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♦ Vladislav Prazko | |
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Mario Contini
Le 383 poesie di Mario Contini
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| Come corpo trafitto
caddi
al suo rifiuto
ch’era diritto
e affilato
mi trapassò il cuore
l’alito d’amore soffiò...
ma passò oltre,
oltre quell’inesauribile
speranza
ch’era solo pazza
pazzia d’uomo
lei mi
leggi
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| Ad ogni respiro
c’è un po’ dell’anima
che se ne va…
per questo non voglio
solo baciarti
desidero
respirarti dentro,
così che si incontrino
anche
le nostre anime
unire
il mio respiro al tuo,
due piccolissimi
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Di giorno ti perdo,
ti ritrovo di notte nei miei sogni
mai sazi
anche i sogni hanno bisogno
di nutrirsi
i miei si nutrono di te,
si nutrono dell’amore, si nutrono
di speranza
sfama i miei sogni con dolci sorrisi
o con languidi
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| Sfogliando
le pagine della mia vita,
ripercorro il cammino
che mi portò da lei
di quando inseguii
l’eleganza di una stella,
di quando
la raggiunsi e fu mia
di quando attinsi
dai suoi occhi
le ultime lacrime
e sorseggiammo
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| Soffia il vento dei misteri
quando ti guardo,
cambia d’abito persino il tempo
che si ferma narciso
specchiandosi nei tuoi occhi
gridano
le emozioni pregne di sapori
e odori,
levandosi fulgide e improvvise
come fulmini a ciel
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| Mentre ciondola
la notte
lascio scivolare lo sguardo
sui tuoi riccioli d'oro
m'offri
il tuo sapore e l'odore
inebria i miei sensi
con labbra esigenti
sconfino e vado oltre,
oltre
il tuo roseo orizzonte
sinuosa carezza
in un
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| La tua rosa
sbocciò dalla dura roccia
dei miei pensieri
mio prodigioso amore
cibiamoci
ora del passato,
dei resti tristi del nostro ieri
tagliamo in due
i nostri sogni
con le affilate lame del silenzio
e versiamone le
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Odio il mare
quando bagna
e sposa le tue forme
odio il vento
quando soffia
sul tuo viso togliendoti
il respiro
odio il sole
quando ti scalda
e t’avvolge tra i suoi
raggi luminosi
* * *
posseggo anch’io il mare
quando piango,
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Osservo
uno spicchio di giorno che appare
nel mio incedere lento
sulla lunga via del non ritorno
piove sputo
sul sentiero di fango e vergogna
il riparo negato
dal catrame che dagli alberi cola
non mi segue
nemmeno più la mia
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| *
A volte,
al di là di una finestra
si perde lo sguardo
sembrano inermi
gli occhi
che rinviano all’anima
il riflesso del mondo
*
a volte,
al di là del tempo
si perdono gioia e calore
sembra inerme
anche il cuore,
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| *
E' silenzioso l'amore che porto
e solitario,
rannicchiato sul bordo
dell'immenso mare d'assenza
scruto l'orizzonte.
Le vedo navigare a vele spiegate
le mie pene assieme ai ricordi,
a donarmi ferite,
a strappare lacrime al
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| *
Danzi sul mio respiro
sfiorandomi l'anima,
salti e volteggi poi ti lasci cadere
sui soffici gomitoli dei miei pensieri
i caldi raggi dei tuoi sorrisi
mi penetrano
nel petto ingravidando il cuore
mano nella mano
volo con te dentro al
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| Sulla mia tela ho dipinto di lei
soltanto le labbra,
un dolce tratto arcuato dal tenue
colore rosa,
perché sono
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Capita che non scendano
neanche più le lacrime
perché gli occhi sono stanchi,
e sono stanche
le palpebre così operose
a trattenerle
capita che i sospiri diventino
più frequenti dei respiri
e che i silenzi
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| Ho un vento nell’anima
che soffia
sui petali del tuo cuore
inondati da lacrime di rugiada
che cadono
dal cielo dei tuoi occhi
raccolgo il tuo pensiero
morente,
lo ridisegno
con la matita dei sogni
e i sospiri
divengono stelle,
le
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| Nessuno ti guarda
nessuno ti vuole, ma tu guardi tutti
e il cuore ti duole
ti mancano i baci,
le carezze e gli amori
sei un incolto giardino ma con
splendidi fiori
sogni di mani,
di labbra e d'amplessi
ma restano sogni e sempre
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Invia un messaggio privato a Mario Contini.
