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♦ Michelangelo La Rocca | |
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Dany Blasi
Le 590 poesie di Dany Blasi
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Ti ho cercato nel maturo e delizioso frutto.
Fra i rami più alti di un sogno
Ho nidificato nel tuo fondo più profondo
Nelle tue radici Intrecciato ai tuoi tralci la mia vite
Alla tua ombra distesa ho dormito
Dietro un mistico e profano
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Aida mentre scarna nuda e ferita a terra ti giri
Tu ridi e piangi. Chi ti ha tradito?
Eri bella da togliere il fiato. Ora reclini il capo.
Roma caput mundi. A testa alta con lunghi piedi
Con le spighe di grano nei capelli Dal vento caldo mossi.
Nei
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Tu che accarezzi sotto le mie unghie.
Con piedi d'acciaio mi giro e ti seguo.
Vibra nell'aria l'invisibile filo che lega
Entri nei miei sentieri di dolore e gelo
Sopra un cuscino di leggere piume
Appoggio il tuo destino Se questo tempo ladro
Ha
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Maria Immacolata volgi lo sguardo
A chi nel gorgo giace e scende
(nudi e senza ossa di lame)
Ferma la mano di Caino armata.
Impregnata nel lago del fraterno sangue
La bifida e lunga lingua Di chi odia e denigra.
Sull'innocente sputa e sbava.
Entra
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Nell'onda che mi avvolge e che mi segue
Nell'era degli artigli e del rimpianto.
Asciugami il pianto!
Sciogli sulla tesa fune di gelo i nodi
(Tra penduli rami- cadaveri che oscillano al vento)
Cercami nel consunto tempo
di una clessidra ormai
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"Brace d'amore accesa"
Nella carne affonda e brucia.
Lo stelo inerme freme e trema.
La bora s'abbatte spietata e feroce.
Sradica unghie, viscere e piedi.
Nel prato sparsi colorati e fragili petali.
Nel silenzio immobili gemono
Sulla
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In un istante ho ricamato
i tuoi capelli di rame
dentro il suono di antichi madrigali.
Di salmastra aria profumavano
I tuoi nudi piedi.
Ho contato le dita delle tue grandi mani
intrecciandole nelle mie.
Mentre la calda aria gonfiava
La mia gonna
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Figlia e foglia
pendula e solitaria
(al gelo tremi)
In un momento partorita a maggio
in un tiepido raggio di luce.
Al ramo resti muta e appesa.
Di linfa implori umida goccia.
Recide feroce il vento di tempesta
Nell'arco di un istante nell'aria
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Innalza Caino cattedrali di pianto
Su alte colonne di fetida pula
Iride persa dentro ciechi labirinti
Urlano i tuoi dissacrati Idoli.
Lacrime di cenere chiuse
dentro urne di vetro
Piangono nomi senza carne
Altari di pelle ed ossa
Le tue bugie
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Piangono salici piegati all'estrema sfida.
Dopo lo schianto frantumato marmo
A terra giace. Inerme la vita
Liquida e distesa nelle pozzanghere
Di sangue e fango. Scivola una goccia
Sulle guance di carne e sale.
Senti come agita e gonfia le
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L'oscura Signora
con il suo nero Manto
impietosa verso di te
avanzava...
Tu che profondamente
la vita respiravi...
Tu che sfamavi
con il pane caldo
di un dolce sorriso
Al mendicante mondo offrivi
La sua eterna fame
nutrice d’amore
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Oggi l'ho visto piangere.
Quella mano grande e pesante
Asciugare il viso
Oggi è morto il Paradiso.
Precipitato nella voragine infinita
Nel fondo frantumato insieme al sorriso,
agli idoli, ai fiori di cristallo.
Sul selciato ho incontrato un
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Lilly guarda di rado la tv.
Chatta. Ride con i suoi amici.
Due bicchieri sporchi sul tavolo.
Le loro risate e le bottiglie vuote.
Lo bacia all'ombra e poi intreccia le sue dita
Segue la sua grande e calda mano.
Toglie gli stivali di pelle nera
i
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Nell'uragano hai intrecciato
le tue tralci di ferro,
Fra le mie dita di ghiaccio.
Sulle tese corde del tuo verde
Ho respirato l'incanto.
Fiore di vento e di sangue
Ti ho raccolto fra le dure e aspre zolle
Nell'allungato riflesso
della mia
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Un banale scontrino.
Occhi che s'incrociano
Dita che si sfiorano
La mia mano nella tua siepe
Coglie more e spine.
Petali diversi
Figli dello stesso stelo.
