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Lena Orfeo
Le 295 poesie di Lena Orfeo
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Ah le lucciole...
Sembran giovani pulzelle
alle prese con la notte.
Vispe e giocose
ad allietar le ore,
tra rami neri
ed un alone candido
mitragliato nella pece.
All'apparenza,
parvenza d'occhi.
L'Anima ha il suo vagare...
Tra
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Morir mille volte
non servirebbe...
Vorrei far nuda la terra
e con queste mie stesse mani
scuoiarmi
di uno strato dopo l'altro,
fino a scomparire.
Futile statua
dei giorni andati,
credesti
di tramutare in oro i sorrisi.
Ma li
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Tremo
poiche' somigli
sempre di piu' ad una bambola,
oh donna irrequieta...
La freddezza del tuo cuore
e' pari a quella delle labbra.
Non piu' petali di rosa
ove riporre calore,
ma trincee di solitudine da ostentare,
nel recupero di un
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Vita,
che percuoti il petto
come a scuotere i peccati
in un mea culpa incalzante,
mescolata a sogni villani
che alterano le coscienze
tanto da renderle magre,
incanala,
nell'arduo cammino,
una serpe in agguato,
vestita soavemente
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Se fossi lacrima,
lacrima
dei miei stessi occhi,
dei miei stessi giorni,
allora sarei Oceano intrappolato.
Un occhio arido,
un nodo in gola
avvinghiato all'unica ragione
di esistere:
un antico dolore...
Ma se fossi lacrima,
sperduta in
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Ogni giorno,
ogni istante
rattoppo il dolore
per non morire dentro.
Lui scuote le viscere
e rende le membra,
seppur livide,
pronte allo smaltimento
di questa vita.
Io cammino sola,
in un mondo che gode
nel vedersi finto,
nudo e
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Una biro di un blu notte
o nera come un mantello in fuga
scarabocchia il foglio,
mentre un sole goliardico,
disegnato tra i tetti rossi delle case,
imprime il giorno.
Sotto la chioma di un albero in fiore,
compare un omino pieno di dita
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Con un pennello intriso di rabbia
e una vernice corazzata
traccio il confine.
Mai piu' calpestata...!
Forse qualcuno mi credeva santa...
E invece son soltanto
un'esistenza in cammino,
un accumulo di strati d'incertezze
e dolci
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Ci sforziamo
di apparire migliori
e, quasi mai, ci accorgiamo
di esserlo davvero.
Non basta pettinarla di continuo
questa vita...
Forse,
proprio nel momento in cui
dimentichiamo di respirare,
il vento comincia a spingersi oltre.
La
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All'imbrunire,
quando molecole di profumi inebriano,
quando zolle di terra rimossa sparpagliano
e l'odore umido sul mondo si fa acerbo
e il respiro piu' corto,
mentre il giorno si accorcia
e il silenzio si rimbocca le maniche...
Tu
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E cadono le lacrime,
a fiocchi.
Un labirinto nella mente...
Vuote son le bisacce all'unisono
mentre a valle la valanga s'infrange.
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E se mi lasciassi cadere,
come foglia d'autunno,
come pera matura
incontro al suolo...
Se lasciassi fare agli altri il mio tempo,
inabissandomi in un sonno
che trascina lontano,
leggero come una carezza
insinuata tra i rami,
profondo come un
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Quale volto bambino
irrorato da nebulose stanche
non si orienta nella notte
per ritrovare mammelle dense
e involucri di primavere.
Il tocco di una madre
fa fiorire i sogni
abbattendo venti impetuosi
che scoraggiano le lune storte.
Ed ogni
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Avvolta
nella lama sottile del tempo
conduco i passi
nella trama di un gesto,
dissetando i sogni
nell'ignoto del tuo sorriso
che sparge.
Gli occhi
necessitano della tua presenza,
dell'alito covato in un battito di sale,
del tuo implorarmi
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Stamattina
ho parlato con una barbona,
ho parlato con quella sagoma bruna,
col suo addome rigonfio di scarti,
la faccia di polvere
e piedi sudici fintroppo riscaldati
da una lana impropria e maleodorante.
Ho conversato
con gli ematomi che aveva
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Oggi, riesco a vedermi...
