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Massimo Franceschini
Le 223 poesie di Massimo Franceschini
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Nel lieve dondolar di verdi fronde
mi trovo ad esser refolo di brezza
reduce da una gara con due onde
e pronto per offrir fresca carezza.
Via in alto a sfilacciar le nuvolette
poi giù a sbaciucchiar le margherite
e spettinare donne e
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Caleidoscopio mistico
reticolato artistico
di sospese tele.
Dal torrente
che scorre, magia
Ed io qui per lavare via
gli affanni degli anni
pervasi d'inganni.
Specchi bugiardi
e poi il niente,
so che il torrente
non mente.
Mi sporgo,
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Sopporto questo scempio
a malapena
ma il resto è già sconfitta.
E silenziosa la vergogna
come rena
s'adagia sulla vita derelitta.
Domani mi ribello urlo silente
poi mi scordo
e già galleggio nell'acquario.
Cieco
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Destarsi fanciullo nel tempo che fu.
Domenica è festa ho le ali sul cuore.
Care le voci per la casa salgon piano
a braccetto del gentile aroma di caffè.
Come spruzzata di zucchero a velo
sa di buono l'atmosfera del risveglio.
Tutto
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Spremute di cuore
su carta biancastra
tu cosa ci vedi?
Il mio mal di testa
martella e scolpisce.
Seduto sul greto
cadaveri zero
e l'acqua è poltiglia.
Un bimbo mi scruta, si fida,
mi porge un giochino,
lo merita lui quel sorriso,
il
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Giù le foglie a mucchi
e ribelli alcune su,
al vento appese stanno,
come pensieri erranti
d'anime appena sveglie
eppur sopite.
Minuti e piedi avanzano,
di corsa i primi,
adagio adagio gli altri.
Indietro e avanti
alberi scorrono,
o
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Punti di domanda appesi decantando
a un filo illogico.
Esseri e malesseri nudi dentro a un mare
mosso o catatonico.
Schiavi di re tempo, involucri invecchiati
d'anime sbiadite.
Come bestie brade il giorno ci sbraniamo
e al buio suturiamo le
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Meglio buttar in aria le parole
e farle ricadere sopra il foglio.
Lacrime e cuor di ghiaccio
e lei occhi tristi e soli.
Capiva già la fine del viaggio
sapeva tutto e tutto era un macigno
su me, sul tempo che sbiadisce il senso
sul
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Coglila quella rosa
e non pensare
la spina non farà
poi così male
come i giorni a venire
senza rose e senza spine
senza un asso da giocare
nella manica ormai vuota
e uno di quei giorni
quel bocciolo
sarà solo uno scomodo
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Come varcai la linea non rammento,
fissavo l'orizzonte e tra i pensieri
smarrito il senso del discernimento
non seppi se vivevo l'oggi o l'ieri.
Sospeso su una strada fatta d'aria,
davanti e intorno un mare di colori
parte oramai di una
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Con ali soltanto abbozzate provare a volare,
ad ogni caduta sfidando il dolore
tornare a provare.
E fare la tara dovuta al volgar cicaleccio,
la cui dirompenza ha il furore
del più dirompente libeccio.
E per ogni mano un sorriso da metter
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Non v'è in ogne lingua
vocabolo adatto,
la mente ci prova
di gatto o cerbiatto?
Lo sguardo di Ninfa
non ha paragone
dipinge l'azzurro
ovunque si pone.
E l'uomo si strega,
ne resta rapito
per tutte le lune
di un tempo
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Bevo, lecco, suggo
dalle labbra tue carnose
e la voluttuosa lingua
già s'insinua ad esplorare.
Tanta è la sete e scopro
dei turgidi capezzoli
la fonte e bevo, lecco, suggo
e il tuo fremere mi accende.
Una fiamma che divampa
e
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Spargo domande che il vento
trasporti alla luna
ma non v'è risposta.
Mi frugo in tasca, chissà
starà lì la fortuna?
no, s'è nascosta.
Salgo sul bianco vagone
del treno più nero
ma non c'è
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Gettan le reti invano
e il torbido turbinio
dagli iracondi flutti
vuote le fa tornar
o peggio lorde
di sogni putrefatti
senza speme.
Chi già s'arrese sta
su spoglie sponde
bramando il fallimento
degli indefessi eroi.
