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Teresa Tarantino
Le 314 poesie di Teresa Tarantino
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| L'ho fatta singhiozzare di brutto
il suo animo sembrava squassato
e io
mi limitavo a guardare.
Arte mai mi fu tanto congeniale:
guardare solo guardare,
senza mai intervenire
e sporcare
le mie candide manine.
Per una volta ho
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| Finché eravamo insieme
nulla mi creava timore,
non c'era bisogno di tenersi la mano
la tua vicinanza la sentivo dentro,
c'era un filo che ben legava le nostre anime
e percepivamo
tersamente
ciò che accadeva all'altro.
Non eravamo
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| Poi risorgi
e io ti amo,
anche se ancor
mi astengo dal pronunciare il tuo nome,
silenziosamente,
costantemente
ti rendo grazie.
Mi sei già apparso
in squarci di cieli
intravisti per sbaglio,
mi sei già apparso
in frammenti di
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| Quando mi baci
cingi il mio viso con entrambe le mani
come se fossi un calice
da cui bere.
Le tue mani sono tremanti,
il calice è trabbocante,
il contenuto ti appera fosco,
non riesci a scorgerne il fondo,
è troppo profondo
per
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| Ricordi tutto ciò che dico,
intendi tutto ciò che taccio.
E ancor il tuo sguardo si finge di ghiaccio
mentre distrattamente annodi i nostri rossi fili,
disegni e cancelli
e io stupidamente dipendo
da ogni tuo più semplice gesto.
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| Quando il solco nel terreno
creato dai tuoi stessi passi
sarà troppo profondo
per far scorgere anche solo
la tua testa,
io passerò di lì
e ti vedrò anche in mezzo
a tanta nebbia,
non ci sarà tempesta
di sabbia
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| Da quando la mia manina
ha stretto le vostre dita,
da quando con un ruttino
vi ho fatto venir su un sorriso,
il vostro cuore ho rapito,
un legame forte ho stabilito.
Ci saranno litigi
come ci son già stati,
ci saranno parole
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| Ti ho accettato
con i tuoi pensieri melensi
e i tuoi sospirosi silenzi.
Ti ho accettato
con quello che sei,
con quello che dici
e fai.
Ti ho accettato
con le tue stecche di acuti,
con il gracchio del fogliame.
Ti ho accettato
con tutto il bene
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| Cosciente di esser stata un'eccezione
per molti di quelli che non facevano eccezioni.
Fortunata mi son definita
ma forse questa fortuna sarebbe già finita...
Ed eccomi invece a scalar montagne più alte,
eccomi a raggiunger
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| C'è sempre qualcuno che mi deve parlare
di qualcosa di vitale
sempre qualcuno che vuol sentir la mia voce
anche se intorno è bombe e razzi
e io devo urlare,
ogni volta,
devo farmi la gola bruciare
per farmi ascoltare...
e voi che
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| Fin dall'antichità
quando l'unica arma
era una pietra appuntita,
l'uomo per una strana indole
capiva che per vincere
bisognava uccidere.
E sono passati anni... decenni... e secoli
ma è rimasta la stessa convinzione:
non esiste
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| Compiamo azioni
ma siamo solo parzialmente coscienti
del sangue con cui ci infanghiamo
le mani...
solo una piccola parte di noi
presagisce i guai
in cui ci cacciamo,
solo una piccolissima parte
grida per fermarci
ma è sempre troppo
fioco
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| Sei tu che prendi la mia mano
quando hai paura,
sempre tu cha la sfili
quando credi di non aver niente da cui scappare.
Io rimango sempre qui
con la mano in balia...
pallido riflesso nella notte...
o al più
comincio a muovermi veloce
e
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| Ora sta zitto
e affogati nel silenzio.
Ora taci
e chiudi quegli occhi.
Le tue parole
sono suoni molesti
che stuprano le mie orecchie,
richiami immagini
che non affascinano un mulo
e produci musica di stecche.
Non c'è motivo di
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| Un tempo,
quando le margherite le strappavamo
e non le contemplavamo,
l'avremmo maledetta...
ma che sia ora invece benedetta
questa diversità.
