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Maurizio Melandri
Le 422 poesie di Maurizio Melandri
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| Mi hanno sempre affascinato
quelle tue ali nere
Da bambino
mi ci appendevo spesso
per farmi trasportare
nella tua selva tetra
e da lì osservare
il mondo
ai piedi della sua follia
Ora conservo un vago ricordo
ma lancinante
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| Sguardo ardito
seducente malia
che mi conduce
amandoti
negli acquitrinosi meandri dei sensi
Torbide stanze della mente
illuminate dalla mezza ombra
luoghi insoluti e pagani
dove giacciono impudicamente proni
corpi nudi
preda di
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| Mordo l'aria
nell'illusione d'afferrare
qualcosa d'impercettibile
Così m'annego in te
come un sasso
immobile, ruvido di suo
in bilico su rupe eterea
isolato e cupo
intriso nel profondo
dal tuo caldo sole
Il mio pietroso
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| Non m'accarezza più
il vento e la notte
la notte
s'é smarrita nell'alveo
tra mille pensieri
ombre oscure
di litanie lontane
a volte
chiaroscuri di ghiaccio
che sciolgono lacrime
altre
E in mezzo
a questo turbinio
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| Ho smesso di cercarti
infine s'é placata l'invadente smania
nel crepuscolare, lento
sanguinare dell'assenza
Chiuse
le notturne celle dell'Anima
al buio
solo il cuore nevica
di nostalgica solitudine
e il corpo cerca
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La libertà è negli occhi
negli occhi di chi guarda
le stelle senza paura
Di chi ama perdersi
in quel vuoto galattico
immenso e di per sé divino
specchio dell'Anima
E di quel vuoto
così inaccessibile ai
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Danza sui rami
un'alba senza colori
nell'immanente succedere
del giorno
Notturne sagome
fuggite dai sogni
indugiano ancora
nell'anti spazio
laddove realizzo
che ogni sorgente
é dentro
dentro e in nessuna parte
altrove
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| Avide mani
sul tuo corpo di raso
scivolano
Prendimi
- mi sussurrasti -
Usami
senza veli e orpelli
in modo improprio
Sgomentami
non risparmiarmi nulla
semplicemente assaggiami
intimamente affondami
Con l'indecenza
d'una
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| Donna carnale e solitaria
anima profonda e sorgiva
come ferita di roccia antica
dove ripara l'eco
dei desertici venti
sibili dissennati
d'ogni ancestrale amplesso
della Terra
Battezzasti il mio cuore
all'insegna del tuo canto
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Forse dovrei imparare a vivere
senza compatimenti o rimpianti
perché la gioia
nell'improvviso abbandono
mi regali tristezza
altrettanto pura
Come anche ai vecchi
spietatamente inariditi e stanchi
rimane pur sempre acceso
nella
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| Ho suonato il tuo corpo
tutta la notte
come un’arpa celtica
emanava sospiri e languori
sinuosi attraversavano l’aria
onde temerarie
e senza ormeggio.
Ebbra
nel dormiveglia
forse cosciente
forse no
volutamente assente
inesperta e
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| Rosa muta
femmina sospirata
di mille rivoli
hai sparso il mio sagrato
Complessa e misteriosa
simile a bosco oscuro
dove ogni selva promette
dolcezza infinita e smarrimento
Mistero dei misteri
sogno imperfetto
s'accende tua luce
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| Muta é la parola
imbastito il respiro
come eco risuona la speranza
nell'incalzante sciamare del dolore
Il Vuoto cresce e s'espande
come un vaso d'ambra
gonfio di stelle
come guardiano notturno
sulla soglia dell'abbandono
un
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| Passeggiano ridendo
sull'orlo del precipizio
gli Amanti
facendosi beffe di vertigine e vuoto
complici in un deserto
dove la luce del giorno è proibita
e l'alba rispecchia miraggi
dove s'immergono
schizzandosi l'acqua in faccia
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Sebbene muta
a me sì cara e assente
dedicai ogni goccia del mio inchiostro
a disegnar tue trasparenze
In questi giorni
di tumultuosa vita
conducimi dunque all'incoscienza
con quel tuo sguardo
misterioso e denso
Guardami in
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| Di rinascita
si nutre ogni vita
a questo mondo
Scorrono devastanti inverni
gelidi fino alle ossa
ma nelle intirizzite zolle
già si rinnova
l'invisibile legge della Primavera
Invecchia e decade
il corpo stanco
negli occhi
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Invia un messaggio privato a Maurizio Melandri.
