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Lena Orfeo
Le 295 poesie di Lena Orfeo
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Io ballo scalza,
sulle punte d'una vita
che rincorre i suoi presagi,
assorta tra le note di un valzer
che conduce lontano,
incontro a un nugolo di cielo
che raggruma frammenti
accorpandoli come nubi molli
per riaprire il manto
e lasciarlo
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Amore
non te l'ho mai detto,
ma era la solitudine,
quel vuoto imperturbabile di mare
che, nel colmarmi senza saperlo,
mi conduceva a te.
Ognuno ha il suo piccolo inferno...
Ed io avevo il mio
pronto ad incendiarmi...
a lacerarmi ...
Quale
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Mi chiedo a cosa serva la vita
se nulla ti tocca
e se così attenta all'etichetta
trascorri i giorni sospesi
a contar lamenti.
Non ti bussa la notte
per riempirti di sogni,
nè t'accartocci con essa
per consegnare al mondo
la
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Chissà se è solo un segno...
Di certo non possiamo saperlo...
La vita ha il suo mistero,
più fantasia di noi, citava qualcuno!
Ma oggi mi butto...
Oso la sorte in un incontro...
Se lo colgo forse è quello
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Dov'è il posto mio?
Forse tra la polvere di uno stivale,
forse tra le nebbie del silenzio
che tremano davanti l'aria beata
di chi digrigna i denti senza confine...
Tra le mie smorfie
il riso s'incanala a stento,
mozzato dalle parole
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Raccogliersi oggi è ritrovarsi domani...
Ma se non credi nei respiri che fai,
nell'aria che ti entra,
sei fottuto a priori!
C'è un prisma nello sguardo,
e non solo...
Un baleno, un nastro di fuoco,
un cielo ancorato al tuo
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Era una fredda, gelida notte di Natale...
C'era ancora il tuo parlare che mi chiamava,
mentre inciampavo tra i profumi della casa
e i nostri fili di parole scoscese.
Non stavo nella pelle!
Mi chiamava il sonno e mi adiravo con
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Amore mio
tra zolle e briciole di fiume
finisce il giorno,
mentre cauta e silente
m'infilo tra la pioggia
discendendo con essa
sul palmo del tuo legno.
La notte,
giunge in punta di piedi,
ed è acqua che scorre
ad attendere
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Tutto è sottile e lontano,
come se il nastro fosse stato inghiottito,
come un figlio adulto da tempo partorito.
E pur basta un soffio,
un esile ricordo, un frammento di riso
per dipingere un tuo rintocco.
Un grammo di colata sul
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E adesso ridi con me,
fallo di gusto,
danza pure sui miei passi
come sugli albori di un giorno
che s'attarda e si distende sul tempo.
Danza con quel poco che sei...
Trattieni quello che di me non sai,
quello che temi possa andar perduto.
E
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Se ti dicessi
che il tempo è stato breve,
ma così intenso da non riuscire a trattenerlo
e che ogni tocco ha scandito la mia vita
come un battito assiduo e penetrante,
quasi un martello borioso
a picco sulle ginocchia della mia stessa
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Ondeggiano
come richiamo dell'aria,
nel lento battito del tempo,
trascinatori di odori e sentori
e ti conducono allegro
tra querce imburrate di neve
e agili imprese di balere
nel luogo impetuoso del mio cielo.
Sono i ricordi d'un fuoco
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Son gli eterni bambini
conficcati dalla sorte in un corpo qualunque,
gettati nel tempo senza un disegno, né un destino.
Sono i figli di un dio minore,
quelli che nessuno vuole, quelli che fanno
ma che fanno male,
quelli che sanno di non
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Faceva caldo
mentre appoggiavo
il filo spinato tra le tue mani.
Il mio pianto
era un velo coperto.
Tu eri bianco come la neve,
candido
come un giorno qualunque
lontano da questo mondo.
Lasciasti l'ombra del tuo amore
dentro
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Se potessi
metterei fine all'angoscia
e troverei il coraggio
di portare agli occhi ogni mossa,
ogni parvenza
per scrutarla nell'intimo
e scorgervi un'ombra di verità.
