante e via.
Tu a sorridere
come me
con nulla
davanti ai raggi giocosi del peccare.
Al posto della mente
nel mare di segreti
affonda la disperazione.
Una corsa verso il giorno
filtra come luce dalla trave di legno.
L’alba
che non
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La povertà
che
non langue così gretta,
lei mi fa voltare indietro
per assistere al successo
e dopo esser già caduta
rotolata
e travolta dai tanti mattoni
discendere ancora d’un gradino.
Povertà
simile al sapere
che non è mio quel posto
con
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L’autunno di fantasia.
Così si copre
la vibrazione del pomeriggio.
Sono dietro i vetri
e sposto gli occhi
sulla visuale dell’insolito
così colorato.
Credevo di conoscere
la mia lenta guarigione.
E non sono pronta per uscire.
Rimango qui a
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Luce gialla
m'abbaglia
e mai
saprò
perché esisti.
Mio dolce, passivo tremore
chiudo gli occhi
e il libero odor di freddo
avvolge quel che ieri t'avrei detto.
L'istantanea
scattata a caso
una prova
eppure una
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Voce
nel tono che giunge
indeciso.
Frazione d’un giorno
per mutar nel pensiero
quei mesi a venire.
Respiri soavi
evadono verità
pronte a
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Giunta
in sembianze chiare
sono per siti diversi
da ciò che è davanti
a cercare strade.
Nessuna parola
incanta la mente.
La bocca ansiosa
non è sapere.
Ho divorato lettere.
e
scomposto frasi
per veder la linea
solcare terre
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 | A tratti
e poi decise
labbra tue
ad aggredir la fragile cautela.
Tra distanze colmate di rabbia
sopravvivo al dissolversi
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Di notte pervasa
ho lasciato
il destino
lungo un profilo inerte.
Senza pregi
corre il fiato
svegliando giorni di
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Oltre le pareti
la fine del canto
si dilegua
nell'ascolto di armonie intatte,
la fusione
dei desideri male camuffati.
La memoria in fuga
lungo questi tasti
si sofferma sulla nota sbagliata
avvolgendone il dolore.
Ad un passo
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Non conosco
le sillabe del tuo nome.
Mi perseguita
cancellando ogni altra bellezza.
Cosè mai il passato
per noi gocciole
in caduta
verso un oceano?
Neppur la rabbia del temporale
travolge questa visione.
Il risveglio
oltre
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Limitar
dei passi
con finta indifferenza
m’inseguono
note ombre ad ostacoli.
Vaganti
ora
le scopro.
Sono avanti quei muri
ove pretendo
tutto avvenga.
D’intrepido avanzare
sei nell’angolo
alla fine
del corso chiuso.
Sei uguale
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449 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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