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luigi88
Le 300 poesie di luigi88
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Giù per la perfidia di una scala,
viaggio immane verso la terra.
Che dunque sarò muto?
Avremo tempo d'affrettarci?
E le pozze di onde stagnanti?
Quel giallo pallido dei muri
ci torna figlio della marea.
Ciondolo
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Dolore di smorfie rinate gialle.
E infine il perimetro è
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Parlami almeno di me
che taccio le segrete.
Fin quando resterai
un corridoio di solitudini?
Si dimena il tuo nome
fra i tappeti inumiditi,
i tarli assopiti dai miei più vivi.
I deserti del mondo sul retro,
le tracce dei mille forse
che
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Saremo sempre
almeno in due
a non essere in tre.
La sarta trinità
delle fedi scucite
come faglie
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I fari più bassi,
la panchina di brina.
A nord dei pensieri
quel cantiere esanime;
l'emaciata luna furtiva
e lampione di peste siderea.
E
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E ancora tu.
Babelica mi rivendi
avorio e detriti.
Quella mano pescatrice,
remoto rammendo
di aracnofonìe a lese
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La sera invertebrata,
sdraiata è donna
sulle creste e sui rami.
Anelli di nebbia alle dita
di vergini neon; tic della piazza
smunta e cementata,
divelta in rughe di smog.
Le chiome increspate.
Che aspro è novembre
sincopato in
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L'espressione tua persa,
un inatteso film muto la mano
a tre quarti, distratta.
Quando viola ormai la luce
è regina nella gola delle scale,
sei la voce nella sera...
Non c'è polvere
nè c'è neve che cada.
E' la
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Autostrade di rimmel
sulle fontane d'occhi su di me.
Le tinte sanguigne
sparse, bramose di se stesse
nei duelli d'iridi
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Orbi e stranieri
all'imbocco del mondo;
un mattino principiante.
La fuga delle mosche
sui vasti parchi in metallo
di un distributore a caso.
Cammino maldestro
per vie di fiacca ocra
che è già perir di foglie.
E poi giunge
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Ma sola, vana ormai:
voce viva d'occhi chiusi.
Blanda bora.
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Una vena solare
fra viottoli indecisi
e sguardi nodosi d'arbusti.
Perso in grovigli,
trecce di spine a pioggia
fra le chiome battenti
dell'ansia meridiana.
Non è tempo di parlare,
ogni rosa alla sua gloria
se ne fossero
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Rauca voce di rotaie
sulla lunga via per casa:
la violacea città in salotto.
Contorta come vite
rampicante e mai morta,
parla piano di sera la vita.
Espressioni del mondo
nelle smorfie del cielo,
principianti al punto croce.
Scende
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Eravamo altra cenere
caduta ed estinta
sull'acqua in strada.
Nubi vive di arancio,
grigia accidia del tramonto.
Trascorsi i discorsi,
stille d'organza
perdute nei gialli suoni
di condensa assordante.
I rami ormai mani
scarne e calme a
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Poi bianco e viola
il cielo sordo alla sua legge.
Pensieri in terra straniera,
lì fra le brume d'ottobre
dove cieca diviene
la grandine in strada.
Altri portici saranno calma aurora
di questa notte fraudolenta.
Le folate
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Stretta di mani
in un patto d'alcool.
"Piacere, sono Debora!"
La notte senza rimmel,
al tavolo sconvolta.
La falda degli eccessi,
cadono glitter ed occhi spersi
del cappello contro il muro.
E sarò quell'ombra di
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Se tu mi dimentichi Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2011, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 208 - € 11 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214
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Tu che mi ascolti Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2010, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 240 - € 12 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686108
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Invia un messaggio privato a luigi88.
E' comunque un caffè,
quello solito delle tre.
Gracida il mio balcone
in questo stagno d'autunno;
marciamo patetici
nei discorsi da studenti.
Le ragazze di fronte,
quartetto d'archi fuori tempo.
Sgradevoli passapartout
per l'orrore
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E perdo anche il senso
della mela ferma sul comodino.
Il balsamo amaro dei libri,
dimora del tempo
fra labili palafitte in polvere.
Il volto mio
ripetuto alla finestra,
la vita ricreata di vetro
è solo arte d'avanguardia.
Siamo
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I miei passi
ridotti al silenzio
dei fari, rapidi ingressi
nella luce di un secondo.
Sarà qualche anno fa
che i ciottoli consumati
mi presero per mano.
Passano le sere,
le strade popolate
degli stessi volti al catrame,
segnali di una
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Angolo di carta
strappato su un sorriso.
Modella sfigurata della moderna
mania di essere nessuno.
Passanti e avventori.
E' manifesto.
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La tiepida comunione
di un laccio beige
ci tiene sacchi di plastica.
Maschere sul capo
di un vecchio camino,
siamo giorni asfissianti.
Chiusi i battenti,
si va per altre vie
dove i ricordi sono anonimi
bevitori allo sbando.
Poi ripenso
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Come un rivolo
di petali di pathos
l'acqua stagnante nei vasi.
Era oscillante andirivieni
il cavallo dei jeans,
ariete ai decori del balcone.
Panni impiccati
a un violino scordato
che stridulo culla umidi minuti.
Ed era solo l'esistere in
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La vita veloce
fresca d'affanno, per le scale
il rimorso del primo piano.
Sbavature di tramonto
allungate, gli altri camminano
per strada, è solo gente.
I gomiti pigri si stampano
sul ferro, e freddo mi scuote
che in giù
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Le parole mai nate
restano albe che fingo per te.
Risuona lontana,
come le notti d'inverno
mi gela la tua voce.
Sarà bellezza di un attimo
questa mia poesia;
un ritorno verso stanze
che chiusi nei tuoi occhi.
E la luce
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Fra i passi in disordine
in riva al lungocielo
cadevo inerme su palme
mosse, lì nuvole di cemento.
Parvenze estranee
disperate e colanti
giù per i vetri, nati dal respiro
e scomparse per strada.
La notte adottiva
di paesi
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E' quella solita campana
nel suo cieco spiare,
un'innocua tomba a mano.
Più in là dei cavi
di versi elettrici eclettici
e cantano, parlano fermi.
La compassione delle streghe,
il male appeso al chiodo
che penzola dalle
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Una mostra in ritardo
di qualche impressionista
s'apre agli occhi
questa voce della sera.
Si muore di lunghe ore,
parlando alle facce
nate e forse morte
nel cielo di un attimo.
Sale sfrondato il fumo
del vizio di qualcuno,
come preghiera
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L'ombra impaziente
che lascia il mio muro,
sposa nomade del buio.
Stiro quei pensieri
increspati da umidi mesi,
la linea delle case s'arrossa.
Non l'ho dimenticato,
ma la memoria è paralisi
che non può più
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Anche se poi
i salici del giorno prima
restano piangenti,
rido dei frassini affilati.
Siamo vampiri ansiosi
di luce all'ingrosso.
E me ne vado con la mente
per le vie del mercato,
si vende oggi il paese.
Chi sarà protagonista
del
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Che in fondo io e te
siamo uguali
nelle nostre gialle fissazioni.
Quanti watt ci separano
nel nostro anonimato?
La scena come il pane,
diviso fra inedie visive.
Un lampione con sogni
dispersi, accesi e riflessi
nei falsi Picasso disfatti
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300 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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