Perché di me a volte ne ho abbastanza
mi innervosisce la mia stessa vista,
il mio tono
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| Ci incontreremo di sicuro
a un passo più in alto del cielo...
incroceremo le ali
nella nostra danza frenetica...
e ricadremo di nuovo su questa terra...
l'attesa sarà straziate
guarderemo il cielo cosi distante
solo con un
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Teresa Tarantino.
| Non stavo cercando te
quando sbadata
sono inciapata nei tuoi sogni.
Non stavo cercando te
mentre cercavo di fuggire
da cosa mi alitava sulla spalla.
Cercavo di dimenticare
e forse ci sono riuscita
ma adesso mi sento
più nei guai che
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| Mi pungono gli occhi
ma neanche le lacrime
sono disposte
ad assecondarmi.
L'attesa
presuppone pazienza,
virtù
mai mi fu tanto odiata.
L'attesa
ti porta a immaginare
e immancabilmente
a sognare
scenari che non verranno
mai
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| Quanto sudore
per cercar di ricostruire
il mosaico di briciole
che ti ho lasciato.
Stupido e furbo
scontato e imprevedibile.
Mi metti davanti uno specchio
credi di poter scorgere tutto,
tu, ignaro della verità,
vuoi da me tutto ciò
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| Son giunta al punto
di amar la malattia,
di amar il mal di testa,
l'unico che riesca
finalmente a scacciar
la tua bestia.
Il mal di testa
che sia lodato!
Mi concede
un altro mal
oltre la tua musica,
che non riesce
a eccheggiar,
qui dove
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| Quest'improvviso profumo di latte di mandorle
proprio adesso che ci son tanti odori
dovrebbero riuscire a ricoprirlo.
Sembro io l'unica a sentirlo
eppure questo odore è come una scia
che strisciando persevera sotto il mio naso,
chiudo gli
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| Perché ti dico no
e il mio dito
continua a disegnare
cerchi imperfetti sul tuo petto?
Dal tuo abbraccio non so scappare.
Ancora un no
fuoriesce dalle mie labbra,
ma tu non mi ascolti
neppure adesso
che dovresti.
I tuoi occhi hanno
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| Ogni dialogo
aveva sentore
d'eternità,
il tempo
si dilatava
non c'era fretta,
nè discorso da evitare,
la perfezione
in quegli eterni momenti
l'avevamo raggiunta,
toccata,
l'abbiamo trattenuta
e assaggiata
più del
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| Dove grida l'amore
tutto il resto tace.
E noi ci aggrappiamo
a quel grido
come unica speranza.
Le nostre mani
ancora si tengono strette,
non hanno speranza
di lasciarsi loro.
I nostri occhi
incatenati
ancora si cercano
e sprofondano
gli uni
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| "Tornerò"
un petalo di rosa
posato sulle tue labbra.
"Tornerò"
una parola irrespirabile.
Di che colore è questa rosa?
So solo che il suo profumo
mi risulta
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| Sono assetata
e l'acqua non mi disseta.
Son congelata
e il calor non mi basta.
Son cacciatrice
e mi chiedon di cosa:
dovrò pur trovar di che bere,
dovrò pur trovar di che scaldarmi,
dovrò pur avvicinarmi
alla mia
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| Come colui che si corona la fronte,
compongo inni e lodi
che vengono
da me per me.
Le parole le lascio grezze
cosi come le vomita la mia penna.
Le musiche che provengono da esse
sono tutte ossessive.
Temi che si rincorrono
come cani con la stessa
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| Non puoi cadere adesso
tu sei il simbolo
e l'erede.
Non puoi sbagliare
adesso
nè mai.
C'era una volta una principessa,
le regole erano
verdure indigeste,
al suo orecchio
non arrivava
nient'altro che musica.
La vedevano
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| Sarò egoista...
sì, in tutto questo tempo
lo sono rimasta,
ma come posso
volerti bene?
Sì, te ne voglio
ma un poco,
voglio
che tu soffra
e molto.
Sai quella canzone
che usavi per tormentare me
non se ne andrà
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| Solo leggende
metropolitane
ci raccontiamo in silenzio.
La verità
è ben lungi
dalla mia bocca.
Note vorticano incessanti
nella testa,
hanno dimenticato anche le parole
ma non si arrendono
e perseverano.
E io vorrei scappare
col
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314 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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