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Clara Gismondi
Le 736 poesie di Clara Gismondi
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| Nelle orme sulla sabbia
svaniscono i desideri.
Lascio al tempo
il compito
di dissolvere
ogni traccia.
Se mi volto indietro
non vedo più
la strada.
Ancora ride
di me
la rabbia del passato,
svanita
in una scia d'onda
che
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| Un giorno riderò
di ciò che non son stata.
La sostanza
di cui sono fatta
è un'idea:
forse mi posso liberare.
Correre o stare ferma,
sentirne la connessione.
Così
come ogni cosa
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| L'amore
è nel vuoto
di una nicchia
tenuta
a tabernacolo
per le orazioni.
Non appena
si prega la sua venuta
si ripercuote
senza tregua,
morde con fauci voraci,
sfregia.
Nel silenzio è assordante
uccide l'eco
insistente
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| Vite passate
come vecchie stelle
destinate a perdere luce,
volti irreali
intersecati ad altri
e l'acuto dolore
ripartito
così si nasconde.
Ma l'oggi
sarà ancora una volta
sconfitto
dall'immagine che ho di te.
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| Lunghi steli d'ombra,
diffusi
dalle pieghe della notte
avvolgono
le ultime luci.
Appagata
mi copro
del suo nero
non ostile,
partecipo
del suo silenzio
non riluttante,
mi stordisco.
Ignoro
quale identità astratta
si
leggi
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| Il piegarsi d'erba
al vento
affina
questa voglia
di essere foglia:
una scia,
tra i capelli,
il passaggio di un'onda
che non si ripercuote
e non torna.
Ne apprendo
la provvisorietà:
cadendo
riduco il margine
di distanza dalla
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| Binari.
Pochi.
Un treno stride.
Stenta alla partenza.
Lungo percorsi strampalati
strette feritoie
si moltiplicano
incidendo
sulle parallele della vita.
Dal finestrino
la realtà
pur muovendosi
non mi raccoglie:
i richiami
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| Dei giorni sparsi,
gli stessi,
a strofinarsi al sole
neppure l'ombra,
dileguati
da un vento difettoso
che ha spinto lontano
il tempo.
Anche tu diradi
lo spessore
e si fa meno la luce.
Delle notti
a risucchiar spasimi
ho svanito
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| Ritaglio pezzetti di verità
nel riquadro televisivo,
un falso d'autore
sempre più distante
dall'uomo,
quello vero.
Dove prendono respiro
i tasselli mancanti
se non lontano da qui?
Ciò che siamo
è tutto
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| Oggetti volanti
non ben identificati
vaghiamo
costretti
tra sogno e illusione
sospesi
in assenza di gravità.
Un buco nero
ne risucchierà i detriti
tra miliardi di anni.
Come
spazzatura
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| Nel tutto
e in ogni sua parte
c'é un luogo
dove risiede la quiete.
I discorsi dell'acqua
si armonizzano
con il fiume,
richiamano
la voce del silenzio,
suono atipico
nascosto
nelle cose non ascoltate
o dimenticate.
Non lontana
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| Appallottolata
a un filo
una trottola
fiacca
s'accascia.
Di un giro
la sua corsa,
breve
come il mio respiro
braccato.
Non mi muovo,
sopraffatta
dalla voracità del mondo.
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| Se di colore vuoi vivere
guarda le sfumature
dei grigi,
vedrai quanta varietà
esiste
nella semplicità
prima ancora
di confonderla
nel fasto della ridondanza.
Non di colore è la luce.
La realtà
é diversa
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| Prima
fertile idea
creatrice di sogni
apice d'un impeto
Poi
seme rivoltato
da bocche improbe
ammansito
crolla
sulla sabbia cocente,
si copre
e tace.
Non c'è libertà
senza giustizia.
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| Stormi
in formazione
-sapiente ordine –
tra eventi
in bilico.
Come ancorati
all'anima,
assorti,
lungo i moli
del porto
aspettano il mio volo,
trasparente.
L'avvicendarsi delle stagioni
veste gli ormeggi
contro corrente.
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| Decifro carte
nella polvere.
Confondo
pagine di vita
mischiando le parti,
destini incrociati.
Intanto
il tempo ingannatore
trascorre
a mia insaputa
lasciandomi
attrice di ieri
nell'oggi
ormai fuggito.