Ora che ogni gesto si fa miele
rendendo il sorriso un alone
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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San Valentino 2010 Autori Vari
Poesie d'amore per San Valentino
Pagine: 110 - Anno: 2010
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Invia un messaggio privato a Lena Orfeo.
I miei cassetti son pieni di tutto
e strabordano nella penombra.
Così colmi,
così intimi da appartenermi
non solo nel bagaglio,
ma nell'entroterra.
Son le stanze
che navigo nel silenzio
alla ricerca di un confine
che ancora non
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Quando mi guardi,
mentre t'infili nell'anima
anche solo per un istante,
quando immobile e fragile
scruto l'ombra dei passi tuoi
per esser certa
che mi raggiungerai,
io non ho più terra.
Vago come un angelo smarrito
alla ricerca del
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Scale declivie
ingoiate da ombre cinesi
e fumi di sugo fuoriusciti dalle case.
Sono i vicoli fioriti per noi inviolabili
memori d' un mondo ancora in voga
apparecchiato di consueto
da ceramiche e carni rosolate, silenzi,
fiaschi di vino rosso e
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Qualcuno, forse più di uno,
ha avuto cura d'insegnarmi la paura
e lo ha fatto così bene
da incatenarmi come un cane.
Ho capito appena in tempo
che non so vivere un ergastolo
che uccidere i sogni,
sdradicare la mia sana follia
era
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Vorrei
difenderti da questo mondo,
vorrei farlo oltre le mie forze,
oltre i miei giorni,
perché i tuoi occhi
così puliti, così indifesi,
non conoscono malvagità.
Vorrei dirti
che ogni sacrificio è gioia per
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Quando non mi raggiungi,
quando ho sete di te
ma non sei nella pelle,
quando l'arco della tua voce
si fa rigido e crudele
io sminuisco il pensiero,
ricalco una statuina immobile,
sottometto il respiro.
Ho sete di tutto
e con labbra arse
pendo
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Oggi son viva,
allorché la paura s'è estinta,
perché nulla mi possiede,
nulla mi detiene.
Son libera e furibonda,
ma pur vera nei tessuti,
reale nella pelle,
nell'umido delle parole,
nel tempo che si dilegua e spegne.
Ho
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Son ferma lì che guardo
il tuo fuoco giovane,
tu divori tutto d'un fiato,
compreso il mio tempo.
Hai smanie di vetro
difficili da colmare,
bottiglie di sogni ancora intatti,
fragili e dirompenti.
Sei un piccolo tiranno
che saccheggia
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Certo che mi potrei bastare...
Il mio è già un respiro sicuro,
un'àncora di salvezza,
un porto ove ritrattare la fuga.
Ma se non fossi certa
d'infilarmi tra i ricordi
come filo di sole al quale aneli,
orchidea
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Le mie otri
son piene di limo
ed io fuggiasca,
nel tenero germoglio del giorno,
m'accovaccio come pennuto.
Son tremula e folle
mentre l'arco d'un sorriso travolge i ricordi.
C'è un vento dolce,
folate d'allegria
che risuonano
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Come posso raggiungerti
io che non ho parole
che non riesco a trovarle.
Come spiegarti
che il vento non s'è arreso
semmai allineato.
Che ci son tempi senza bocca
che non vanno parlati
ma lasciati andare.
Come raccontarti
che il
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Noi che incontravamo
le ire dei padri
e come pesci baldanzosi,
bagnati della stessa terra,
sguazzavamo
in un filo della loro nebbia.
Noi, che curavamo i guai
con una stilla di saliva,
benché la vita
c'inciampasse contro
mordendoci i
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Ovunque poserai gli occhi,
agnelli smarriti senza gregge,
a racimolar l'amore antico
che, ancor oggi,
si rinnega tra i ricordi.
Ovunque l'illusione,
pagliericcio di luci vane,
renderà immortale te
ma non l'anima tua
in un letto di
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295 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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