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Hermetic Lunacy
Le 176 poesie di Hermetic Lunacy
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| Un tumulto emozionale
svergina estemporaneo
gl'acuti sussurri del silenzio
Sinfonia di vacuità rombante
veleggia traviante
tra i sensi in abulica gestazione
Ferace giacenza
d'abrasivo gelo
ferale scarifica
il petto sfibrato
Il
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Folle metafisico confine
di baratri e distanze,
d'onirici voli e disillusioni,
d'incongrue tangenze
che separano nell'irrazionale
parallelismo infinito
le nostre rette incidenti.
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Riempirsi gl’occhi di uno sguardo
che ha il folle tatto delle distanze
e il trepido abbraccio di un’attesa
Gettarsi in un intreccio d’iridi
che imbriglia e disarciona
E sentir come le palpebre
mungon stille d’autoerotismo,
per celare il
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Curvando lo sguardo all'orizzonte
dipano gradi di separazione
tra te e le tinte rossaccese dell'etere
Come di un rimpianto, confesso al tempo
nostalgie di futuri anteriori,
di quei saremo stati... nonostante tutto
Calo un grido di silenzio
e
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Talvolta innesca la mente
fugaci transumanze
a quei verdi pascoli
dove impazzano steli d'illusione,
dove crescon le voglie
e sfioriscon le labbra al
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In una cheta esplosione d'assenza
conturbante si libra
l'eco del vespro
Rumina il pensiero
le smorfie del silenzio
Fredda la terra
si sporca di sole
Nel solco erubescente del crepuscolo
precipitan l'occhi a cercare
l'antalgiche cure del
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Il disio riluce e impazzisce
tra gl'orizzonti impossibili
della tua essenza
a congiunger distanze
in ossature di petti
e fusione di carni
a radicarsi d'immenso
nell'epicentro tuo aurifero,
che palpiti secerne
verginali di
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Scivolano ricordi sgocciando
lavati via male
come lentiggini dalla pelle del tempo
Lo sguardo a mungere il cielo
Umidi
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Cercando del vacuo
l'accorato suicidio
nella pienezza di te
Per sentirmi stilla
d'immensità oceanica
nelle tue muliebri profondità
Alito che sugge
respiro e refrigerio
dal tepor del tuo frusciare
Zefiro che accarezza
i tuoi
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Giaccio palpiti di tempo
come un'erezione stretta
tra mani monche
che anela un tocco ad alleviare
Persa nella notte
la dolce eco delle polluzioni
Tra le valve notturne
madido e dolente
s'agita il silenzio,
come un'utero che non può
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Notturno lucignolo
soltanto stimoli visivi
mi concedi nella tua
privazione sensoriale
Lasciami l'occhi a perorare
il tuo affrancamento dai lidi celesti
per strapparti a me
e luccicarmi il fianco
Un'astrale barbaglio
conduce ai tuoi
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Nessuna pallottola
silenzierà mai abbastanza
il rugghio di protesta
del fermento sociale,
né la filantropia fascista
dei vostri truci manganelli
basterà ad assoggettare
il pugno alzato e la mia voce
Sono il grido
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Un coito interrotto
l'inarrivabile toccarsi
nei contatti visivi
Nostro l'occhieggiarsi fugace
di due timidi, stranieri sguardi
pronti ad abbassarsi, alle distanze focali.
sospendi l'embargo delle tue labbra,
falle salpare verso le mie
e i
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Lo sguardo lanciato,
nel rosso masturbarsi
tra le zone erogene della sera
coi tuoi lineamenti distanti
Soffusa, in quella linea di demarcazione
tra la poesia del crepuscolo
e il folleggiar dell'iridi,
dipartite verso l'Oltre
illuminante
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L'ali del delirio
rapirono l'essenza
in insurrezione sensoriale,
strappandola al giogo
dell'assuefarsi al tempo
Fuggirono l'iridi
il monocromatico sguardo
dell'emaciata abitudine
Tra rantoli asfittici
ritrovò il respiro,
candore
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Gambe da escapista
mi trascinano oltre
le barriere cementifere dell'esistere
Sento l'ago
di bussola libertina
a sospingere il passo
Sento lo strappo
di legacci e costrizioni,
l'ansare dei piedi sfrenati
sui sentieri boscosi a
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Hermetic Lunacy.
Col rosso digradar di tinte
vago saggiando
indefiniti i margini
dei recessi interiori
Con gli occhi traccio
i tortuosi percorsi
incisi nelle ricordanze
Rammemora lo sguardo
i trascorsi convulsi
di uno ieri ormai distante
E valica il
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Fra i trascorsi del mai
e lo stupore per un'avvenente noi
rimani, impalpabile alla vista
Sovrasensibile ermetismo alla follia
Ridondante concrezione onirica
Insaziabile nidiata del mio petto
Fluente orbita silente
del mio vacuo
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Vibrano, al tatto di pupille
le bianche vette inviolate
Un silenzio disteso, intatto d'intimità
abbracciava l'orizzonte
come lo sguardo le
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Stellati barlumi
migran solinghi
obliando in quest'occhi
il tralucere notturno
Un'illune gangrena
stormisce
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Raggi, che tuoi non sfioran
la mia pallida pelle
all'ombra di un ultimo sole
che
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Un'assenza muschiata
s'aggrappa alle labbra
La pelle, un rudere escoriato
dal transitar del tempo
Una reverie, il tuo sapido sorriso
che cerco tra le rughe
delle mie iridi canute,
ch'al mattino stringono
una magra illusione
tra palpebre e
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Statico anelare
è quest'attesa che inganna
il mesto sciabordio del tempo,
l'assente calore d'effusioni,
l'agre succo
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Sospeso fluttuare
Voci sulla pelle
Lo sguardo a dragare
oceani di silenzio
e sillabe impronunciate
Avvampa il falò
il suo fievole lume
sotto un cielo marmoreo
di stelle glaciali
Di ogni nuovo giorno
come l'alba fuggo
il peso
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Aver sempre la gola umida
di sogni e speranze
Dell'amore abbeverarsi
nel dare- avere primigenio,
amniotico liquido per un'esistenza piena
Trovar voglia quotidiana
di brindare all'alba nuova
Sorseggiare vitali motivi
è il vero senso
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Di represse parole
è il ribellarsi d'afoniche latomie,
è il mutolo sound
che stupra timpani
d'atoni lamenti
Una voce spezzata
trova nuova forza nella quiete,
torna a ruggire nel silenzio,
a stordire i frastuoni
e il vociare
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Ognuno è in ascesa
verso una vetta interiore
L'avanzar su pendenze
è uno slancio di crescita
La caduta è il prezzo
d'un balzo nell'altezza
Immaginarsi alla cima
è già un passo in salita,
ma scalarla con
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Misuro l'orizzonte con la tua distanza
tanto quanto l'occhio può sentirti lontana
Ti penso e fluttuo alla deriva
oltre la linea costiera
Tra le calde vespertine tinte
trova appiglio la tua irrazionalità,
quando al crepuscolo
le
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Fuggo il tuo sguardo
che trattener non so
tra le mie peregrine pupille
Lo desio e lo perdo
in questa beffarda ricerca d'iridi
che solinghi ci lascia
inarrivabili, siderali
Aiutami a capire
il condividerti con me
e il mio folle
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Lascio spazio alla fuga,
a quell'evasione riottosa
verso gl'astrusi alveoli dell'Io,
a quell'immersione profonda
che conduce a se stessi,
a
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176 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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