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Massimo Franceschini
Le 223 poesie di Massimo Franceschini
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Quale poetica bugia costruirò
per uno sguardo triste come un rondò
Le solite risposte che si danno?
Andrà tutto bene, è solo un inganno,
sorrisi ed affanni dovrai soppesare,
ti spezzerà il fiato la voglia
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Eccoli accorrere in massa, curiosi.
Per terra vittime poco importanti,
parenti e amici sgomenti o furiosi
son prede facili, persino allettanti.
Come avvoltoi sopra una carogna
tosto si avventano pseudocronisti,
crean scoop artistici alla
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Molto al di là delle prosaiche cime
trai picchi delle odi in versi sciolti,
c'è un reame nomato"delle Rime",
dimenticato, o meglio inviso a molti.
Dei rimatori, ormai tristi e sparuti
discriminati da manie
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Io non voglio aver cose da fare
e pensieri da dover pensare.
Tu mi dici la strada da fare
ma di qui non mi voglio spostare.
A che serve un Dio da pregare?
Per che cosa dovrei ringraziare?
Se non so neanche più sopportare
le persone, le
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Solo se creo paradossi visivi
volo ben oltre la fitta cortina.
Brancola ora il mondo dei vivi
obnubilato da gocce di brina.
Tutto ovattato, non il disagio,
un cane vaga, cerca un riparo,
non è giornata per un randagio
contro il destino
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Schivo, raramente si fa rimirare,
ben protetto dagli amici arbusti,
ma se da lui riesci a farti amare,
assaggerai del bello tutti i gusti.
Profuma di purezza inebriante,
color d'amore i suoi petali d'oro,
aneli a non tenerlo mai
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Più volte ti colsi fior carnoso
in voluttuosi erotici pensieri,
sotto la veste tua io fui focoso,
persi a desiderarti giorni interi.
Ora di fronte a questo paradiso
sarà sogno o sono forse desto?
M'invita sorridendo il tuo bel
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Che strana figura,
un'ombra sul muro.
La stessa di ieri
sul muro di oggi.
Si perde il concetto
di tempo, di vita,
sospendo il giudizio
e aspetto un segnale.
Incombe la notte,
respiran le case
col loro passato
assente e presente.
Mi sento
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Manca l'albero addobbato a festa
sbrilluccicante di palline argento.
La stella di Natale perde foglie,
ha solo sete d'attenzione e d'acqua.
Non par la notte del divin bambino
in una stanza spoglia d'artifizi,
troppa famiglia là tra i veri
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Facci pagine vive
di un libro senza fine.
Ci legga chi sta male
negli occhi la speranza.
Sangue sarà l'inchiostro
di un rosso che sconvolge.
Si tramandi questo scritto,
sia del mondo ispirazione.
Prefazione di dolore
poi capitoli di
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Un affannarsi vano e senza meta
in palcoscenici col sipario aperto,
come scrittoio per un analfabeta,
per l'uom sarà cercar futuro certo.
La scienza che rimescola le carte
e ride in faccia al soprannaturale.
La chiesa e qui non si parla
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Son tonnellate sulle spalle,
solo vita.
Sgomento inanello momenti,
solo tempo.
Rido assecondando un bimbo,
pura inerzia.
Chiedo troppo a una fotografia,
crudo amore.
Lacrime stanche bagnan la notte
consapevoli e inutili lacrime.
Chiudo la mente
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Ronza il silenzio,
riassunto del giorno.
S'accendono i sensi.
Nei letti scaldati
si fa sesso o amore.
Il tempo rallenta
ma aumenta il dolore
dei cuori spaccati,
dei corpi feriti.
Il buio scompiglia
realtà e desideri,
sicuro e
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Vano sbrilluccichio, alberi, addobbi,
le barbe bianche dei babbi natale,
mestizia così grande mai conobbi,
peccato non fu mai tanto mortale.
Ballano lussi in faccia alla miseria
e dickensiani spettri dappertutto
la strumentalizzazione
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Occhi
poco avvezzi
a rimirar bellezza
indagano orizzonti opachi.
Sospesi
tra letame e cielo
vanno spelluzzicando amore.
E vivi
senza conoscer vita
consumano subitanei ardori.
Effimero,
ipotetico il domani.
Che il mio pensar s'arresti!
