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Clara Gismondi
Le 736 poesie di Clara Gismondi
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| Scorre compiuto
avanzando
sino ai limiti
pacato pellegrinare
d'acque
un riparo
oltre la torretta
tra gli scogli
- ci si vedeva lì
sottomessi
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| Rimbalzano vantando lune
i giorni
ornamenti scollati del pensiero errante.
Fragore di tuono...
è un grido
afferra
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| Il rintocco del pendolo
sul far della sera
tace:
rimbrotto altisonante
sulle ore
immobili
imperiture.
L'antico gioco di specchi
si profila:
"a cercar altrove
aggiustamenti
ritorno nell'angolo."
Il respiro
calmo
della
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Increspate
le strade affastellano incontri
difforme
evade il consueto;
vorrei
un futuro che parli di noi
di essere
o non essere...
piegati nel grembo
srotolando vanità
come riti
ad attraversar sentieri di neve.
Non
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| Io
uomo e donna
corrompo l'aria
a sospingere
ombrelli stupiti senza dimora
vado
vestita di terra:
ogni luogo ripiega gli anni
radicandosi
in sordina
vissi nel mondo tra gente loquace
abitato nel silenzio
del passato.
Punteggia
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| Passano in molti
diretti chissà dove
forse uccelli
nomadi
sostengono il mio cielo
abbreviato
con fiato corto
non si fermano
rincorrono strade incorporee
e lasciano
tersi gli occhi.
Imbavagliato
il giorno
perde
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| Il silenzio parlò
"Non ho posato lo sguardo
sulla frode
ma sulla calma
non ho atteso il giusto
ne faccio parte
quando anche il sudario parlerà di me
verrà un giorno
tra queste mura che mi
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| Lo sguardo
ha falsi specchi
ombra e luce non bastano
dov'io sono
e cosa sono
-mi perdo
a sentenziare
recriminare -
e le aperture del tempo
fisse dimore
-altro da qui-
ne ricevono rimbalzi
sottrazioni
A guardare nel nero
freme il
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| Non hanno braccia per accogliere
ma scheletri
d'un tempo che trascina:
alberi a schiera
dirigono passi
sarà una fredda sera
con bavero alzato
a morire
e ancora...
di noi
i giorni
luce settembrina
cangiante
al calar del
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| Libertà è una serratura
incalza il passo
preme sul legno sconnesso
carico d'anni e di passioni
riduce l'effimero
a rosa senza spine
scolorando
s'adagia;
della memoria è ruggine
preda
ambita
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| Nelle linee ti seguo
-- sorte aliena
a cancellarne le tracce --
nelle mani che aprono passaggi
trattengo mari
-- sono di madre offesa nel ventre
che accetta di morire
ogni giorno
un po'; --
e ti sento lungo il cammino
in
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| Breviari, nell'attimo in cui ti parlo
rotolano
precipitano
nel sottoscala;
s'estrania, irragionevole
affine alla mia provvisorietà
la goccia sui vetri:
non sta piovendo per me
ma ricade con rintocco greve
premendo
scavando il
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| Si protrae
rapita
da un fermo immagine
l'ora non si tramuta
affiora sulle tue labbra
la scia violacea
di ciò che è stato
vi abita il
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| In notturno
la luna s'appoggia sulla tela del ragno
catturata
ne chiarisce l'inganno
affinando solchi
carminio
ocra
ne ritrae il respiro.
Lattiginosa la ricerca
d'un rovescio
che lavi le depressioni
che mi lasci in superficie
adagiata
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| Liquida la forza
propaggine del tempo
immobile
si erge
e ridesta forme
affastellando mimiche scomposte;
correggo lo sguardo:
oltre la goccia, il mare
l'umido è lì
non si spezza
rimbalzo nel pensiero di te
cammina
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| un punto nella neve
non l'appesantisce
raccoglie i contorni
silenziosi
si pone nel vuoto
permeandolo.
La strada si snoda
affrescando le pareti del cielo
di paesaggi sonori
s'aprono le stagioni
in anticipo
mi giungerà il racconto
a
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Tu che mi ascolti Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2010, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 240 - € 12 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686108
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Invia un messaggio privato a Clara Gismondi.
Se l'assoluto precipita
in turbini ecco,
gli affanni s'arrendono
in sera
pur tuttavia ti cerco, crepuscolo
artificio del principio
tu, che mi lasci varcare la porta del fato
strappi veli alla luce.
Nondimeno quel che vive
è
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Dove la sorgente si trasforma
perdendo l'origine
abita il suono
dove la ragione è presa per mano
arresa, nel silenzio
ecco crearsi il tuono
rimano
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| Dove corrono le foglie
rimano voli con ritmo ineguale
in silenzio
concertano occhi a distesa
e l'aria infiora
dimentica del tronco ceduo
greve d'umido,
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Il serpeggiare del sentiero
ci ospitò fanciulli
come scoiattoli a schiera:
particelle nomadi
scivolano su ceppi da ardere
Dov'è il respiro del bosco?
Quando il passo calpesterà il rosso
sarà tramonto
la vita, a
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Sulla rena salmastra
i sassi aderiscono alle curve
lì dove il corpo trova riparo...
Il tempo ad asciugare.
Quanti passi
onde che non ritornano:
della barca in secca
nessuna traccia.
Anche l'alba arriva di soppiatto
e ci trova
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Ma quanti cieli deve avere un'anima per vivere...
Arrendevoli manie del sole
si stirano,
le nuvole, così appese da sembrare staccate
il limite è entrare
luoghi mai annunciati
non dicono
l'errare del mondo
ma di sé
del
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Il deserto svuota gli occhi della brama di polvere
custode di miraggi
aderisce
al vento apparente
sussurrando respiri.
Al fato
verso il mare
partecipan astronavi
nate dall'oblio di miti passati;
in concerto,
luci naufraghe
dissolvono
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Nei sotterranei del métro
gesti
smarriti nel silenzio:
fuori è frastuono
copio e incollo tra tanti giorni quello più simile al mio
usato sapiente
gente che mi redime
affrancandomi dal nuovo
solstizio
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| Nell'aria rovente
un'ipomea sul sentiero:
l'assoluto è quel garbato
ondeggiare
all'insaputa del vivere
- una frattura
ne sostiene
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D'estate i papaveri
arrossavano la campagna
a gara con il giallo
punteggiavano i pomeriggi
fino al calar del sole;
noi, sotto il salice
come punti, nel
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S'attardano sulle strade
dell'inverno
i ricami
abbarbicati sui caseggiati
rampicanti
tracce di stagioni
-più d'una-
ad allineare
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Quando mi passasti accanto
il sole
affinava il carattere
principiando
a ridere delle nostre disfatte
ancora lucciole non so
eppure ti amavo.
Quando il buio avverte
la memoria ha strettoie
manca il folto dell’attesa
inerte la
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Albe distratte
negli occhi arsi
m'asseta il sole
circonda la luna
la feconda
Poi macerie
stracci di pietra
son isole,
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Un nome
…rompe i legami dei marciapiedi con l’asfalto
percorre sentieri
e cimiteri
il nome che ho dato alla mia vita
fatica
ha terra nelle
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736 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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