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Nicolò Tevere
Le 85 poesie di Nicolò Tevere
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| Di abusi e soprusi
è piena la mente,
di quel fingere a occhi chiusi
e sorvolar angosce
di sicuri fraintendimenti,
sbattuti qua e là
ad attendere improbabili
menti alate
in un labirinto di facili delusioni,
in questo circolo
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Essenze di nature incontaminate
albergano nel mio cuore,
in un turbinio di pensieri corrotti
di vite parallele.
Un solo sguardo voglio dare
in quel mare
di avvolgenti illusioni,
che aleggiano la mente.
E in questa prateria
di umana natura
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| Scogli inermi attendono flutti di acqua salmastra,
cantando leggende
di impossibili abissi.
Voi lì, a infrangere onde,
a spezzar legami di lunghi percorsi,
capaci di forza
su impetuose criniere.
Un tempo celate,
voi ispide rocce ora
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| E guardo Te,
lucente di lume proprio,
Tu, riflesso di fuoco potente,
che sopra a superfici oscure
luminoso cadi...
Guardo in te difesa,
coraggio in impetuoso mare,
abbraccio in solitarie discese
incontro al mondo.
Il mio sguardo nel Tuo si
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| Un dì udii ma non vidi,
il mio scorgere non era,
poiché in mio possesso
non v’erano occhi.
Occhi si, di apparente miranza,
ma non si
da scorgere in me
verità d’altura celeste.
Tu imbrattasti tue dita
con palpebre
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| Verso dove il diretto della vita?
Verso quali mari, quali monti?
Che il suo dolce interloquir
l’essere di noi pervada.
Non i padroni siamo del tempo,
non i signori,
ma seguaci ignari,
ignari che l’attendere impotente
a noi impone.
Dove
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Al di là dell’orizzonte guardo,
vedo infinite coltri
di ondulate nebbie,
dopo le quali, il silenzio.
Fugge l’anima,
crocicchi intensi popolano strade
di mal celato dissenso,
di mal celate lotte.
Qui il buio,
imprigionato fra catene di
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| Illumina, Luce Santa,
questi occhi di spente speranze,
dona amor tuo candido,
in miseri cuori.
Donna immacolata,
fra tutte le donne tu, beata,
dall’origine casta,
spiega a noi amor discreto.
Mamma,
sorella anche nostra ti volli
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| Immensi luoghi lontani
attendono superbe
le mie membra,
mai paghe di onesto amore eterno.
Improbe calure estive
arieggiano felici fra meandri
di fantastiche visioni,
cullando istinti
di primordiali anfratti.
Ma tu qui,
a rilassar istinti
e
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Di grazia vostra
vi foste rivestite,
che noi di nostra specie
manchiam solenni.
Deboli forse noi,
uomini duri,
non mancando di bruta forza,
ma voi forti, di ordinata mente.
Alquanto differenti
da sesso divisi, eppur tal quali,
non disdegnamo
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| Labirinti si inseguono l'un l'altro
in un crescendo di infantili ricordi,
dove l'aliante della mia mente
alcun ostacolo conosce.
E va,
e il vento spinge oltre,
oltre il ricordo,
oltre i confini di un sicuro abbraccio,
che difficile fu il
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Invia un messaggio privato a Nicolò Tevere.
| Tu per me desti vita,
incurante d'amor tuo proprio,
che di missione unica il tuo pensier
era di proclamar mio perdono.
Tu, Agnello straziato da cotanta
barbara illusione,
volesti portar a compimento su legno incrociato,
la mia umana coltre di
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| Il mio tutto è qui,
ciottolando tra sassi e azzurri pensieri,
io solo,
in un presente di trascorse maree.
Languidi ricordi la mia mente
tengon viva,
che il momento a me contrario
su d'essi cade dolce.
E guardo avanti,
orizzontali
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| Sublime è il servir
mio Signore,
di Sua veste
è il mio coprir,
nudo io,
se non è il seguir
strada maestra.
Il cuor s'innalza
seguendo i Suoi precetti,
la mente esulta
confermando
la Sua lode.
T'amo mio Dio,
le
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| Variopinto l'aquilone,
dall'alto scrutar mi fa
terre d'uomo.
Leggero sì, è l'aquilone,
che aleggiar mi fa con lui,
libero, tra correnti e voli incerti,
ma finalmente io.
Forse che, sopra l'aquilone,
il mio corpo non rimembra
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| Noi due su l'ali d'aquila,
a sorvolar pendii
e dolci campagne,
a trascinar con noi ricordi
di un futuro svelato,
dall'alto insieme noi,
aggrappati a dolci valor
di piume celesti.
Noi due qui,
delle quali anime
a scambiar
ci
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| Sospettai mai di te,
di tua calda amicizia
dentro regole confuse.
Di tutto abbisognar mi venne,
di parole, gesta e profusion d'amore...
in te lo scovai, in te trovai rifugio,
fra braccia consolanti
di affabili eloquenze.
Si nascose la mia
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Un pensiero m'assale,
mi edifica al tormento,
di gioia mi riempie,
fino a suscitar rimpianto.
In un dì d'eterno
attendevi mia risposta,
tu, paziente e comprensivo
m'inondasti di letizia.
Alito eterno d'acerba rugiada,
malgrado
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Abbagli notturni
riflessi su lucidi asfalti
si rincorron fugaci
tra latte di metallo colorato,
su vie incrociate
vagano, là,
dove il vento
disperde.
Su questo viscido grigio,
conto passi,
che s'affrettan inseguirsi
insieme ai miei
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| Assalito sì,
da dubbi di affannati segreti,
m'avvio
a proseguir crescendo,
per vie di questa vita
talvolta affranta
per interior dilemmi,
ma preziosa e mia.
Non disdegni vita,
di presentar tue discordie,
ma compito mio
è il
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85 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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