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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Massimo Mangani
Le 198 poesie di Massimo Mangani
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Non ebbi parole quel tardo giorno
no, non ne ebbi
che strano, vero?
neanche io, che solitamente eccedo
di una loquacità conclamata
potei emettere suono alcuno
rimasi muto
mutismo assordante
anche intorno
si dissolse il respiro
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Si tinge
ancora
di fresco
la notte
il canto
d'inverno
finora
risuona
ballano
le
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Rinfresca l'aria l'intorno stamani
una nuvola viene
si fa scura in volto
mentre come d'incanto
si spoglia ora vento
multicolori farfalle sul suolo
s'adagiano
la prima goccia cade
batte timidamente
sui riarsi tetti
sulla deserta
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Ancora
non era
la sua terra
oscuro
l'intorno
…
il primo raggio
teneramente
… smack
le sfiorò
le
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Il cielo
scendeva nelle vene quella notte
una melodia sfiorava lieve
il sentire
tutto stava in pace d'intorno
solo il procedere
dell'acqua trasparente
che lambiva l'orrido
infrangeva i silenzi
l'ombre degli alberi
davanti al ruscello
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Non più vedo or le limpide ore
sgombre da austeri, tesi, pensieri
erano giorni nudi
di fuoco e di liti
pieni
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Il fioco occhio
di domani attese
sta ormai nudo
esile rimane filo che lega
la forma nostra
ora sempre più
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Da un po' di tempo vorrei essere
diverso
magari proprio
ciò che fino ad oggi
non sono mai stato
no … non
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Potenti soffi
vibrano freschi
germogli
si insinuano
fino in fondo
ed emanano
mielate dolci
fragranze
sapori
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Quei giorni ...
non avevano sole
nell'aria fredda
le volute di fumo velavano
il cielo nudo
ininterrottamente
di gementi polveri si copriva
l'algida terra
continuamente
solo anime mute di futuro
riempivano l'insalubri baracche
il
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Stasera sono stanco
sono davvero ebbro
di quella apatia
che ti azzera vista
non so neanche come mai sono qui
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Un sol giorno di sole
poi di nuovo il tempo
si è alzato sgomento
anche il corpo ormai
ne risente tristezza
ne trasuda grigiore.
Un sol giorno di sole
sembra quasi, che l'intorno di nero
ami ora agghindarsi sovente
poggio al
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Un drappo bianco
avvolge
case e campagne
sento appena
l'ovattato strisciare
di un auto fantasma
passarmi
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Intravedo or appena svettare
il vetusto pino, tant'è avvolto
da cinerea fitta densa coltre
il freddo inverno giace costante
sulla scura aspra zolla morta
e non s'intravede neppure il variar
delle stagioni
chissà se
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L'ora, ancora
come sempre accade
sta per scoccare
domani
finalmente anche tu morirai
dimesso come eri iniziato
muto d'ogni pretesa
nudo d'ogni risorsa
sei arrivato tra baccanali
e assurde speranze
di una povera massa illusa
ed
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Chi siete voi
che v'arrogate
comando
in nome di cosa mi intristite
il volto
mi stroncate or voce
mi tarpate le ali
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Massimo Mangani.
Da tempi 'sì lungamente andati
già era deciso, confezionato
incauto è il camminare pesante
or sopra l'inane attuale specie
ch'attonita in disparte attende
l'evolversi dell'incompreso gioco
pare ormai che sia
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Sei tu lì seduto sul duro sasso?
rilevo solo appena tua forma
deposta esile, con faccia torva
e crucciate spalle a mirare vuoto
si intuisce nella lesta frequenza
con cui porti alla bocca e tiri
cara dannata cicca, le afflitte
scene
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violentate le vite
erratiche nel mondo
ostracizzate
esili si dileguano nel buio
occulto
onirico
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Ci sono stati balli
intorno
e calde saziate bocche
nel tempo
trascorso
cielo di nubi basse
all'imbrunire
del giorno
e sangue colante
s'appresta
non più dolcezze
non più sentieri
soli, affranti
privati
di tutto
con
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Pudici erano i prati
della mia primavera
quando sole declinava
alla sera
nel chiarore puerile dell'essenza
lo sguardo si perdeva
in un battito d'ali
d'un passero distratto
e nel garrire
delle rondini
al ritorno
nei loro voli senza un
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Siamo
indifesi in balia
di lupi famelici
senza scrupoli
siamo
strizzati nel tornio istituzionale
creato dall'impotenza sessuale
se beviamo sempre il caffè freddo
nei palati non ci sarà mai
tepore
e pian piano brameremo il
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Buio e silenzi sono profondi
nel cosmico procedere del ciclo
mentre noi ce ne stiamo immobili
con sguardi da tempo ormai " lassivi "
anch'io me ne sto spesso seduto
a vedere quel tizzo - che piano piano muore
e nell'animo mio
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Non sorgerà più l'alba
l'amara, assolata terra cruda
avrà l'eterno pianto delle stelle
estinte nelle tenebre dei secoli
invano in quel dove poseremo
orecchie protese a seguire il canto
orfano dei nidi, occhi
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Mi nutro
di te, elevato aulente fiore
tu, inebri l'aria ch'io respiro
costantemente mi guidi ne ' giorni
e puntualmente rassereni notti
nell'alternanza d'albe esaltanti
e tramonti talvolta preoccupanti
non smettere mai di darmi la
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Or mastico indigeste parole
urlate sopra il vento d'autunno
irriverenti, sferzano costanti
a forza sempre, l'intorno fottendosi
ed è difficile vedere la luce
per un cieco di nascita affetto
non esistono occhiali potenti
per scansare i
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Un altro giorno attraversa via
la tua
la mia
l'empasse rumoreggia all'intorno
di notte
di giorno
la rincorsa ci sbatte frenetica
ora a destra
ora a manca
svanisce solo il gusto del tempo
si distende il color grigio piombo
eterna
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Non è gentile il gorgo muto d'aria
ascende labile morsa esile
fredda dal fondo silenziosamente
seminando momenti afasici
chiudere palpebre e risognare
zeffiri di gioie prima vissute
dà sollievo, profonda speratura
or riporta alla
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Lungo selciati ad opus incertum
novelle stagioni son germogliate
innovandosi pria gradualmente
poi sempre più prepotentemente
m'indugio nel rallentare movenze
per rammentarmi vetuste parole
urlate, sussurrate oppur scritte
ove ritrovare
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L'aria ora, non faceva neanche
per un attimo evocar le dure
luccicanti gelate quotidiane
che ci avevano perseguitato
eppure solo due settimane
si erano appena consumate
dal ritorno alle consuetudini
l'intorno era pervaso perfino
da una
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198 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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