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Walther Avreliano von Graeber
Le 112 poesie di Walther Avreliano von Graeber
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Mia cara Parigi,
labbra morbide e corpo di marmo,
spalanca i tuoi boulevards,
tortuosi e labirintici come le menti dei tuoi amanti,
che si arrampicano sul tuo fondoschiena, Montmartre...
Mia dolce Parigi,
vorrei sfogliarti,
e gettarti tra le ninfee
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Cerchiamo la stessa cosa,
una vite ed un cacciavite,
una vita tragica ed ambiziosa,
o forse un bar ed un po' d'acquavite...
Siamo solo anime nemiche,
come corpi intrecciati,
incamiciati senza maniche,
ed altezzosi come manichini.
Guardaci
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Sento il Thc camminarmi per le vene,
le isterie
sciolgono nella neve
i miei ultimi vent'anni.
Il cappio,
triste la domenica
si espande come un aneurisma
nelle arterie,
i tram, la gente, le vetrine,
servi e padroni e cani,
vaccinati e
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Era nella pioggia obliqua,
seguiva quella donna,
con lo sguardo dei palazzi,
era già una canzone,
senza artisti,
una terribile città,
il sole in singolar tenzone,
con la notte solitaria dei tassisti.
Era nelle scritte,
che
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I giapponesi guardano i milanesi,
nelle loro lenti,
spettatori dei nostri intestini corrotti,
l’inquinamento non esiste,
indifferenza e sospetti,
il cielo si traveste,
di un nero quasi lutto,
inverno in lotta,
e tradirò la
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Scorrono come l'acqua
le sue lacrime
e le mie
serate in mezzo
alle silenti tristezze
del mio corpo
che fu Trieste
e poi Ferrara
e poi Milano,
nella guerra incivile
di un governo perbene,
nella menzogna innata
coltivata nelle
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Lady Critical,
critico è il tuo sapore,
fiore bagnato,
pace e calore,
cielo e colore,
nel verde illegale
dei tuoi occhi.
Ero in una carovana di pensieri,
prima che tu mi salvassi dall'eguaglianza,
figlio di dio,
spirito e poi forse
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Ti hanno ingannata i miei silenzi,
cadenzati negli echi della strada,
e come gli stivali lunghi della notte,
indossavi sorrisi spogliati
e tutti videro
la nudità della tua coscienza,
in fila per una briciola di pane,
in una Milano che
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Lui se ne andò,
verso dicembre,
portandosi via la sua saggezza,
guastando il respiro di sua moglie per sempre,
e segnando un inverno di dieci anni
nel cuore delle sue tre figlie.
La prima,
saggio divorzio il suo,
da un fascista
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Dopodomani sarà domani,
nell'iride buio della notte,
troverai ancora le mie mani,
attente a conservarti felice,
sospinte verso il ventre
dell'America grassa e gracile,
polvere di malinconie,
polvere di notti storte,
e c'era l'Est che mi
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Guerra,
guerra,
ci manca un santo,
sulla terra
ad ammonirci,
nei nostri pugni stretti
di bambino.
Gli ideali sono morti,
e con essi il piacere di corteggiare,
le belle gambe della morte
continuano ad ancheggiare,
nella danza macabra del
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Lei guardava in basso,
come le strade della redenzione
sfociano nel castigo,
la sua bellezza mutava passo,
fuggendo dalla quarantena,
invecchiando nel sorpasso,
ma altri occhi l'avrebbero squartata,
nella sua pelle zingara,
nel suo petto senza
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Purple Haze,
era un errore,
quanto clamore,
per le strade veneree
sregolatezza e brigantaggio
mi schianto nelle maree
dei baci senza pedaggio.
Era una droga,
l'amica di ieri sera,
svestita alla maniera
della libertà etilica,
due grammi
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La complessità del suo sguardo,
sipario dietro il nulla,
la sua coscienza in ritardo,
dopo crociate folli
per averla nell'abbraccio dell'estate,
piccola e giovane e innamorata,
forse del suo macabro sorriso,
forse del sogno che non
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Dagli schiavi
di città e campagna
ai valzer reazionari,
Bakunin,
risorto dalla fogna,
urla e bestemmia:
statalismo infame,
borghesi alla gogna!