Una consapevolezza nuova,
impartitami dal tempo
che non ha tempo,
nè per me,
nè per chi come me
ha una falce sopra la testa,
che miete inesorabilmente il grano
e lo sparge sul mondo
per sfamare il buco
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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San Valentino 2010 Autori Vari
Poesie d'amore per San Valentino
Pagine: 110 - Anno: 2010
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Invia un messaggio privato a Lena Orfeo.
Io non ho la certezza
di aver fatto sempre la cosa giusta,
anzi ne sono convinta.
Schiava
di una paura che non molla
ho tergiversato con la vita
sbriciolandola come una mollica stanca.
Ed ora
vorrei ingoiare le parole inutili,
quelle dette
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Muore la goccia
sola nel suo labirinto,
madre di lustri
e sogni acerbi,
in un rivolo d'incertezzza
e tempo ignoto al canto.
Muore
sottomessa alla luna,
al filo ignoto dell'Amore,
nella matassa di un tempo infame
che sparpaglia semi
e
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Cosa è stato dei giorni andati,
delle risate ingenue a squarciare la noia,
di un tempo assurdo a sanare ginocchia
leccate da un alito di vento che non aveva fretta.
Cosa di quelle meningi allegre
e bocche avide di baci e sogni
che
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Oh fiamma
che ardi nel silenzio,
audace come una spada incerta
talvolta fioca
come i passi leggeri
di una danza sopita...
Accogli le mie smanie,
come braccia di un amante
rubicondo di passione.
Avvolgimi
nel crepitio di una notte
che
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Figlio mio...
Son notti che non dormo
e che veglio il tuo respiro.
Lo accarezzo piano
quasi fosse
un intarsio di cotone
nella coltre di stelle
cercando di non far male
al tempo frenetico
che cela il tuo domani.
Veglio sulle carezze,
sul volto
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Prendere
il volo di un aquilone tra le mani
e accorgersi
di non appartenere alla quiete,
ne' al paesaggio circostante.
Ne' all'aquilone stesso
che ha in mente un altro viaggio,
un itinerario sconsiderato,
un altro proprietario...
Ho
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Portami
Amor mio
in un angolo dimesso,
in un ago di pino
o in qualsiasi altro posto
abbia il cielo fra le dune.
Accertati
ch' io sia ancora viva,
e non svuotata nella bisaccia
come i morti senza riparo.
Non trovo,
tra i rami
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Bisbiglia la quercia
gravida della sua ombra
nel cullare la cicala scaltra,
mentre un finestrino sordo
viaggia
con in gola una montagna.
Forse,
non tutto è andato perso
di quell'oro sottomesso.
Forse,
in passato
i risvegli sapevano di
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E cammino da sola
ciondolando i capelli al vento,
fili irrequieti ornati di sole.
Lacci di scarpe bagnati
ed orme di silenzio
pronte ad accogliere
il niente...
E a farselo bastare perche' il niente
ha un suo gusto fitto come
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La polvere
e' soltanto un filtro
nel riverbero della lanterna
ove pensieri
accorpati come montagne
si snodano
diissolti in nugoli di saggezza.
I sensi accendono la mia solitudine,
sacche di melassa avvolgono il riposo...
il mio meditare
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Mare rattrappito,
Oceano essiccato
eran gli occhi tuoi.
Orlati da un tacito silenzio
che sbeffeggiava la morte,
quella dell'Anima...
La tua Anima...
Sola,
in quel vivere oscuro,
sottomessa all'imprudenza,
all'egoismo del destino
che
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Ti voglio raccontare di un Dio che supera il suo mare
di un Dio assordante, irrequieto forse,
ma lineare...
Di un Cristo furioso nella sua indulgenza
ma così umano...
Così divino...
Un nobile condottiero, un rivoluzionario,
mite
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Io ti porto dentro
come l'autunno il vento,
come nube gravida,
come tormento.
Ci son sempre stata...
Mentre tu nascevi,
benche' lontana nel corpo
io asciugavo il pianto.
Asciugavo il primo vagito
perche' non temesse il freddo.
Il mio
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I rumori
sembrano provenire dal retro
discostanti dal nitido eco,
un flusso opaco di corde che vibrano
rauche e disarcionate
come cocci da raggruppare.
L'aria sa' di fresco lino,
d'ombra di resina e di pino,
di resistenza alla fatica,
di
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295 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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