E ancora carte:
partita
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Tu che mi ascolti Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2010, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 240 - € 12 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686108
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Invia un messaggio privato a Clara Gismondi.
| Canterò
la fine della storia,
ascolterai
chiudendo gli occhi.
Porta cigolante
sospira al cielo.
Quale moneta di scambio
potrò usare?
La stazione aspetta
l'arrivo del treno.
Labbra
dal sorriso di cera,
ne stempero la
leggi
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| Incisione del cuore
scavato,
urlante.
Rigo scolpito
di note altisonanti
capovolge
l'apparente calma
e immutabilità
del tempo,
si allea
a orgasmi musicali
accendendo
luoghi dell'anima
ancora inesplorati.
Attonito
il giorno
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| Dove tutto è possibile
c'è uno spazio
che non si può colmare
e l'irraggiungibile limite
appare chimera
per la ragione.
Il nostro pensiero
compresso
vorrebbe deciderne la fine.
E lungo il perimetro irregolare
di una
leggi
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| L'improvvisazione
è arte del vivere,
talvolta
il suono
diventa armonioso.
L'erba di campo
è spontanea.
Ingranaggi
sollevati dal peso
di retaggi del passato
abortiscono
macchine scadute.
Liberi
rafforzano i
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| Non più modelli per abiti stretti
o figurine
incollate con lo sputo.
Sarà un mondo altro
a ristorarci.
Il paravento,
solo un camerino improvvisato.
In qualche luogo,
da qualche parte
nel tempo
si vedranno stelle,
ancora
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| Qualche volta
taccio a me stessa
e non rimbrotto.
Nessun blu
capovolge
l'anima;
essa si avvinghia alla notte
per ricusare sofferenza
ma la luna
profeta del tempo
ne risucchia il lamento
e si allunga
come un'ombra di luce
sul
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| La mente
per tradizione
mente.
E il cuore s'avvince
come rampicante
a specchi vuoti.
Riluttante
slitto
su pagine bianche
di vetro
con tetro contorno
e riduco
la libertà di opinione.
Agganciata
in un fermo immagine,
-non
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| Seni e coseni
d'un astro stranito
rutilante memoria
di algoritmi
all'ultimo stadio.
Stoppie tecnologiche,
arrotolate
come carta di sigaretta,
riducono lo spazio
del respiro
della Terra.
Altri pianeti
senza un centro
né punto di
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| Un bambino si scopre
nelle piccole cose,
gesti
o parole
parlano da soli
ne ricamano l'idea.
Nel gioco
ritaglia visioni
di storie
e sogni.
E l'incontro
è un racconto di sé
celato in un abbraccio
qualche volta schivo,
in
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| Attesa
è nel gorgoglio d'acqua
intermittente
d'un rivo imbavagliato
stillicidio d'arsura.
Rugiada
si spegne ansante,
al tocco
diventa strada
serigrafata.
Le linee rimaste
a indicare
direzioni opposte
si confondono
nell'attesa.
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| Fiore stropicciato
come carta,
origami tremolante
piegato dall'emozione.
Foglio bianco,
arte
di inventare la vita,
sagomata
con terra e fatica.
Erta sfacciata
spigolosa
rupestre,
si inerpica
verso cime ignote,
a volte arranca.
Muri
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| Mi rimprovero di sognare
donne
che disdegnano
sepoltura
del loro afrore,
strascico
di un cordone ombelicale
abbandonato in strada.
Esse mi parlano di lune
un tempo
affacciate al sole,
ora
vetri frammentati
nel caleidoscopio della
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|
| Rifletto il mare
per amarti.
Mi concedo ai tuoi occhi
che sanno posarsi
lievi
sull'onda del pensiero
senza sprofondare.
Gli sguardi,
dipinti d'acqua
grondano avidità:
lucidità dell'anima
nell'incontro si affina,
brevi o
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| Il mondo
porta scarpe strette.
Rincorsa estenuante
di un poeta esordiente.
Che fortuna possono avere
i suoi pensieri?
Esosi mangiatori di fuoco
s'apprestano
a riscuotere magri bottini.
Nessuno vuol vedere
il sole morente;
non c'è
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736 poesie trovate. In questa pagina dal n° 571 al n° 600.
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