Odio le ore e odio i giorni
odio i mesi e odio
gli anni
mi deridono
divenendo soltanto
attimi
quando sei con me
odio questo tempo
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La mia esistenza
dondola silenziosa e soffre
imprigionata da sempre
tra le spine della pelle che abito
ma oggi
ha un bel colore la mia mente
e vago sperduto
ascoltando incantato la voce
del vento
calde e fievole luci
spazzano via piano
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vorrei poter nascere
e morire ogni giorno
come fa
da sempre il sole
perché tu veda me
per prima cosa
quando nasco al
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Nelle albe
ghiacciate gelano
in terra
i petali di rosa
son morti di tristezza
ormai separati
dal fiore
cosa importa se
tiepidi
raggi di sole
donano loro nuovo
calore
cosa importa se
donano loro nuovo
odore,
amara essenza
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| Pallida luna
sei testimone
del mio urlo nella notte,
una stella
s’affaccia curiosa
ma cupe nuvole spinte
dal vento
nascondono
tutto il mio tormento
e grido nel vento,
lo grido più forte:
dove sei?
lui soffia impassibile,
mi
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| Srotolo
il lungo tappeto rosso
d'amore e di passione,
come una star di Hollywood
tu lo percorri leggiadra
e a testa alta
attraversi il lungo sentiero
di stelle poi ti fermi,
ti chini,
e nel manto cementato
del mio cuore
rimarranno
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| Orfano del vento
non ho più
bisogno delle ali
e resto immobile
appoggiato alla notte,
osservo
una luna beffarda
che subdola
rischiara le macerie
dei miei castelli crollati
sorseggio
pensieri amari
e sputo tormento,
sono
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| Ho visto immensi
prati fioriti
e giardini meravigliosi
ho visto montagne innevate
e splendide
colline sempre verdi
ho visto
mari impetuosi
infrangersi
su ripide scogliere
ho visto
cuccioli di uomo
giocare a fare i grandi
ho
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Condensa il respiro
questa fredda notte colma di misteri,
l’uomo è perso
sulla strada di un addio
in una densa nebbia che piano s’assottiglia
mostrando gli eterei profili
dei suoi ricordi
un tempo fu Re e lei Regina
felici
e ubriachi
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| Presi le mani
di un bimbo nelle mie
e lo guardai negli occhi,
ritrovai l'innocenza
che un giorno
lontano
m'era appartenuta
misi le mani
in quelle
di un anziano
e lo guardai negli occhi,
vidi scorrere la sua vita
e diedi più
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quante ore,
quanti giorni mesi e anni
vissuti
tra speranza e disincanto,
tra delusione e disperazione
e tu vuota,
vuota sempre, vuota nel ventre
e nella mente
quante preghiere perse
nel vento,
quante lacrime si sono adagiate
sul tuo
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Va bene lo riconosco tu esisti
ora son trapassato
e ti ho davanti,
perché mi guardi così severo
e ti rattristi?
Ascoltami che ho delle attenuanti!
Sapessi ciò che accade giù di sotto,
ma che sciocco è vero
Tu
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| Di notte ti vedo
nei miei sogni
tra immensi
giardini variopinti
e cascate
di acqua cristallina
mi guidi lungo
quei viali alberati
e mi ritrovo
umile spettatore
di rare e spettacolari
meraviglie
quel dolce
movimento di steli
che
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Eternamente
stupito
da tanta
crudeltà e cupidigia
da tanta
indifferenza e arroganza
ma ancor più dagli
uomini
rassegnati o
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