Si rivendica il pane quotidiano,
quello che Cristo promise,
si rivendica la
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E si assesta la vita
su pericolose vie portoghesi,
vedo la luce della fine,
come i lampi di isteria ed orgasmo,
gli oltraggiosi accoltellamenti
che il giorno procura alle mie spalle,
mentre mi inebetisco di chiacchere
e saliva alcolica,
e bruciano
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Walther Avreliano von Graeber.
Schizofrenia,
mi porti via,
sulle tue ali di cera,
mi sciolgo nel sole delle incombenze,
ti bacio senza resistenze,
la Morte è qui a due passi,
e fare l'Amore non costa penitenze.
Eppure ho toccato le natiche del fondo,
nei miei occhi
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Questo è per te,
solo per te,
Sole mio.
I tuoi fianchi
delimitavano il giardino
in cui feci i miei primi passi da uomo,
le prime orme, le ultime.
E mi rifugiai dietro i miei occhiali,
dimenticandomi del resto,
cambiando i connotati del mio
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Metamorfosi, cocaina e catasterismo,
una minaccia,
uno schiaffo al Bello,
un elogio all'eroismo,
del perdente.
La città,
con i suoi night nascosti e codardi di giorno,
è una gioventù svestita e bucata
pronta a decollare nelle
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Monumentale,
come le gonne lunghe delle donne klimtiane,
la Morte si addormenta nel traffico milanese
e gioca a poetare sulle cosce di pietra delle statue del famedio,
e la letteratura
cristallizza nell’oblio la nostalgia
del Manzoni.
E poi sangue
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Se la tua bellezza potesse parlare
sarebbe il vento di una pineta segreta,
celata nel pudore e nella delicatezza del risveglio
delle giovani donne innamorate.
Se le tue movenze potessero urlare,
sarebbero liete di affogarmi,
guardarti crescere nello
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Assaggiò le natiche del mondo,
e nel loro profumo
vide la desolazione delle donne che sapeva ammaliare
e sottomettere alla sua cintola.
A Vondelpark c'era un sonnambulo,
lui,
un uomo creato per la clessidra
che dirada il tempo dalle
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Proprio io,
tra tutti gli splendidi girasoli
che la terra bagna di fragilità,
ho potuto ammirarti nel sonno dirompente
dell'attanagliarsi umido e pericolosamente lento,
nella corteccia che sigilla le nostre schiene,
carne pregiata di un
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La mia strada,
Picasso mi diceva che avrei fatto la fine dell'autunno,
quando si schianta e bestemmia,
sul finire di novembre,
portandomi la certezza e la speranza di sbagliare.
Così il nuovo anno si trastulla
ed il dolore diventa un
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Amsterdam,
chi di noi rimarrà per ultimo in piedi?
Quale sputo di quale pozzanghera accoglierà le mie ossa?
Hai negli occhi la mia stessa voglia di mare,
di sgabbiare dalla routine,
madre di disperati e renitenti alla leva,
non ti ho
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Sei la mia Grande Bellezza,
quando in un cinema mi guardi
e la fatica s'arresta impietrita
davanti alle nostre attenzioni,
e tu hai il coraggio di guardarmi mentre ti spoglio
e faccio del tuo corpo
il mio angolo di terra,
tutto ciò che
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Quando il niente dice più del tutto,
quando l'assenzio lambisce palato e fegato
e le parole si fanno dune di sabbia vandeane,
il tuo venire risale a nuoto il Dnepr,
spaccando in due la pianura di bellezza ucraina.
Cominci a salire
e l'ansia
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Ci cercheremo
fra le bancarelle di souvenir,
tutti i passanti,
ipotetici amanti,
crederò di crepare
vedendoti venire avanti,
col tuo passo,
e sarò il passato,
quello di tanti,
quello del canto,
delle baldorie finte
e delle sbronze
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Sul davanzale
il tempo ci sfiora,
nel vento il fiato
dei giorni che saranno,
quando ripudierò il tuo corpo esile
che fece della mia mente
miniera di immondo trepidare.
Sui tappeti
rotoleremo senza senno,
mentre fuori la piazza
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Sono giovane,
un bambino
con la barba rossa,
orecchino da pirata,
naso da "Exodus"
accudito dalle attenzioni di un altro naso,
meno invadente,
e gli occhi nocciola,
color "White- russian",
e poi un ideale politico
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112 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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