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luigi88
Le 300 poesie di luigi88
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Ciò che non fa testo.
Fradicio d'estate,
ti troverò
tredicesima nota
a margine
di un mio esperanto.
Contempli mai l'idea
di essere schiava
in strade e vicoli atroci?
Rinasci marina
fra le tiepide risacche,
piacevole e
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Almeno due volte
un vento autoritario
per le fronde sul muro.
Una mano cieca
tocca i rintocchi della chiesa,
il resto è poema stradale.
Là
dove finisco
e la basilica dei passanti
geme fra braccia,
mani, smorfie, occhi
che
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Così va la vita:
su gambe frenetiche
a alterne fortune.
E' qui che la polvere
nasce, dispera e poi canta
le lune di marzo,
disperse nei fumi dei campi di noia.
Poi lei che arpa e arpia
dipana
quei sogni sui fogli,
misteri a corde e
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A imitazione
del ferro battuto, rosso scarno
e scaltro esanime
come mai prima. Le curve
roventi:
più gelide al tatto degli occhi
e ai flebili e futili tocchi
del tempo.
E' viva quell'anfora storta
che spesso ricorda
alle spighe di
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Sono le lunghe,
sbilenche e
colleriche
voci d'autore; poco oltre il rumore
a dare quel nome
che manca da tempo
ai miei occhi indolenti.
Cos'è la manciata di giorni,
fangosi e contorti,
da cui nasci miseria e vittoria?
Il solito
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Vecchie filosofie
della città in convalescenza.
Copule sui muri
a memoria delle nostre orbite.
Qualche tinta a tempo perso
ed è così che giallo, verde, blu ed altre eclissi.
Tutto forse.
Quasi che i balconi,
madri
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E quando,
poi,
ci dirai la
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Sulla coda delle venti.
Arabeschi elettrici
sui vetri, il saluto del tuono,
l'indifferente luna
ferma, consueta prostituta.
Riverso nella mente
il volto di lei sola, che
sola mente e apre
porte su quel fiume.
Piume di catrame,
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Due occhi selvaggi
nelle spire del fiume.
Le immaginazioni
fra pochi metri, come crash test
cambiano volto;
abbracci e incontri stranieri
lì,
dove le mie fisime
ingravidano il mare.
Le barche dopo un'ora,
quando è notte per
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Siamo e saremo
gocce ignare di questo stillicidio;
liberi regnanti
in vicoli d'aria da cui cadiamo
spogli di pavimenti.
Non ci accoglierà nessuno.
Strisce in orizzonti a tinta unita,
vetri arsi ad ardere sete
di limpide paludi:
un
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Non colgo il perché di tutto
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Lo so.
Ci sporgiamo entrambi
su freddi marmi che a stento
sapranno cosa dirci.
Il respiro che non sa
di quel vento che non va
fra le rime imperfette delle nostre
cadute.
Nel riposo tuo di ramo,
non sorge mai quel dubbio che mai più
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Una fitta all'aria quest'apparenza,
inchiodata
a climi tempera tempo e chiuse
per dighe di secche
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Eccome se si dischiuderanno.
Flotte di visioni
dalle rotte claudicanti;
ci si spieghi almeno il perchè
non esiste un perchè.
Si nasce per la specie,
specie per la tronca felicità
in attesa
di stendere tappeti a salve per
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All'ombra delle scale,
quella stufa
è cieca fine di un romanzo
senza titolo che offenderò come...
Svoltavamo anni fa nelle sciocche domeniche
d'agosto, quando il tempo
cadeva
in letarghi subliminali.
Alle spalle avevamo
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Se tu mi dimentichi Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2011, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 208 - € 11 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214
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Tu che mi ascolti Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2010, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 240 - € 12 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686108
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Invia un messaggio privato a luigi88.
Leggendovi, non ho capito.
I giacigli di cemento,
vi prego, lasciateli parlare perorando
quale causa lo si ignora,
ma che sia la pace delle voci.
Cambiamo tono
perché sia democrazia, la mia
è solo forza bruta
da confondere
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E' un qualche anonimo
braccio appeso melanconico.
Un pendolo assonnato
giù per luridi cieli in doppia fila.
Ci si
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Vuota distanza in stanza
per colmare corridoi
in cui saremo estranei di troppo.
Macchie da
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Paglia che sono
nelle liquide indecisioni versate
nel vetro, all'orlo dei bicchieri
torno turista da tavolo.
E' tutto un tuffo dal basso ai cispi del tempo sbronzo.
Mi ricreo dardo
a mo'
di codardo, che questo secolo ventuno
sarà
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La sera nella sua sintassi
oscura all'ordine dei più.
Una sezione d'archi
la strada ferrata,
malata la vista
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Come fiori idioti nei campi
d'inverno, se lo è.
Avrei da ridire sulle facili rimostranze.
Le chiamano rivoluzioni.
Sarà poi un caso che la libertà
è solo un accento alla fin fine?
Proprio come me che resto
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Forse ferma ed inclinata
in un bianco e nero,
sei cromatica illusione di contorni.
E sai che in fondo non c'è nulla?
Fra le pieghe di un silenzio
esiste solo superficie, lì sei tu...
Si perde quel senso del vero
davanti a te che
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Proprio così.
In disparte a consolare
manciate di pensieri in ritardo,
inutili come sole alla fine del mondo.
Le notti sdolcinate dei crimini altrui.
Nel bicchiere desolato
delle stragi da dopocena
la vita è solo morte
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Gesti e parole,
volti di una sola malinconia
dalle palpebre dischiuse.
Germogliano binari divergenti
che avranno il nostro nome.
Oltre nebbie e suoni
dei giorni che scrollano tempo,
s'intesse la fragranza acerba
di un me qualunque che resta
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In fondo parliamo di altro.
All'inizio tacciamo del resto.
Gondole sfigurate su mobili impauriti,
sommersi di applausi nel silenzio.
Ma ci pensi al già detto?
Avrei divagato sulla morte delle ombre,
ma stento a pronunciare la
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Berrò calici di terra sorda,
gravi come il passo
che svelta ti fonde, vitrea e uguale,
mentre torni nello sguardo.
Poi sei madre degli ampi piagnistei...
Il sogno
sdraiato sui rami carichi della follia.
Le quattro rivoluzioni
delle
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Per lunghi minuti restano muti.
Le voci scorrevano ignote e stinte
come vapore notturno fra alvei di cemento;
sfogliavo quel cielo di capitoli albini.
Passeggeri in carrozze di pensiero contromano.
Fa' che sia madre delle gioie tue orfane:
guardami
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Spingevano, urtavano, mormoravano.
Sarà stata della vanità in quell'ombra
che lenta, oscena si nutriva di stipiti:
in faccia ho guardato la poesia.
Avidi di smorfie da enumerare gialle.
Ancora la stessa donna
distesa nell'aria, dai
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Fiabe...
Non ho colla sulla
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300 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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