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Hermetic Lunacy
Le 176 poesie di Hermetic Lunacy
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Cheta abitudine cristallizza
respiro d'emozioni
E' diaspora endorfinica,
atrofia di pulsioni
Molecole di staticità
m'intorpidiscono in gorghi
d'inquietudine arrembante
Raffermo a sfuggir
la morsa del vacuo
Cercando pindariche
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Lento o fulmineo
che sia il nostro passo
restan fuggevoli i respiri,
sol di passaggio i battiti
su
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Non una macchia
di china a parlarmi,
soltanto l'assente
tuo versificare
tra le
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Pelle impalpabile
Labbra d'attese
Un soffio lontano
al tocco sfuggente
Mai seppe il suo petto
quello che gl'occhi
dell'amor
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Nel soffio d'aurora
respiro gergo d'orizzonte,
odo il parlato marino
ch'all'arco ceruleo sale
in aurifere movenze
e mi bisbiglia il tuo vociar,
sussurro alla penombra
fuggiasco zufolar.
Incagliata al pensier
tra dedali d'attese
garrisci
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Siamo vibrazioni
separate da una pausa d'afonia
Musiche d'un eco comune
che perdono la voce
nel fragore del silenzio
All'ombra dello stesso fragile cielo
si confondono i timbri
dei nostri acuti sospiri
Come filo spinato
che ferisce il
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Sei nel trepidare acuto
in quell'ansia di
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Inarco visive fauci
orientando fendenti di sguardo
l'aria a frugare
Assiepandosi al cielorizzonte
l'iridi fulminee scrutano
alvei di silenzio
e miran fascinate al tramontar
le volute in geometrie speculari
di due corpi proiettati
nel ricamo
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La notte ha una pelle ruvida,
non l'aroma dei tuoi crini
carezzarmi il cuscino
nè rintocchi di labbra
a spezzar sulla bocca il silenzio,
la
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Silenzi di labbra
son fuochi fatui
ch'infiammano le distanze
Incidimi il tuo epitaffio
sulla bocca marmorea
di questa notte sepolcrale
Fino ai chiarori
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Sarò d'intessitor maestria
in fervide geometrie
tra i velluti del tuo derma
Folle ormeggio estatico
alla darsena del tuo porto
Ali d'aquila
per ergerti infinita
nel ceruleo mio soffio
Lucor d'astro
per refulgerti
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Sensorio corrotto
dal brusio di bocche lorde,
cantori di menzogne
sempre pronte a dissacrar
la parola eloquente del silenzio
Resteremo ostaggi del tempo
fuggendo in sogni
che non vedranno realtà
senza percepire appieno
della natura le
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Libero di essere
è sentire il galoppare
pacifico del respiro
trasportato dal sussurro del vento
E' chi torna a casa
col passo melanconico
dopo brevimmensi momenti d'evasione
E' riscoprire quell'Io scalpitante
soffocato dalla
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Lagrime vernine
sgocciano livide
Un fievole biancume
incrosta le gote
pallescenti del
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Un refolo scarmiglia
secchezza d'anima,
criniera di steli
cariati da
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Crivellano meningi
ansietudini moleste
Sferza vernina
un'insania rapace
Inquieto l'incedere
algente della lunazione
Pallide spire
increspano sensilli,
impiombano le membra
d'un freddo tacitiano
C'avvolge brumoso
d'indifferenza un
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Hermetic Lunacy.
Quand'ogni respiro
sarà del soffio delle tue labbra
Quand'essere
sarà sentirti viva
sulla mia spoglia pelle
Quando conoscere
sarà incontrarti
negl'occhi tersi dell'alba
Allor sarà
un'altro giorno
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Peristaltica la notte
si contorce dentro me
Con occhi atterriti
resto a raschiare
il fondo del
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E' nel progresso che avanza
il germe d'una progressiva disumanizzazione
o è solo il regredire del rispetto
verso il creato che ci accoglie?
Senza memoria del tempo
nè premura e rigurdo per l'avvenire
rimaniamo assorti nel
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Seppur immobili
son gl'occhi
il mio sguardo lontano sconfina,
sente l'oltre che c'è
dietro al perdersi di pupille,
al frangersi dell'iridi
tra
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Argonauta della vaghezza
due galee soffuse
son quest'iridi arenate
tra marosi d'incertezza
Timoniere alla deriva
tra scogliose
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Sussur di lamento
veleggian nel vento
Dardeggi in tormento
nell'aere che sento
Brucio di freddo
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Tra le crune notturne
s'infila il tuo pungente
sottocutaneo frusciare
ch'intesse i miei stomi
di folgori astrali
Zingaro brulicare
bivacchi tra le mie
zigane fasi REM.
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Voglie feconde
del dìsio di lambire
col corpo e l'alma
la tua madida culla,
carnale infiorescenza,
rosea libidine
nell'imo del tuo
più intimo giardino,
riserva d'ardori
di cui vorrei esserne
fedele floricoltore
e fervido
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Quali edenici baci
gelosamente serbi
tra le verginali tue labbra
a me straniere e distanti
Quanto algidi quelli
che stampa ogni notte
la bocca amara del silenzio
sulle mie gote spente.
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Nari allo sbando
su candidi attraversamenti nasali
raschiano strisce di bamba
Troppi giovani pescatori
partono con le loro canne fumanti
per vacui mari sintetici
Adolescenti fegati
errabondi affogano
in alcoliche notti inquiete
Aride gole
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Stillano resina
i bulbi dei pini
Un letto d'aghi secchi
e pungente nostalgia
Un mite carezzar di fronde,
la tua eco su di me.
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Non i tuoi occhi
nei miei a scavare,
che schiusi e vibranti
stanno il silenzio a impiombare
Il sordo contemplare
il crepitar di palpebre non sente,
né il cercarti di pupille,
né dell'iridi i lamenti,
intente a ramingare
tra gli
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Nessun fiorir dalle stoppie
o dall'arse sterpaglie
Soltanto cenere infeconda
gravida d'abbandono
florida infesta
i romiti campi
dell'alma incolta.
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Nell'arcano immacolata
l'onirico delirio
avvampi celata
Diafano miraggio
rasente all'impossibile
ti scorge lo sguardo.
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176 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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