Elastici che si allungano
nell'invisibile linea.
A memoria nell'inchiostro
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Volano in alto colorati palloncini
Scappati dalla mano di un bimbo
Fra le dune di silenzio
Lontano, lontano
Ondeggiano campi di grano ed ambra
Sullo scoglio dove dimorano gli alcioni azzurri.
In alto, più in alto
Si sciolgono i nodi
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Dany Blasi.
Ti ho vista mentre cadeva la luna.
A terra nel silenzio si frantumava.
Rivoli di luce scivolavano sull'asfalto.
Tu raccoglievi cocci
e ne facevi con un sorriso ciondoli.
Mentre il buio profondo scendeva
Sui tetti delle case, su ogni cosa,
Sulle
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Ho sentito l'odore acre del pianto.
Ho smesso di guardarti.
Mi sono voltata.
Non c'eri più...eri solo un fantasma
"Il mio fantasma".
Gocce di gelo salivano
Artigli di ferro pronti a ghermire
Ragni enormi si arrampicavano sulle
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Straniera Signora
vestita di stracci o di seta
che ogni giorno
alla mia misera porta bussi...
Non so come ti chiami,
nè da dove vieni...
Sei nata in una sera d’estate
con uno strano e imperante vagito
Ed ora sei inebriante
profumo
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Il sole insegue la linea blù.
Svanisce nell'apoteosi del nulla.
Acrobata entra dentro fori
All'occhio sconosciuti e invisibili.
Fuoriesce liquida e fosforescente.
Brucia l'aria.
Stride iI lamento di una falena.
Sul vetro scivolano gocce
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La falce d'oro
A voi che siete indifferenti e muti.
A voi... già nel respiro "morti"!
Al caldo chiusi nei sottoscali d'ombra.
A voi, si... feroci iene
Che nell'arena bramavate
Del fratello il caldo sangue.
A voi, sulla sedia
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Oggi ti hanno dato il passa- porto.
Ora vedrai che ogni misera zattera,
approderà al suo porto.
Da rive di marmo e ghiaccio puoi salpare
Con la tua vela gonfia
di grano e di miele...
Non sei più un verde rospo
solo nello stagno a
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In nome del pregiudizio
ho ucciso l'uomo.
Nel pregiudizio
ho deriso,
ho vessato,
ho umiliato,
ho emarginato,
ho torturato.
Nella fonte del niente
Le mani di sangue come Giuda ho lavato.
L'occulto potere nel nero sigillo
ha legittimato...
Il
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Incidere profondamente.
Scendere nella tua carne.
Avidamente succhiare linfa vitale.
Sei lì a terra disteso...
Con tutta la miseria e la meraviglia del mondo
Attorcigliata nei tuoi capelli di rame.
Per incanto vivere mille volte la tua
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Bastarde e maledette lingue
Inoculate fuoco sulla brace spenta.
Confondi l'innocente occhio.
Mostro vestita di candido veltro...
Esci dall'occulto e Nero lago
intriso di guerra, morte e sangue.
Dal tuo grembo escono solo conati
di purulento e
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Nero come l'inchiostro
che cola sulla vergine tela.
Rosso come l'amplesso
del sole che si fonde.
Rosa nella dolcezza di una piuma
che il petalo sfiora...
Celeste riflesso nel lago
profano e mistico, dei tuoi desideri.
Verde nella fluida
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"Al centro innalzata
La megagalattica statua"
Ai margini piove .
Chiuso nei quattro angoli di ferro.
Oscilla la linea di diamante
e all'occhio stanco si sdoppia.
Balza con protesi d'acciaio
Dal dentro al fuori.
Dal fuori al
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Nell'aria aspra
Si frantumano zolle di roccia
Nell'amplificato stridere di un suono.
Nel grembo di sfinge
Ho cercato il triangolo che congiunge.
Netta la divisione
fra l'alto e il basso,
il sotto e il sopra,
il rosso e il nero,
il prima
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Un Dio per tutti uguale.
Un Dio nella nuda carne
di ogni svenduta Donna...
Un Dio fra lezzo e cartoni.
Un Dio negli innocenti occhi
per ogni meninos de rua.
Celato nell'ombra di ogni laido angolo...
Per ogni blasfemo c'è un diverso
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Per sempre...
Sulle mura tatuato a fuoco l'epitaffio.
Del carnefice l'estremo ghigno.
Ciondola l'aria appesa alla fune
del bestiale giorno agonizzante.
Rimbomba nelle stanze
questo lugubre ululato.
Sui vetri sfiancate falene
di luce
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590 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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