Doman per loro
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E da Luce corpo
umiliato e straziato
per la nostra salvezza.
Tra le braccia di una mamma
divinamente terrena
consapevole e disperata.
Un figlio sacrificato
per miliardi di altri figli
sordi a quel messaggio d'amore.
Ma la pietra non
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Massimo Franceschini.
Lo vedi, già lui sfreccia eternamente,
leggero e silenzioso se n'è andato,
non dal nostro cuore o dalla mente
per sempre fieri del suo dito alzato.
Alzato ad indicare a tutto il mondo
che colui che li lasciava tutti dietro
era un
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Un' intensa e breve tregua
oso chiedere al convivio,
mentre il giorno si dilegua
sono fermo e lì c'è un bivio.
Che si tacciano all'istante
le parole, i sensi, gli echi
trovo uggiosa ed umiliante
questa fiera degli
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E' un passaparola offerto al vento
un atavico tam tam della natura.
Sorelle nubi già in raccoglimento
pronte a placare la ferale arsura.
Impreca un senzatetto alla sfortuna
è uno sbocciar di variopinti ombrelli
corre sui tacchi una
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Son dentro al sogno
copia del vero, forse
ingannevole, forse
sincero.
Son ramoscello
d'ulivo spezzato,
senza più pace
solo e adirato.
Forse una nave
che passa lontana,
forse il frusciare
di quella sottana.
Parlo nel sonno
o
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Principio a discendere.
E muto per rimaner coerente.
Il sole saluta l'ennesimo giorno,
rossastro ed amorfo.
Si alza una brezza salvifica
a ripulir coscienze impolverate
riassunto di tempi dannati
da bussole guaste guidati.
Sorrisi e gesti
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Scrissi di noi
in un controtempo metrico
porsi la guancia
al contraltare estetico.
E un turbinio
di istanti messi in fila
scandì l'esser non essere
di giorni senza rima.
Chiedere troppo
fu agilmente atipico
scivolar da un'estasi
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Ho smesso
di rincorrere le assenze
grevi come macigni insanguinati.
Fingere vita
tra le indifferenze
stanco senza color che sono andati.
E l'anima?
dice che aspetta
è lì in qualche strana dimensione.
Io mi consumo
come
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E mi affido a te
dolce pensiero
di lei lontana
eppur a me vicina.
L'Amore
inestricabile mistero
avvolge il tempo
come azzurra brina.
Se del silenzio
il filo ci collega
anime fragili
vive di dolore.
Amore dunque
la ragion rinnega
se
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Ho visto il bello dai miei puerili occhi
e indaffarati eroi a cullarmi il cuore,
re, dentro al mio mondo di balocchi,
incorniciato da tenerezze e amore.
Nel proseguir conobbi mutamenti
oltre ai diritti ce n'eran di doveri,
prime amicizie e nuovi
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Oltre la cortina di quel buio
in fondo agli occhi mille stelle,
mille lune le ho contate,
le ho gustate o maledette.
Ti rimiro cielo scuro
scruto le mappe celesti
poesie dipinte in volo
e una lacrima si perde.
Forma un mare disperato
e mi
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Fuori una pioggia
acida e rabbiosa
snobba e dileggia
il mio bensentire.
Indago prospettive
e accendo il sole
oggi decido io
tempo e colore.
Galleggio in un oblio
leggero e mite.
Non c'è realtà
a disperarmi il cuore.
Tutto
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Una bella panchina e voi lì
abbracciati sotto una veranda.
In un tempo nascosto al reale
e una vista di rara bellezza.
Io lo so che parlate di me
anzi noi disperati e terreni,
ve ne prego su siate clementi
qui è un inferno che
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Battiti lenti
aria nei polmoni.
Lenti anche i passi
nuvole e pensieri.
Cosa confido a te
custode antico
di desideri persi
e amori andati?
Dimmi qualcosa tu
sussulta e parla
chiedimi e io vedrò
che posso fare.
Grazie di
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Il buio scende o sale
fuori o dentro si dipana
in gomitoli di strade
semivuote o semipiene.
E' nei caldi e freddi letti
che s'invecchia nei pensieri
a inseguire un sonno improbo
pindarica occasione.
Impuro anche il silenzio
lo amavi e lo
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223 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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