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Alessandro Stanca
Le 39 poesie di Alessandro Stanca
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Striscia la serpe,
tra le lande deserte,
con l’acqua che scroscia
sul suolo degente:
disparte la biscia
che moscia
si affloscia
e lascia la faccia
nell’arida erbaccia.
Il topo più furbo
rifugge con garbo
nel varco tra il marmo:
è tardo il
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Pendono le mie labbra
dalla tua bocca fine,
arsa di parole,
che
volteggiano
in cerchi
tra le fronde dei pini,
descrivendo
soavi correnti
in questo cielo
iridato.
Oh, Musa! Il tempo
non più assolve
i tuoi vezzi leggiadri,
che dolcemente
si
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Sotto l’ombra
di un pingue cipresso,
osservo la tua mente
favellar
tra le spine mordaci
di un ricordo efferato.
I tuoi occhi
sibilano al vento
tra le foglie taglienti,
tra le lacrime assenti,
in una quiete ormai
più senza pace.
Sento il
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Perché dipingere
di lacrime il tuo viso?
Perché intingere
nel pianto il tuo sorriso?
La tua anima
geme
nella neve più profonda.
Affonda
tra i ghiacciati roghi dell’oblio,
sprofonda
in balia dell’abulica follia
del pensier mio.
Io non posso
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Una poesia riecheggia
nel mio trascorrere
quotidiano.
Invano,
girandola la mia mente
tra i recinti oscuri
di un incubo,
forse non più così
lontano.
Piano piano,
nel buio più assoluto,
quella apotropaica
litania sugge
il mio animo,
forse
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| Amor che senza spine
mai più or mi consola,
osserva gli occhi tuoi
rapir la mia parola
e condurla alla sua misera fine.
Annego nel ricordar
malsane mie memorie,
or giunte nella fulgida
ragione, e che aleatorie
evaporano soavi da questo
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Cade un fiore dalla mano:
amena è la visione
del tuo essere umano.
Squarcia quell’alone,
che l’amore non dimora
nel timor della ragione.
Ascolta come affiora
quella fioca e bieca fiera,
che ormai non più ti ignora.
Ma nel mezzo della selva
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Vetusta corteccia dai secoli scolpita,
dalle mille frasche in su feconda,
tu sì che della vita più profonda
hai colto l'eterna essenza infinita.
Ma sul tuo corpo, sulla tua anima svanita
da una natura che non più ti
leggi
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Il cielo ride.
E' sereno, sgombro
dai folti tarli
delle pie genti.
Il cielo brilla.
L'eliaco astro
rinnova l'armonia
delle folle.
Il cielo copre.
Uno sciame di nembi
sovrasta
le nostre paure.
Il cielo piange.
E' triste, geme
per
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| Ascolta
il pianto del mondo
ergersi
dal suolo profondo;
scrivi,
tra le pagine
e gli ulivi
non di cotanta tristezza,
non
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Persegui il tuo fine, oh poeta,
che tu possa scoprire
la tua meta,
le tue ire.
Senti le misere genti
lamentarsi
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Alessandro Stanca.
Manca il tuo respiro tremante
sulla mia anima nera,
sulla mia pelle esitante,
in questa candida bufera.
Ascolta il mio
leggi
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Una luce
scrutai
nel buio più sordo
Turbato
fuggii nel bosco
più oscuro
Il fragore del silenzio
fasciava
le mie membra
Più nulla oramai
copriva
la mia anima
Ma nella quiete
un rumore profondo
mi
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S'accende il buio
della notte.
Odo un silenzio
profondo
nel grande fragore.
Dimentico il ricordo
di un presente lontano.
Cammino
in mezzo ad una folla
deserta
Un tuono mi destò dal mio sogno.
Ma dopo un lampo ritornai alla
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S'alza l'aquila
nel cielo.
Il canto del poeta
si erge
da una selva
impenetrabile.
Oh uccel feroce,
intendi le
sue
parole?
Non odi forse, tu,
il fascino dei
suoi
versi?
Le
sue
note
sibillano al vento.
Ma tu,
dalla cima
del
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"E il nostro mondo divenne favola"
Oh Terra, oh Luna,
quali le vostre nascite,
i vostri destini?
E quale l'origine
del nostro corso
sulle tue rive?
Nascemmo noi
per la lotta fraterna?
O per ingannar
i nostri compagni?
O ancor
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Ho visto mondi senza fine,
fiumi senza acqua,
terre senza frutti.
Ora la nebbia
rompe il mio passato.
Una polvere rossa
avvolge ogni cosa.
Nel sonno eterno
sprofonda il cielo notturno.
Ma un cervo mi prese
con sé,
nel vortice della vita.
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| Ho visto un colle
una siepe
una montagna
ho scalato
a fatica
Ho visto fiumi
torrenti impetuosi
corsi selvaggi
ho affrontato
ho vinto
Ho visto un muro
barriere ed
ostacoli
ho attraversato
col cuore
Ho sentito un urlo
uno strido
nel
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| Qual uggiosa giornata
pel garrulo garzone!
Solerte, fatica
senza posa
nel giorno crepuscolare.
- Solo quisquilie! -
diceva l'ondivago operaio
nel suo ghiribizzo
quotidiano,
piluccando un tozzo
di pane raffermo.
Finalmente alla sera,
egli
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39 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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