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Hermetic Lunacy
Le 176 poesie di Hermetic Lunacy
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L'ennesima notte impaziente
sul letto sfatto a scalpitar
l'desiato canto d'aurora
munto da vermigli seni all'albeggiar,
tanger le cornee del risveglio.
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Brucian l'algenti
vertigini del firmamento
Gementi sussurri
la landa a tacitar
Dentro la notte
ove i lupi lagriman
solinga agonia
Vomitata sotto i bulbi
di un'atona luna.
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Sei assenza che presenzia
il tacito tormento
tra le pieghe del pensiero
Masturbi voglie e desio
che vengono spenti e libidinosi,
nostalgici del calor
del tuo rogo mai domato.
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Tremor di cute
allo sfiorarti di sguardo,
lambita dal desio
Mi rode l'attesa,
la carie tua viva
in vena scorre
Sfido la follia rumoreggiar
afoni deliri,
corde che vibrano
dei tuoi silenzi
Confonde e corrode
la stretta ch'affonda
il mio
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Orbite silenti
decantano alla luna
ellissi d'amore.
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In pose di sonno
dilaghi ed innalzi
l'tormento mio
d'averti e perderti
in sogno ogni notte.
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Fuggevole l'attimo
impercettibile ed immenso,
fugace d'infinita brevità
ch'a volte rimane
incastonato nell'eternità,
scolpito nella volta dei tempi.
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Di sonni e oniriche filacce
tessi le tue trappole
Notte, aracnide silente
tra le setose tue curve m'accoccolo
e nel tuo materno bozzolo
giaccio la mia malinconia.
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Sono lo sbaglio
di quell'incompatibile bisogno
di congruenze d'amore
Fiottano gl'aneliti
delle mie iridi incomprese
eclissate nella crepuscolare
ridondanza del silenzio,
avvolte dal tetro velo
di cupiscente mestizia.
Sospesi
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Ruminan pascoli
pregni di diossina
i miei denti marci
Nel budello dell'anima
sento scarno
stridere il costato
Stanco di seguir
greggi ammaliati
al macello dei pastori.
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Astrali nidi
germinanti illusione
squarciano i veli umbratici
del tegumento notturno
Tra le mascelle serra
un'obolo il tempo
per navigar la nostra
acherontica solitudine
Della notte il soliloquio
ci congiunge nell'insonne sonno.
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Nella volontà dei venti
ascolto il librarsi
di foglie emaciate,
Il singulto dei rami
spogli di prole
e l'canto del verno
in virgulti glaciali.
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Son mendico
dei fasci lunari
del sorgente dimani,
dei lumi del giorno
sol dal fulgore adombrati
In verbi d'incertezza
muoio ore spente
in ricordi di bui avvenire,
in passati di speme
per remoti futuri,
persi nell'infinito
del continuare a
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Fonema silvano
che l'vento sillaba
Sonorità astrale
leggiadria del firmamento
Linfatica essenza
ch'in vena scorri
Custode ch'in grembo
gelosa conservi
del viver l'baricentro
Respiro del creato
ch'alveoli saturi
d'aere
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Pregna di claustrofobico vuoto
l'aria ch'il respiro sporca
Il tuo niente mi riempe
insaziabilmente tutto
Melanconiosi mi popolano
i tuoi paesaggi erranti
Cieco d'ascolto ti sento
come cancro che s'espande
Labirintica
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Il tropismo al tuo richiamo
mi sospinge all'evasione
dai confini della ratio
Riequilibrandomi d'illogico
il baricentro razionale
Sei teorema indimostrabile
mia variabile di libertà.
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Hermetic Lunacy.
Lo sfregio del cielo
freddo a carezzar
sudor di retine
Accese dal buio
s'adombrano palpebre
sulla dimora stellata.
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Soffio al cianuro
rigetta l'osssute spoglie
del giorno ancor di te vacuo
La notte e le sue piovre
ruggiscono il fruscio
di ceselli al delirio
in oscure parabole
Tra le faglie tattili
permea la magnitudo
del buio ch'impugna
l'argonauta
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Cadenza d'autunno
che scende a scheggiar
fronde emaciate,
oblunga a gracchiar
tra laceri fusti
capitozzati respiri
Un dilatar di cicatrici
ch'ispira silenti guaiti
digrignati al vento
Tra ròsa corteccia
respiro recluso
d'un
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Sciabordio di silenzio
che fluttua ghermendo
ogni riverbero interiore,
ogni fibra sopita
in staticità motoria
Del tramonto la galoppata
un sudario di gelo m'ammanta
Soltanto il buio a fendermi
quì nell'alma.
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Blu di bromotimolo
sgronda virando
il cobalto alcalino
degl'oculi mei
nell'acido giallume,
caustico reagente dell'anima
Fossi lagrima
a neutralizzar quel pianto.
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Lo sguardo spaccato
vola l'aere immota
Tra reminescenze lontane
sonori d'eco
d'una lira eclissata
L'artiglio del tempo
monotono scandisce
la cadenza del vivere
al ritmo salmodico
dell'acqua stagnante
L'alveo asciutto
piange
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Disteso lo sguardo
a configger l'orizzonte
Remigante e proteso
a franger limiti
che segregano il collimarci
Facoltà cerebrali
in naufragio sensoriale
quando il crepuscolo impregni
d'accese vertigini
Follia portante
è
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Ritiro assolato
su un'altura di melanconia
Medito l'orizzonte scrutando
pungenti sbuffi d'aria trasportar
lo scampanellar dei pascoli
e il muggito dei faggi
a stormir tra le fronde
Bruco nella mente
steli di pensieri
M'eclisso tra i
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Il tuo fluir nella continuità
di zodiacali terminazioni nervose,
nelle nostre celate
compenetrazioni d'universi
Come satelliti a gravitar
attorno un comune asse
in orbite sempre più strette
al pectus astrale
In moti di
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| Respiro selvaggio,
linguaggio silvestre
ch'aleggi dentro me
Smeraldina simbiosi
di sensi alienati
d'estatica quiete
Tra latrati di core
ti cerco nei vasi
chiusi in asfissia
Placido soffio
che sbuffi ribelle
spasmi di
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Vacuo delirante
solamente tu m'abiti
nel cingere di carni,
mia scarna matrice
di vacillanti battiti
M'assimila l'silenzio
speculando sul mutismo
di lingue morte,
sepolte in petto
Vaneggia alla deriva
l'entropia del mio disordine
tra
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Del flutto di sguardo
il mormorio guizza
a frugar l'oltremare
tuo affresco.
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Algida luce penetra
come brivido sottocutaneo
il rorido mattino,
sepolto nella rugiada
Spento d'emozioni scadute
alla cerca erro
d'un senso d'equilibrio.
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Del mio Orione
sarai cintura
Stretta di fervore
ch'orbite accechi
di luce astrale
Carezza che sciolga
il sospir vernale
Nella mia costellazione
morso di scorpione
a darmi nuova vita.
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176 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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