Lasci
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Devi darti un'occasione amico mio,
non ne hai più di vite da campare,
e fallo per te se non lo fai per Dio,
troppo facile prendere e scappare.
Devi darti per chi ti resta accanto
con la sua mano tesa per rialzarti.
Se ti va puoi farti pure
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Massimo Franceschini.
Parole gettate
stasera si chiude,
dal freddo mi piego
son fermo al tremore.
Conteggio sbagliato,
rifare e non torna.
Radice quadrata dei sogni,
frazioni di amori accennati.
Magari si fà alla rovescia.
Ricalcolo un tempo sfumato
scompongo
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Nell'aula del tempo che passa
si studia ogni giorno il da fare.
Pagando al destino una tassa
le classi si andranno a formare.
A lezione per ventiquattro ore
partecipando ininterrottamente,
ti coglierà impreparato l'amore
che tu sia stupido
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Sale fumo di freddo
su per grigiastre nubi.
Via vai di umane sagome
riempiono minuti.
Intermittente e torbido
oscilla il mio sapere,
acceso dal su e giù
di un ridondante seno.
Ammetto pura invidia
per chi lo toccherà,
poi torno a
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Briciole di sorrisi,
vilipese da suole
grevi di vita.
Paesaggi sgocciolanti
nera rugiada
a imbrattar destini.
E dentro spazi
da riempire di gesti
senza senso,
di sensi senza amore.
Tutto in moto
costante e sprezzante,
fulmineo trapasso
da
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Ricco di me stesso
fiuto il cielo.
Sopra, dentro, ovunque
mi completa.
In tasca due pensieri
andati a male.
Un pugno di ricordi
tra le dita.
Sorride la mia nuvola
e si siede
su un orizzonte prossimo
al domani.
Io ricco di me stesso
e di
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E' la lingua italiana che vi implora.
Da troppo tempo vengo torturata,
è pillola che oramai più non s'indora
il fiume di strafalcioni a fin giornata.
Passi per i dialetti e le inflessioni
patrimonio del nostro bel paese
ma che
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Una palla, la luna
all'incrocio dei venti
qual pallida sfera
si fa rimirare.
Una crepa, la terra
di sabbia e dolore
d'uman brulicare
su lacrime e sale.
Il tempo custode
dormiente e distratto
sbadiglia tramonti,
russando alle
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Una fatica immane,
magica architettura
su per orditi e trame
splendida tessitura.
Fili di foglia in foglia,
trappola ben ordita,
insetti di ogni taglia
lottano per la vita.
I mezzi per campare,
dono della natura
ma quanto lavorare
prima di una
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Ottobre spintona l'estate,
un'aria frizzante mi morde.
Son brevi oramai le giornate,
l'umore già stretto alle corde.
Stasera la lascerò entrare
per quanto insidiosa lei sia
qual satiro in un lupanare
mi unisco alla malinconia.
In
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Di tenebra il fuori s'ammanta,
sentore di pioggia e di vuoto.
Un gatto spavaldo si vanta
e miagola insulti all'ignoto.
Abbraccio l'amico cuscino,
compagno di tante nottate
mi culla e ritorno bambino,
che arrivino in sogno le fate.
Ma già
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Mi leggo,
di trama noiosa
intessuta la storia.
E dire che i giorni
trascorsero fitti
uno via l'altro
nella memoria.
S'attardano
colpi di scena,
attese su attese
di un tempo
allenato a scandire
più pause che vita.
Non
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Incendia il bellamore, io ne scrivo.
Si mutano gli armadi e le stagioni,
fischietta un merlo sul ramo d'ulivo,
si muove la città con i suoi suoni.
Un temporale mette in fuga il mondo,
piange un bambino, un altro si diverte
immagazzino storie
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Giocano con me
le note del mattino,
rimbalzan talune
sui sensi appannati,
residui reali
di sogni sognati.
La mente fatica
a convincer le membra
e cede poi lei
persuasa dal sonno.
Un merlo fischiante
si crede una sveglia
non trovo il
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Al confluir dei venti è la risposta
nel mulinar di voci antiche e nuove.
L'eterno andirivieni senza sosta
che ci fa prigionieri di un altrove.
Ansima faticando anche la storia
per inseguire tempi senza eroi
riavvolge il mulinello la
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223 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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