| Giace
in fondo a oscuro mar
l'oblio
accarezzato dalle sue
maestose correnti
Riflesso qui é l'inganno
Malinconia
dolce Angelo dalle ali nere
dischiudi su di me
il tuo volo guaritore
graffiami coi tuoi artigli
intinti di
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In silenzio scende
la goccia dell'assenza
scivola sul cuore
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| So d'essere stato
cibo per l'universo
droga per il cervello
ma ho vissuto solo per un giorno
un mese, un'eternità ...
Ora
sono l'eco di quel ricordo
la brezza che si fonde
l'aria parallela
fragranza partorita da
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| Mi donasti vita breve
femmina mia, nuda
carnefice di libertà
Tu
senza più scampo
come ago sottile
in vena
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| S'estingue nella delusione
l'ultima scia d' Amore
l'esile brandello di cuore
che arranca senza fiato
riverso sul sentiero
scavato dalla rabbia
E' un destino feroce
che m'ha lasciato qui
ad un passo dal mare
ad un tender di
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| Dimenticate vite
in macchine chiuse
dislessico baratro
di società allo sbando
Padri di pezza
madri di ghiaccio
ognuno sopporta greve
la propria croce in spalla
arrampicando sul Gòlgota
della coscienza offesa
Lontana,
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| Mi piace
quando smorzi su di me
i tuoi piaceri
ch'io trattengo intensi
fino in fondo
penetrato dal tuo sguardo di lama
m'abbevero alla fessura palpitante
del tuo sacro Fiore
Scivola in bocca
densa schiuma
la deglutisco sorso a
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| Farti godere
come mai prima
t'era successo
e poi dormirti accanto
in silenzio
acquietarmi
nel tuo benessere interiore
dolcezza assoluta
deliquio senza più spazio
né tempo
Abbandonarsi
all'incertezza del presente
e
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C'é dell'insano e marcio
in ognuno di noi
ma perché renderlo pubblico
se non si ha talento alcuno
per il comune bene
Siamo stati vilipesi
offesi
maltrattati e derubati
eppure facce di bronzo
sempre uguali
si presentano a
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Nelle segrete cose
all'interno, laggiù
ove buio trafigge
riverbero d'ogni luce
giacciono dimenticate ombre
di sepolture vive
passi appesantiti dal silenzio
Laggiù
scivola l'asse verticale
del rimpianto
e stringo forte
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| Sotto la pioggia più fitta
l'immenso scrosciare notturno
della tempesta tropicale
Non cesserò d'amarti
Sotto il sole cocente
il bianco sole
del deserto infinito
Mai cesserò di sognarti
Posso immergermi
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| Distesa di velluto
tua nudità sinuosa
m'offri all'alba
caldo scirocco che t'inonda
Morbide labbra
ardenti scivolano al ventre mio
scaldando più del sole estivo
torturi di piacere
l'eretta mia brama
or più che
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Che resterà di me ...
anche questa tempesta
albeggia negli ultimi lampi
del temporale
lasciando risacca di vento
alle spalle
nella mente
germogli e bisbigli confusi
Ho contratto alla nascita
il virus incurabile
del sognatore
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| Oramai
sei lontana per sempre
come quell'orizzonte sfumato
dietro cui non sai mai
se si nasconde il chiarore del giorno
o le tenebre della notte
Fossi un poeta
getterei sulla carta
il mio dolore
Fossi un marinaio
salperei con la mia
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422 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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